image
Articolo
19 agosto 2010 - Esteri - Afghanistan - Panorama
Faccio Domenica In all'afghana e i talebani mi vogliono morta
Cantante, moella, conduttrice, Mozhdah Jamalzadah è la nuova stella sexi dell’Afghanistan, che può contare fra i suoi fan Barack e Michelle Obama, la coppia presidenziale. A 25 anni è tornata dal Canada a Kabul, dove spopola con un tallk show che tocca temi tabù come sessualità, divorzio, matrimoni. La sua missione è chiara, come spiega a Panorama: “Con il mio programma stiamo cercando di modernizzare l’Afghanistan, di far pensare la gente in maniera differente”. I mullah e gli ambienti conservatori del governo sono su tutte le furie. Mozhdah va in onda ogni venerdì, il giorno di festa dei musulmani, su 1Tv, la nuova televisione privata afghana. Il programma, intitolato a suo nome, è una specie di Domenica in rivolta alle famiglie, dai forti accenti liberali. La conduttrice canta e intervista ospiti in studio su temi pruriginosi per l’Islam duro e puro. E il pubblico si scatena votando pro o contro i tabù.
Il governo ha già bloccato una puntata, dopo avere visto il promo che riprendeva la star afghana senza il rigoroso velo islamico. Lei si adegua coprendosi il capo con un velo svolazzante, ma sfida i bigotti con vestiti tipicamente occidentali, come i jeans con la vita bassa e cinturone colorate. Talvolta si presenta davanti alle telecamere con le braccia seminude e truccatissima. A Panorama dichiara: “Il velo non ha importanza. Quello che conta è rendere consapevoli le giovani afghane dei loro diritti”. Non a caso gira con la scorta e una macchina blindata. “Attraverso Facebook o Youtube ho ricevuto delle minacce” racconta la nuova star afghana. “Qualcuno vuole ficcarmi un proiettile in testa per farmi smettere”. Giura di non avere paura,  perchè la sua forza “è combattere per la prossima generazione”.
Quando aveva 5 anni scappò con la famiglia da Kabul, sotto i razzi, dopo la ritirata dei sovietici. A Vancouver, in Canada, è cresciuta aperta ai valori occidentali. Al British Columbia Institute ha studiato giornalismo e all’università scienze politiche e filosofia. “Volevo fare l’avvocato dei diritti umani, ma poi sono diventata la prima cantante afghana di successo in 30 anni di guerra. Anche con le strofe si possono lanciare messaggi per il mio popolo” sottolinea Mozhdah. Lo scorso anno, con il padre Bashir, compone Ragazza afghana, un brano in persiano. Un grande successo dedicato alle studentesse di Kandahar sfregiate dai talebani con l’acido perchè andavano a scuola.
Bella e disinibita, posa come modella per riviste come Cosmopolitan, Fashion week e Asian woman magazine. In dicembre decide di tornare in Afghanistan e lancia un nuovo successo, Amore mio, una canzone in inglese che spopola su internet. “I genitori mi hanno sempre insegnato a non dimenticare la mia gente” spiega Mozhdah. “A usare le opportunità di studio e i valori liberali conosciuti in Occidente per aiutare gli afghani”. Il canale privato 1Tv la scrittura e il suo programma rompe subito gli schemi. Mozhdah diventa talmente famosa da venire invitata alla Casa Bianca. In marzo, per la giornata della donna, canta in persiano davanti a Michelle e Barack Obama. “Amo l’Italia e spero di venire presto nel vostro Paese per parlarvi dell’Afghanistan attraverso le mie canzoni”.

