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Intervista
28 febbraio 2009 - Esteri - Afghanistan - Il Giornale
"Oltre 2800 italiani in Afghanistan anche così batteremo i talebani"
rinforzi italiani, la guerra
contro i talebani, il “surge” americano,
le cruciali elezioni presidenziali
sono il pane quotidiano del
generale Marco Bertolini. Da gennaio
è il nuovo capo di stato maggiore
della Nato in Afghanistan,
che controlla 52mila uomini. Nel
“fortino”diKabul,il quartiergenerale
della missione (Isaf), il suo
staffècompostodalla struttura del
comando dell’Alleanza atlantica
di Solbiate Olona (gli italiani sono
circa240).«Èunagranderesponsabilità
– spiega a Il Giornale l’ufficiale
deiparacadutisti –. Ilperiodo
assegnatoalnostrocomandocoincide
con la preparazione delle
prossime elezioni presidenziali
cherappresenterannounmomento
molto importante e delicatissimo
nella storia di questo paese».
Quanti rinforzi italiani arriveranno
nei prossimi mesi?
«L’Italia impiega, attualmente,
circa 2300 uomini in Afghanistan,
per lo più concentrati nella Regione
Ovest. Ad aprile arriveranno (a
dare il cambio alla brigata Julia
nda) i paracadutisti della Folgore,
comandati dal generale Rosario
Castellano (veterano dell’ostica
OperazioneNibbionelsudestdell’Afghanistan
nel2003).Èstatoannunciato
(dal ministro della Difesa
Ignazio La Russa nda) un ulterioreincrementofinoa2800uomini
ai quali si aggiungeranno, nel
periododelleelezioni presidenziali
(20 agosto o forse prima nda),
ulteriori unità di rinforzo».
Il “surge” americano annunciato
dal presidente Barack Obama, di
17mila uomini, può bastare a vincere
la sfida afghana o ci vuole
altro?
«Il prossimo e importante incremento
di forze statunitensi contribuirà
certamente alla sicurezza
nel paese. Fino ad ora la scarsa disponibilità
di forze non consentiva
di mantenere un’adeguata presenza
su tutto il territorio, vanificando
a volte gli sforzi per strapparlo
agli insorti. Senza una continua
presenza di Isaf (la missione
Nato in Afghanistan) gli insorti
hanno spesso buon gioco a
tornare, minacciando
la popolazione che
collabora con
noi. Una volta
garantita la sicurezza
medianteunosforzo
militare calibrato
e risolutivo,
bisognaprocedere
nei settori della
governabilità e della
ricostruzione, per rinforzare
l’autorevolezza del governo nazionale,
sia nei confronti dell’opinione
pubblica interna che dei paesi
confinanti».
Per le cruciali elezioni presidenziali,
chevedono ricandidato il capo
di Stato uscente Hamid Karzai,
ci sono particolari allarmi?
«Le operazioni di registrazione
dei votanti, che ha visto affluire
molte donne, si sono svolte senza
troppi problemi anche nelle aree
più delicate. Solo in pochissimi
distretti non è stato
possibile aprire i centri
di registrazione
per motivi di sicurezza.
Per il voto
veroeproprioesistono
ovviamente
delle preoccupazioni
generiche,
ma per ora non
èchiaroneppurequello
che sarà l’elenco dei
candidati». Registrate ancora
l’arrivo di armi dall’Iran destinate
ai talebani?
«Lerispondocontre fatti. Primo:
dopo l’oppio (o forse ancor prima)
se c’è una “risorsa” che non
scarseggia in Afghanistan, fin dai
tempi della guerra contro i sovietici,
sonolearmi(chesicontanonell’ordine
delle centinaia di migliaia,
leggere e pesanti) e le munizioni
(in enormi quantità e di tutti i
calibri). Secondo: i confini dell’Afghanistansono“
porosi”,a360gradi,
nei confronti di tutti i paesi confinanti,
soprattutto a est (frontiera
con l’area tribale pachistana “retrovia”
dei talebani e di Al Qaida,
nda). Terzo: la gravitazione delle
forze di Isaf e di Enduring Freedom(
a guida americana,nda) viene
esercitata a Sud e ad Est, lungo
il confine con il Pakistan,dove più
forte è la minaccia».
È vero che i talebani sono presenti
sul 74% del territorio e che la
situazione peggiora?
«Nonostante false percezioni da
parte di alcune opinioni pubblicheoccidentali,
la situazioneinAfghanistan
è sostanzialmente sotto
controllo.L’incrementataricorrenzadiscontriconperditedaentrambe
le parti (e purtroppo anche di
civili)è semplicementedaaddebitare
ad una maggiore presenza e
reattività delle forze di Isaf. Ora in
azioneancheinareeuntempofuori
controllo, nelle quali gli insorti
avevano completa libertà di movimento,
ma adesso non più».
Quanto tempo ci vorrà per vincere
in Afghanistan?
«Chi deve vincere sono gli stessi
afghani, ai quali Isaf sta fornendo
un supporto importante ma assolutamente
insufficiente se venisse
meno la loro volontà di pacificare
finalmentequesto martoriato paese.
Il nostro coinvolgimento deve
essere sia militare che civile, mediante
la realizzazione di progetti
di maggiore spessore, rispetto al
semplice aiuto umanitario fino ad
ora assicurato da alcune organizzazioni
governative o meno. Non
c’è, comunque, alcun dubbio che
il coinvolgimento dell’Occidente
inAfghanistandovràessere di lunga
durata».
www.faustobiloslavo.com

video
13 aprile 2010 | RaiNews24 | reportage
Rassegna stampa del mattino
Emergency in manette in Afghanistan

