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Articolo
19 gennaio 2011 - Esteri - Afghanistan - Il Giornale |
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L'Afghanistan uccide un altro soldato italiano |
Un altro alpino è caduto in Afghanistan sorpreso, assieme ad un secondo militare italiano ferito gravemente, dallo stratagemma del suo assassino, che indossava l'uniforme dell'esercito afghano. Non è chiaro se fosse un infiltrato nelle unità di Kabul o un talebano travestito per potersi avvicinare al nostro avamposto nella valle di Bala Murghab. Il caporal maggiore, Luca Sanna, 32 anni, colpito in testa, non ce l'ha fatta, Luca Barisonzi al suo fianco è stato ferito al collo e al torace. La sparatoria a sorpresa è scoppiata alle 12.05, ore italiane. Glialpinidell'8˚ reggimento di Cividale presidiavano l'avamposto «Highlander» , che dal nome ricorda combattenti immortali. La piccola postazione è una delle tante della bolla di sicurezza, di una ventina di chilometri, che garantisce sicurezza ai civili dell' area di Bala Murghab, il fronte nord dello schieramento italiano di 4mila uomini nell'Afganistan occidentale. Questo genere di postazioni fortificate hanno di fronte i talebani, che spesso le colpiscono con razzi e mortai. Oltre alle penne nere della Julia negli avamposti ci sono gli alleati afghani. Ad «Highlander» erano circa 7-8 e solitamente bivaccano in postazioni separate, ma contigue. «Le unità operative sono aggregate con quelle afghane. I talebani lo sanno e cercano di colpire il clima di fiducia che si crea fra le forze armate di Kabul e la coalizione internazionale » spiega a «Il Giornale » una fonte militare. L'assassino con l'uniforme dell'Ana, l'esercito locale, si è avvicinato agli italiani simulando che il fucile mitragliatore Kalashnikov, in dotazione, fosse inceppato. L'assassino avrebbe colpito in faccia il caporal maggiore Sanna e ferito gravemente Barisonzi con una raffica a distanza ravvicinata. Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ricostruendo il tragico evento ha dichiarato: «Non è ancora chiaro, se fosse un militare vero, o un terrorista vestito da soldato ». Dopo aver sparato l'assassino è riuscito a fuggire. Barisonzi ha lesioni midollari ed è stato evacuato all'ospedale americano di Kandahar per un intervento neurochirurgico. A Bala Murghab, nella provincia di Badghis, era già accaduto un episodio del genere nel dicembre 2009. Un soldato «infiltrato» o «impazzito» aveva sparato dentro la base avanzata «Tod» (a due chilometri e mezzo dall'avamposto «Highlander» ) uccidendo un americano e ferendo leggermente due militari della brigata Sassari. I talebani usano spesso questa tattica. Non si può escludere che gli «infiltrati » vengano pagati o ricattati dagli insorti, magari minacciando le loro famiglie. Oppure che reagiscano male alla presenza occidentale o all'influenza di droghe. Gran parte delle reclute afghane fuma marijuana. Non solo: Badghis è una provincia ostica, dove nelle ultime elezioni parlamentari nessun pasthun , il serbatoio etnico dei talebani, è stato eletto. Lo scorso 6 ottobre truppe Nato e afghane hanno eliminato il governatore ombra degli insorti. In febbraio erano stati uccisi una quindicina di combattenti stranieri, che facevano parte della costola di al Qaida cinese della provincia uigura dello Xinjiang. Il loro capo, sheik Qurban Ata, era una leggenda. Pochi giorni fa quattro uomini che stavano preparandouna potente trappola esplosiva nella provincia di Herat, dove si trova il comando italiano, sono saltati in aria. Tre erano stranieri. In questo vespaio è caduto ieri l'alpino originario di Samugheo, in Sardegna. Il caduto numero 36 descritto dai commilitoni come «un tipo gioviale, sempre pronto alla battuta». In provincia di Oristano lo piangono il papà Antonio, ex emigrato, mamma Rita ed i due fratelli. L'alpino sardo viveva ad Udine con la moglie Daniela conosciuta al paese. Si erano sposati il 7 agosto e poi Luca era partito per l'Afghanistan. Sul profilo di Facebook ci sono ancora le foto del matrimonio. www.faustobiloslavo.eu |
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28 ottobre 2012 | TG5 | reportage
Afghanistan: un botto e la polvere dell'esplosione che invade il blindato
L’esplosione è improvvisa, quando meno te l’aspetti, lungo una pista arida, assolata e deserta. I soldati italiani si sono infilati fra le montagne di Farah nell’Afghanistan occidentale infestato da talebani. Una colonna di fumo alta una quindicina di metri si alza verso il cielo.
