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Esclusivo
16 settembre 2010 - Esteri - Iran - Il Giornale
La missione segreta degli europarlamentari per salvare Sakineh
Una delegazione del Parlamen­to europeo si recherà a Teheran dal 7 all’11 ottobre, a patto che Sakineh Mohammadai Ashtiani non sia lapi­data e che i deputati di Strasburgo possano incontrare gli oppositori degli ayatollah. «Non è escluso che la delegazione sia ricevuta dal presi­dente Mahmoud Ahmadinejad», conferma al Giornale , Marco Scur­ria, eletto con il Pdl. L’europarla­mentare, che dovrebbe far parte del­la missione, è noto per essere critico del regime degli ayatollah. Ribadi­sce «che non si va a Teheran se non saranno accettate le nostre condi­zioni, compreso l’incontro con gli oppositori».
La stessa visita, all’inizio dell’an­no, era stata cancellata a causa della sanguinosa repressione delle mani­festazioni
dell’Onda verde, movi­mento d’opposizione. Il solo annun­cio della missione aveva convinto al­cuni membri del Congresso ameri­c­ano a scrivere al presidente del Par­lamento europeo per farla sospen­dere. Anche gli israeliani sollevaro­no gli scudi. Un’altra missione, che doveva avvenire in maggio, è stata cancellata.
La notizia della visita è ancora ri­servata, ma
Il Giornale ha ricevuto un documento da Bruxelles che con­ferma la decisione di Strasburgo. La richiesta è stata avanzata con una lettera dell’11 luglio della Verde te­desca, Barbara Lochbihler, presi­dente della commissione che si oc­cupa di Iran. Ex segretario di Amne­sty International, amica dei palesti­nesi, non ama gli americani e ha sempre spinto per una linea più mor­bida con gli ayatollah.
Questa volta l’ha spuntata, anche se Joseph Daul, il capogruppo del Partito popolare europeo, di cui fa parte il Pdl, ha posto due condizioni a Teheran. La prima che Sakineh, or­mai un simbolo per la sua condanna a morte, non sia lapidata. E la secon­da, come si legge nel documento,
che la «delegazione (europea , nda )
sia libera nei suoi movimenti e libe­ra di incontrare chiunque desideri, inclusi i membri dell’opposizione». Chi a Teheran c’è stato sa che difficil­mente gli europarlamentari godran­no di una simile libertà. «Sappiamo bene che gli stessi oppositori temo­no di incontrarci, perché il giorno dopo potrebbero finire in galera»,
spiega Scurria, della commissione per i rapporti con l’Iran. La delega­zione sarà composta da 4- 5 europar­lamentari e nei prossimi giorni si af­fronteranno i dettagli della visita. «L’obiettivo è incontrare i leader del­l’opposizione come Mir-Hussein Moussawi e Mehdi Karroubi, che hanno sfidato alle presidenziali Ah­madinejad.
Se fosse per me chiede­rei pure di visitare il famigerato car­cere di Evin a Teheran, dove sono de­tenuti molti oppositori» anticipa l’europarlamentare. Il timore è che gli iraniani utilizzino la visita come arma propagandistica interna per dimostrare che l’isolamento della comunità internazionale è stato spezzato. «Per questo dobbiamo in­contrare gli oppositori e affrontare con le autorità iraniane i temi più scabrosi, come il programma nucle­are », ribatte Scurria, che a Roma e a Bruxelles conosce bene il mondo de­gli esiliati dall’Iran. Proprio ieri i 35 Paesi che governano l’Agenzia inter­nazionale per l’energia atomica han­no condannato Teheran per non aver permesso agli ispettori l’acces­so agli impianti atomici.
«Per quanto riguarda Sakineh è di­ventata un simbolo internazionale, ma sappiamo bene che ci sono op­positori condannati a morte che at­tendono l’esecuzione», sottolinea Scurria. Ad oggi, 14 iraniani sono sta­ti
condannati alla lapidazione e 13 risultano le sentenze capitali per motivi politici o ideologici, in attesa di essere eseguite o confermate. Cin­que riguardano persone arrestate durante le manifestazioni dell’ulti­mo anno.
Ieri un quotidiano conservatore di Teheran riportava che «la polizia ha arrestato 60 tra ragazzi e ragazze che stavano partecipando a una fe­sta in giardino», vicino a Teheran. «È stato servito alcol e praticata pro­miscuità sessuale», fa notare il gior­nale. Gli arrestati potrebbero ri­schiare la fustigazione. Non sarà fa­cile la missione degli europarlamen­tari, ammesso che le autorità irania­ne accettino le condizioni di Stra­sburgo. «La delegazione dovrebbe incontrare il presidente del Majlis, il Parlamento, la Commissione Esteri ed esponenti del governo - spiega Scurria - E forse lo stesso presidente
Ahmadinejad».
www.faustobiloslavo.eu
[continua]

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26 giugno 2009 | SkyTG24 | reportage
Il G8 a Trieste e la crisi iraniana
Cosa succederà in Iran? Gli oppositori verranno messi a tacere dalla repressione, ma la crisi lascerà il segno.

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