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20 maggio 2009 | Matrix | reportage
Afghanistan - guerra o pace
Finalmente un lungo dibattito sulla crisi nel paese al crocevia dell'Asia. Alessio Vinci conduce su Canale 5 alle 23.30 AFGHANISTAN GUERRA E PACE. Una puntata tosta con il ministro della Difesa Ignazio La Russa, il segretario di Rifondazione comunista Paolo Ferrero, il collega Pietro Suber e Fausto Biloslavo.

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18 maggio 2010 | Matrix | reportage
Morire per Kabul?
La guerra di pace dei soldati italiani, che non possiamo perdere. Nuove offensive, negoziati con i talebani e la speranza del disimpegno fra baruffe politiche e provocazioni. Una trasmissione difficile, mentre gli ultimi due alpini caduti stavano rientrando in patria.

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[altri video]
radio

04 ottobre 2009 | Radio24 | reportage
Afghanistan
10 anni di Radio24. UNO SPOT SULLA CADUTA DI KABUL
Il mio servizio dalla prima linea di Kabul dopo l'11 settembre 2001, come spot per i 10 anni di Radio24. Era il 4 ottobre del 1999 quando a Milano nasceva Radio 24, la prima emittente news&talk italiana. Informazione, attualità, intrattenimento, economia, cultura, con un'attenzione sempre costante alla voce degli ascoltatori: questa la formula di un successo confermato dagli oltre 4,8 milioni di ascoltatori alla settimana, come confermano i dati Audiradio, relativi al quarto bimestre 2009.

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02 novembre 2009 | SBS Radio Italian Language Programme | intervento
Afghanistan
La crisi elettorale
Dopo il boicottaggio del secondo turno di Abdulla Abdullah, il rivale tajiko del presidente pasthun Hamid Karzai

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18 agosto 2009 | Radio24 | reportage
Afghanistan
Al fronte con gli italiani / Scontro a Farah
Questa mattina dalle 9.48, ora afghana, i Leoni del primo reggimento bersaglieri sono stati attaccati ad una decina di chilometri a nord di Farah, con armi controcarro e fucili mitragliatori. I fanti piumati erano partiti dalla base El Alamein nel capoluogol della turbolenta provincia sotto controllo del nostro contingente nell’Afghanistan occidentale. I cingolati d’attacco Dardo, armati di cannoncino da 25 millimetri, hanno risposto al fuoco. Sono stati impegnati anche i mortai da 60 millimetri in una battaglia che è durata fino alle 11.50. Fra gli italianii non si registrano feriti o seri danni ai mezzi. La richiesta di intervento era giunta dal governatore di Farah che aveva segnalato la presenza dei talebani pronti ad ostacolare le elezioni presidenziali del 20 agosto. La battaglia per il voto in Afghanistan è appena iniziata.

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20 agosto 2009 | Radio24 | reportage
Afghanistan
Al fronte con gli italiani/ La "battaglia" per il voto
L’Afghanistan ha vinto la “battaglia” per il voto” .Anche nelle zone più minacciate, come la provincia di Farah, i talebani non sono riusciti a far saltare le elezioni presidenziali e provinciali. L’aiuto dei paracadutisti della Folgore è stato determinante. I baschi amaranto della 6° compagnia Grifi sono partiti all’alba da Tobruk, la base avanzata italiana nel turbolento distretto di Bala Baluk. L’obiettivo del plotone Nembo è di garantire la sicurezza del seggio più a sud nel villaggio di Chakab. Non un paesino qualunque, ma il villaggio dove è nato Said Ayub il governatore ombra dei talebani nella provincia di Farah. Centoventicinque elettori hanno sfidato le minacce talebane andando a votare per il nuovo presidente nella piccola moschea di Chakab. Invece tre razzi sono stati lanciati contro base Tobruk. Il più vicino è esploso a 150 metri da una torretta di controllo del campo italiano. La battaglia più dura è scoppiata alle 11.30 ora afghana con un bombardamento di mortai su una colonna di bersaglieri partiti da Farh, il capoluogo provinciale. I fanti piumati hanno dovuto ripiegare, ma gli scontri sono continuati con i talebani che sparavano del villaggio di Pust i Rod. Il giorno delle elezioni e la notte precedente sono stati registrati 22 attacchi nel settore occidentale dell’Afghanistan comandato dal generale Rosario Castellano. Fausto Biloslavo da base Tobruk, provincia di Farah per Gr24 il sole 24 ore

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12 giugno 2009 | R101 | intervento
Afghanistan
Soldati italiani nel mirino
Le truppe italiani, assieme all'esercito afghano, espandono il controllo del territorio ed aumentano gli scontri. La fine della raccolta dell'oppio offre soldi e manovalanza per i talebani.

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