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Articolo
08 agosto 2010 - Esteri - Afghanistan - Il Giornale |
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Caccia ai cristiani: 8 medici trucidati dai talebani |
Otto volontari stranieri e due collaboratori locali colpevoli di curare gli afghani sono stati barbaramente uccisi nel Nord-est del Paese. Si trattava di oculisti, dentisti e infermieri: sei americani, una britannica e una tedesca. Una banda di tagliagole li ha intercettati e derubati, per poi ammazzarli uno a uno. «Ieri (venerdì nda), intorno alle 8 del mattino- ha dichiarato Zabihullah Mujahed, portavoce dei talebani - una delle nostre pattuglie si è imbattuta in un gruppo di stranieri. Erano missionari cristiani e li abbiamo uccisi tutti». Secondo i talebani, avevano bibbie scritte in Dari, una delle due lingue ufficiali dell’Afghanistan. Oltre a navigatori satellitari e mappe, che i talebani considerano arnesi di spionaggio. Da Kabul, Dirk Frans, il responsabile della missione di volontari, ha smentito la storia del proselitismo e dello spionaggio: «Non è per nulla vero». L’Iam, organizzazione umanitaria di cui alcune vittime facevano parte, è dichiaratamente cristiana e ha come simbolo un globo con la croce stilizzata. In Afghanistan si calcola che ci siano almeno un migliaio di convertiti grazie a personale delle ong, cappellani militari stranieri e «missionari» clandestini soprattutto evangelici o battisti. La strage è avvenuta venerdì o giovedì nel distretto di Kuran Wa Mujan al confine fra la provincia di Badakshan e quella del Nuristan. La prima dovrebbe essere fra le più tranquille del Paese; la seconda si estende verso il confine pachistano.In quell’area di frontiera sono stati segnalati non solo talebani, ma cellule di Al Qaida e uomini di Gulbuddin Hekmatyar, che pure hanno rivendicato il massacro. Dopo due settimane e mezzo di visite oculistiche e dentistiche a circa 400 afghani dei villaggi circostanti, il gruppo si stava spostando verso la foresta. Il generale Agha Noor Kemtuz, capo della polizia locale, sostiene che gli abitanti del posto avevano sconsigliato loro il viaggio. I suoi agenti hanno trovato tre fuoristrada sforacchiati dai proiettili e i corpi senza vita dei volontari. Le due guide afghane uccise venivano dalla provincia di Bamyan e dalla valle del Panjsher, invise ai talebani. L’unico che si è salvato era un interprete della zona, che per evitare l’esecuzione ha dovuto ripetere i versetti del Corano dimostrando di essere un fervente musulmano. Secondo il suo racconto gli stranieri sono stati prima derubati e poi uccisi uno a uno. Il capo missione era Tom Little, oculista di Delmar, nello stato di New York. Conosceva l’Afghanistan da 30 anni. Nel 2001 era stato espulso dai talebani dopo l’arresto di 8 volontari cristiani accusati di proselitismo. Un reato che ancora oggi in Afghanistan prevede la pena di morte. La dottoressa Karen Woo, 36 anni, di Londra, faceva parte di un’altra ong e aveva descritto sul suo blog la missione. «Il camino non sarà facile. Ci metteremo tre settimane. Dovremo andare a piedi e affittare cavalli per il materiale », scriveva. «La spedizione richiederà forza fisica e mentale e non sarà esente da rischi», aveva ammesso il medico inglese. Non è escluso che gli assassini siano una banda mista di ladroni mezzi talebani o legati ad Hekmatyar, ma la questione del proselitismo esiste. Fra maggio e giugno sono stati denunciati da una televisione privata 25 afghani convertiti al cristianesimo a Kabul. Altri 150 sono fuggiti nella vicina India per evitare la morte. Un migliaio sarebbero i convertiti clandestinamente, che professano in segreto la loro fede in Cristo. Le fotografie dei 25 mostrano gli afghani che pregano in una specie di chiesa ricavata in un appartamento. Tutti indossano una tunica bianca e vengono «battezzati» con un secchio d’acqua o in vasca da bagno da un norvegese e un altro straniero di due ong. Almeno 13 organizzazioni umanitarie cristiane a Kabul sono nel mirino. Anche traduttori e collaboratori dei militari stranieri, a cominciare dagli americani della base di Bagram, sono stati convertiti. Singoli cappellani militari o soldati portano con loro qualche volantino, un Vangelo o una Bibbia di troppo. Talvolta convincono i giovani afghani che usano il computer a iscriversi a newsletter cristiane o a seguire i canali satellitari dei predicatori americani. |
[continua] |
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19 novembre 2001 | Studio Aperto - Italia 1 | reportage
Uccisa Maria grazia Cutuli e altri tre giornalisti
Uccisa Maria grazia Cutuli e altri tre giornalisti
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20 maggio 2010 | Rai 1 Mattina | reportage
L'ultimo addio ai caduti
I funerali di stato, a Roma per il sergente Massimiliano Ramadù ed il caporal maggiore Luigi Pascazio. La mattina del 17 maggio sono saltati in aria su una trappola esplosiva lungo la “strada maledetta”. Una pista in mezzo alle montagne di sabbia che porta da Herat, il capoluogo dell’Afghanistan occidentale, a Bala Murghab, dove i soldati italiani tengono con le unghie e con i denti una base avanzata. I caduti fanno parte del 32° reggimento genio guastatori della brigata Taurinense.