Il tenente Davide Secondi, 24 anni, urla alla radio “siamo saltati, siamo saltati” su un Ied, le famigerate trappole esplosive disseminate dai talebani.
Non hai neppure il tempo di capire se sei vivo o morto, che la polvere invade il super blindato Cougar fatto apposta per resistere a questi ordigni.
E’ come se la mano del Dio talebano afferrasse il bestione da 14 tonnellate in movimento fermandolo come una macchinina giocattolo.
A bordo siamo in cinque ancorati ai sedili come in Formula uno per evitare di rimbalzare come birilli per l’esplosione.
La più esposta è Mariangela Baldieri, 24 anni, del 32° genio guastatori alpini di Torino. Addetta alla mitragliatrice, metà del corpo è fuori dal mezzo in una torretta corazzata. Si è beccata dei detriti e sul primo momento non sente dall’orecchio destro.
Almeno venticinque chili di esplosivo sono scoppiati davanti agli occhi di Alessio Frattagli, 26 anni, al volante. Il caporal maggiore scelto Vincenzo Pagliarello, 31 anni, veterano dell’Afghanistan, rincuora Mariangela.
Siamo tutti illesi, il mezzo ha retto, l’addestramento dei guastatori ha fatto il resto. Cinquanta metri più avanti c’era un’altra trappola esplosiva. Il giorno prima a soli venti chilometri è morto in combattimento l’alpino Tiziano Chierotti. La guerra in Afghanistan continua.
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28 agosto 2008 | Studio Aperto | reportage
Afghanistan: italiani in guerra
Studio aperto, Tg1 e Tg2 hanno lanciato il nostro servizio esclusivo di Panorama sui soldati in guerra in Afghanistan. Le immagini che vedete non sono state girate da me o da Maki Galimberti che mi accompagnava come fotografo, come dicono nel servizio, bensì dagli stessi soldati italiani durate la battaglia di Bala Murghab.
Di seguito pubblico il testo che ho ricevuto dai coraggiosi cineoperatori con l'elmetto: "Nei giorni dell’assedio di Bala Murghab il 5,6,7 e 8 agosto, con i fucilieri della Brigata Friuli erano presenti anche quattro militari Toni T. , Francesco S. , Giuseppe N. , Giuseppe C. , tutti provenienti dal 28° Reggimento “Pavia” di istanza Pesaro. È stato proprio il C.le Mag.Sc. Francesco S. a girare le immagini che vedete con una telecamera di fortuna, in condizioni difficili e con grande rischio personale.Infatti tra i compiti assolti dal 28° Reggimento di Pesaro c’è proprio la raccolta di informazioni e documentazioni video sulle operazioni di prima linea".
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13 marzo 2011 | Terra! | reportage
Cicatrici
Cicatrici
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14 luglio 2011 | Nuova Spazio Radio | intervento |
Afghanistan
Si può vincere questa guerra?
Dopo la morte in combattimento dell'ultimo parà della Folgore, fino a quanto dovremo restare in Afghanistan? Almeno fino a quando gli afghani riusciranno a garantirsi da soli la sicurezza, altrimenti caliamo le braghe e la diamo vinta ai talebani. Per sconfiggerli non basta la forza delle armi.
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