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Intervista
23 febbraio 2011 - Il Fatto - Libia - Il Giornale
Il capo islamico dei ribelli: Lotta fino alla vittoria"
«Bengasi è sotto il comple­to controllo dei rivoluzionari. Esercito e polizia si uniscono a noi.L’obiettivo finale è la cadu­ta del regime» spiega al telefo­no, Abdullah Shamia, mem­bro dei Fratelli musulmani, che partecipa alla rivolta anti Gheddafi. Mentre parla si sen­tono acclamazioni di folla e qualcuno che parla con l’alto­parlante. Da Bengasi, la città di oltre 600mila persone della Ci­renaica, teatro di sanguinosi scontri, rilascia questa intervi­sta esclusiva a Il Giornale .
Cosa accade a Bengasi?
«La città è sotto il completo controllo dei rivoluzionari. Molte altre località come Al Baida e Tobruk sono nelle no­stre mani. Il regime può con­tare solo su Tripoli e qualche altro centro, ma in poco tem­po sarà tutto finito».
Chi sono i rivoluzionari?
«Siamo nazionalisti libici, che amano il proprio Paese. Alla rivolta ha partecipato gente di diversa estrazione so­ciale. Non c’è alcun colore po­litico
dominante».
E lei che ruolo gioca?

«Sono un membro dei Fratel­li musulmani e per questo mi hanno sbattuto per otto anni in galera. Mi trovo a Bengasi, al centro degli eventi».
È vero che l’anziano figlio di Omar al Mukhtar, il guerrigliero libico impic­cato nel 1931 dagli italia­ni, è al fianco dei manife­s­tanti nelle strade della cit­tà?
«Siamo tutti figli di Al Mukhtar. Chiediamo alla co­munità internazionale, alle nazioni occidentali, il rispet­to delle volontà del popolo li­bico ».
Seif al Islam, uno dei figli del colonnello Gheddafi, ha proposto una specie di trattativa con i rivoltosi che porti alle riforme e al varo di una Costituzione. Cosa risponde?
«Non ne so nulla. Con lui non abbiamo alcun contatto. Per una soluzione pacifica è comunque troppo tardi. Al­l’inizio avevamo avanzato una serie di richieste al regi­me, ma loro hanno rifiutato co­minciando ad ammazzarci. Prima eravamo disposti a ne­goziare, adesso non più. Conti­nuer­emo la rivolta fino a quan­do il regime non sarà abbattu­to ».
È vero che soldati e poliziot­ti aderiscono alla rivolta?

«Esercito e polizia si stanno schierando con noi. Solo in al­cune zone ci sono unità anco­ra
fedeli al regime».
Dalla Cirenaica giungono notizie allarmanti, come la proclamazione di un’emirato islamico. ..
«No, no vogliamo un Paese civile dove non ci siano discri­minazioni ideologiche o reli­giose. Le nostre richieste so­no l'approvazione di una Co­stituzione e libere elezioni».
FBil
[continua]

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