Il racconto di come vivono e combattono i nostri soldati in Afgahnistan.
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28 ottobre 2012 | TG5 | reportage
Afghanistan: un botto e la polvere dell'esplosione che invade il blindato
L’esplosione è improvvisa, quando meno te l’aspetti, lungo una pista arida, assolata e deserta. I soldati italiani si sono infilati fra le montagne di Farah nell’Afghanistan occidentale infestato da talebani. Una colonna di fumo alta una quindicina di metri si alza verso il cielo.
Il tenente Davide Secondi, 24 anni, urla alla radio “siamo saltati, siamo saltati” su un Ied, le famigerate trappole esplosive disseminate dai talebani.
Non hai neppure il tempo di capire se sei vivo o morto, che la polvere invade il super blindato Cougar fatto apposta per resistere a questi ordigni.
E’ come se la mano del Dio talebano afferrasse il bestione da 14 tonnellate in movimento fermandolo come una macchinina giocattolo.
A bordo siamo in cinque ancorati ai sedili come in Formula uno per evitare di rimbalzare come birilli per l’esplosione.
La più esposta è Mariangela Baldieri, 24 anni, del 32° genio guastatori alpini di Torino. Addetta alla mitragliatrice, metà del corpo è fuori dal mezzo in una torretta corazzata. Si è beccata dei detriti e sul primo momento non sente dall’orecchio destro.
Almeno venticinque chili di esplosivo sono scoppiati davanti agli occhi di Alessio Frattagli, 26 anni, al volante. Il caporal maggiore scelto Vincenzo Pagliarello, 31 anni, veterano dell’Afghanistan, rincuora Mariangela.
Siamo tutti illesi, il mezzo ha retto, l’addestramento dei guastatori ha fatto il resto. Cinquanta metri più avanti c’era un’altra trappola esplosiva. Il giorno prima a soli venti chilometri è morto in combattimento l’alpino Tiziano Chierotti. La guerra in Afghanistan continua.
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16 luglio 2010 | R101 | intervento |
Afghanistan
Combattimento dei corpi speciali a Bala Murghab
Un’operazione dei corpi speciali italiani finita in un violento combattimento con i talebani, che hanno ferito tre militari, uno in maniera grave. A terra sono rimasti due Ranger, gli alpini paracadutisti del battaglione Monte Cervino di Bolzano ed un incursore dell’aereonautica.
Non si è trattato del solito agguato con una trappola esplosiva, ma di un combattimento vero e proprio nei pressi di Bala Murghab, il fronte nord del contingente italiano.
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13 aprile 2010 | Radio Città Futura | intervento |
Afghanistan
La sorte dei tre italiani di Emergency in manette
Gli uomini dei servizi afghani puntano il dito contro il chirurgo Marco Garatti e Matteo D’Aira, il capo infermiere, mentre il giovane Matteo Pagani non sarebbe coinvolto e potrebbe venir ben presto scagionato.
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13 aprile 2010 | SBS Radio Italian Language Programme | intervento |
Afghanistan
Mistero Emergency
La Radio per gli italiani d'Australia intervista Strada, ma i misteri di Emergency cominciano con il rapimento del free lance Gabriele Torsello nel 2006 e dell'inviato di Repubblica, Daniele Mastrogiacomo, l'anno dopo, sempre nella provincia di Helmand.
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16 aprile 2010 | SBS Australia | intervento |
Afghanistan
I tre di Emergency trasefriti nella capitale afghana
Trasferiti a Kabul i tre medici di Emergency. Sembrava che la soluzione fosse ancora lontana.
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25 novembre 2010 | Nuova Spazio Radio | intervento |
Afghanistan
Il talebano impostore ai segretissimi colloqui di pace
“Tu Vuo' Fa' O' Talebano” era il divertente tormentone musicale che prendeva in giro Osama bin Laden nel 2001, ma questa volta in Afghanistan la farsa ha superato l’immaginazione. Un impostore si è presentato al segretissimo tavolo della pace con il governo afghano spacciandosi per il numero due di mullah Omar, il leader guercio dei talebani. Nella sceneggiata tragicomica ci è cascata anche la Nato, che ha prelevato con i suoi aerei il truffatore in Pakistan scortandolo in Afghanistan.
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