video
16 dicembre 2012 | Terra! | reportage
Afghanistan Goodbye
Dopo oltre dieci anni di guerra in Afghanistan i soldati italiani cominciano a tornare a casa. Questa è la storia del ripiegamento di 500 alpini dall’inferno di Bakwa, una fetta di deserto e montagne, dimenticata da Dio e dagli uomini, dove le penne nere hanno sputato sangue e sudore. I famigerati ordigni improvvisati chiamati in gergo Ied sono l’arma più temibile dei talebani che li sotterrano lungo le piste. Questo è il filmato ripreso da un velivolo senza pilota di un blindato italiano che salta in aria. A bordo del mezzo con quattro alpini del 32imo genio guastatori di Torino c'ero anch'io. Grazie a 14 tonnellate di corazza siamo rimasti tutti illesi. Il lavoro più duro è quello degli sminatori che devono aprire la strada alle colonne in ripiegamento. Il sergente Dario Milano, veterano dell’Afghanistan, è il cacciatore di mine che sta davanti a tutti. Individua le trappole esplosive da un mucchietto di terra smossa o da un semi invisibile filo elettrico del detonatore che spunta dalla sabbia. Nel distretto di Bakwa, 32 mila anime, questo giovane afghano rischia di perdere la gamba per la cancrena. Il padre ha paura di portarlo alla base italiana dove verrebbe curato, per timore della vendetta talebana. La popolazione è succube degli insorti e dei signori della droga. Malek Ajatullah è uno dei capi villaggio nel distretto di Bakwa. La missione del capitano Francesco Lamura, orgoglioso di essere pugliese e alpino è dialogare con gli afghani seduto per terra davanti ad una tazza di chai, il tè senza zucchero di queste parti. Malek Ajatullah giura di non saper nulla dei talebani, ma teme che al ritiro delle truppe italiane il governo di Kabul non sia in grado di controllare Bakwa. Tiziano Chierotti 24 anni, caporal maggiore del 2° plotone Bronx era alla sua prima volta in Afghanistan. Una missione di sola andata. La polizia afghana cerca tracce dei talebani nel villaggio di Siav, ma gli insorti sono come fantasmi. Il problema vero è che nessuno vuole restare a Bakwa, dove in tutto il distretto ci sono solo 100 soldati dell’esercito di Kabul. Il maggiore Gul Ahmad ha arrestato tre sospetti che osservavano i movimenti della colonna italiana, ma neppure con il controllo dell’iride e le impronte digitali è facile individuare i talebani. Il caporal maggiore Erik Franza, 23 anni, di Cuneo è alla sua seconda missione in Afghanistan. Suo padre ogni volta che parte espone il tricolore sul balcone e lo ammaina solo quando gli alpini del 2° reggimento sono tornati a casa. Per Bakwa è passato anche il reggimento San Marco. I fucilieri di marina, che garantiscono il servizio scorte ad Herat, hanno le idee chiare sulla storiaccia dei due marò trattenuti in India. Anche se ordini da Roma li impongono di non dire tutto quello che pensano. Per Natale i 500 alpini di base Lavaredo saranno a casa. Per loro è l’addio all’Afghanistan dove rimangono ancora 3000 soldati italiani.

play
20 maggio 2009 | Matrix | reportage
Afghanistan - guerra o pace
Finalmente un lungo dibattito sulla crisi nel paese al crocevia dell'Asia. Alessio Vinci conduce su Canale 5 alle 23.30 AFGHANISTAN GUERRA E PACE. Una puntata tosta con il ministro della Difesa Ignazio La Russa, il segretario di Rifondazione comunista Paolo Ferrero, il collega Pietro Suber e Fausto Biloslavo.

play
19 settembre 2009 | TG5 Speciale - Canale 5 | reportage
Morire per Kabul
Dopo l'attentato che è costato la vita a sei paracadutisti della Folgore ci si interroga sulla missione in Afghanistan. Se valeva la pena morire per Danzica lo stesso discorso va fatto per Kabul.

play
[altri video]
radio

16 aprile 2010 | Radio 24 | intervento
Afghanistan
I tre di Emergency a Kabul
Una svolta l'arrivo nella capitale afghana degli italiani arrestati e l'incontro con i diplomatici.

play

12 aprile 2010 | Radio 24 | intervento
Afghanistan
Giallo sulla confessione di Emergency
Gioco sporco e tinto di giallo sula sorte dei tre volontari italiani di Emergency in manette con l’accusa di essere coinvolti in un complotto talebano per uccidere il governatore della provincia afghana di Helmand.

play

12 aprile 2010 | Rai Radio3 | intervento
Afghanistan
Smentito il Times
Il portavoce del governatore di Helmand, contattato telefonicamente da Il Giornale, ha smentito i virgoletatti del Times. “Non ho mai accusato gli italiani di Emergency di essere in combutta con al Qaida – ha ribadito – Ho solo detto sabato (come riportato da Il Giornale) che Marco (il chirurgo dell’ong fermato nda) stava collaborando e rispondendo alle domande”. IN STUDIO CECILIA STRADA PRESIDENTE DI EMERGENCY.

play

16 aprile 2010 | SBS Australia | intervento
Afghanistan
I tre di Emergency trasefriti nella capitale afghana
Trasferiti a Kabul i tre medici di Emergency. Sembrava che la soluzione fosse ancora lontana.

play

19 aprile 2010 | SBS Australia | intervento
Afghanistan
Liberati i tre operatori di Emergency
Svolta nella ultime ore dopo una settimana di passione.

play

[altri collegamenti radio]




fotografie







[altre foto]