image
Articolo
23 febbraio 2011 - Il Fatto - Libia - Il Giornale
Le sette vite del Colonnello tra Corano, fucili e donne
Fausto Biloslavo
«Non esiste alcun stato de­mocratico, a parte la Libia, nel­l’intero pianeta » è una delle chic­che pronunciate dal colonnello Muammar Gheddafi, da 42 anni al potere come Guida della Rivo­luzione. Ne ha fatta di strada il fi­glio di beduini, che pascolava il bestiame nella Sirte. Classe 1942, Gheddafi è entrato in acca­demia militare con la testa im­bottita dalla rivoluzione del ge­nerale Nasser. A soli 27 anni, con i gradi di capitano, guidò il colpo di Stato del 26 agosto 1969 per ab­battere la monarchia. Gheddafi si appuntò le mostrine di colon­nello è inventò la «terza via» fra comunismo e capitalismo, con tanto di Libro Verde, colore dell'
Islam.
CORANO, MOSCHETTO E CONFISCHE

Corano e moschetto in pugno chiuse la basi americane e ingle­si in Libia, nazionalizzò la mag­gior pa­rte degli impianti petroli­feri stranieri ed espulse a calcio­ni
la storica comunità italiana. A ventimila connazionali ven­nero confiscati anche i contribu­ti dell'Inps. Ancora oggi la Libia celebra la ricorrenza come «il giorno delle vendetta».Negli an­ni Settanta, grazie ai proventi dell'oro nero, modernizzò il Pa­ese, costruì strade, ospedali, ac­quedotti e industrie. Sull'onda della popolarità rinunciò alle ca­riche politiche convincendosi di essere il padre-padrone del Paese.
AMICO DEI TERRORISTI

Il sostegno a dittatori cannibali come Idi Amin Dada e Bokassa fanno parte delle stranezze del personaggio. Più pericoloso l'av­vicinamento
di Gheddafi ai gruppi terroristi cominciando da quelli palestinesi, come Abu Nidal. Il colonnello tirò talmen­te la corda, che nel 1986 il presi­dente Ronald Reagan ordinò di bombardare la Libia. La caser­ma di Bab al-Azizia, che oggi a Tripoli è la sua ultima roccafor­te, fu rasa al suolo. Sua moglie Safia Farkash, una signora cor­pulenta, venne messa in mezzo alle macerie per urlare e piange­re contro le bombe Usa, davanti ai giornalisti. Fra le braccia ave­va la neonata Aisha, l'unica fi­glia femmina. Ieri Gheddafi ha pronunciato il discorso in tv nel­lo stesso posto. Oggi la bella Aisha è un avvocato che ha fatto parte del collegio di difesa di Saddam Hussein.
Gheddafi, nel suo rapporto di amore e odio con l'Italia, lanciò due Scud contro un'installazio­ne militare americana a Lampe­dusa in risposta all'attacco Usa. I missili fecero cilecca apposta.

IL CLAN GHEDDAFI

Il clan Gheddafi era composto da otto eredi. Hanna, una bimba adottata, morì sotto le bombe americane. Il figlio più intelligen­te è Seif el Islam, la spada dell' Islam, che negli ultimi giorni ci ha messo la faccia per difendere
il regime del padre che voleva ri­formare. Saad, il terzo figlio, è no­to per aver giocato, senza grandi meriti, nella Juventus e nella Sampdoria. Hannibal è il pargo­lo viziato che combina guai fa­cendo scoppiare una crisi diplo­matica con la Svizzera. Il più peri­coloso è Mutassin nominato Consigliere per la sicurezza na­zionale. E ancora di più Khamis, che comanda un omonimo bat­taglione speciale. I suoi uomini hanno sparato ad alzo zero sulla folla ad El Beida, in questi giorni di rivolta.
L’INDISTRUTTIBILE E LE AMAZZONI

Il capo famiglia ha sette vite co­me i gatti. Non ci è riuscito Rea­gan a farlo fuori, ma nemmeno i nemici interni, dalla fronda de­gli ufficiali ai fondamentalisti islamici. Per questo ha voluto le Amazzoni, una guardia del cor­po personale di 40 donne, che
vengono arruolate solo se vergi­ni e votate alla morte per il capo.
Nel 1996, il colonnello scampò per miracolo ad un'imboscata dei guerriglieri islamici in Cire­naica, che già guardavano a Bin Laden. Aisha, una giovane amazzone, gli salvò la vita facen­do scudo con il suo corpo. La mi­naccia dei fondamentalisti con­vinse Gheddafi a riconciliarsi con l'Occidente compensando le famiglie delle vittime del ter­ro­rismo e consegnando alla giu­stizia internazionale i suoi agen­ti
coinvolti negli attentati.
IL POTENTE CHE FA SHOW

Gli americani lo perdonarono, l'Onu levò l'embargo e il colon­nello continuò a restare in sella. L'Italia si rappacificò definitiva­mente con Tripoli e Gheddafi di­venne l'ospite ingombrante, ma sempre gradito, di tutti i governi da D'Alema a Prodi a Berlusconi. Forte della saracinesca sui clan­
destini e dei rapporti economici con il nostro Paese, il colonnello ha voluto strafare. Amante delle sceneggiate, nella sua ultima visi­ta a Roma dello scorso anno è sceso dalla scaletta dell'aereo, in alta uniforme, con una foto di Omar el-Mukhtar, l'eroe libico impiccato dagli italiani nel 1931. Le sue amazzoni sono diventate una cornice da operetta: tacchi a spillo, calze a rete, mimetica e qualche chilo di troppo. Indi­menticabili le adunate con 500 ragazze italiane per convertirle all'Islam. Ad ognuna veniva con­segnato una copia del Corano e 70 euro. Il leader libico sembra fi­darsi più delle donne che degli uomini, a tal punto che in tutti i viaggi lo accompagna la fedele infermiera ucraina, Galyna Ko­lotnytska, una bionda fulminan­te. Il colonnello è talmente eccen­trico che usa sempre la sua lun­ghissima limousine bianca. Per il G8 a L'Aquila è stato l'unico a rifiutare l'elicottero, ma a chiede­re di non passare sotto le gallerie per timori di attentati. Sotto la mi­tica tenda da beduino, piantata anche a villa Pamphili a Roma, non ci dorme mai, ma accoglie gli ospiti, dai fan del libretto ver­de agli amministratori delegati di grandi società che fanno affari con la Libia. Tempi d'oro rispet­to ad oggi, con Gheddafi assedia­to dalla rivolta, che giura: «Reste­rò a capo della rivoluzione fino alla morte».
www.faustobiloslavo.eu
[continua]

video
05 aprile 2011 | Studio Aperto | reportage
Diario dalla Libia in fiamme
Diario dalla Libia in fiamme

play
04 aprile 2011 | TG5 | reportage
Diario dalla Libia in fiamme
Diario dalla Libia in fiamme

play
20 marzo 2011 | Terra! | reportage
L'ultimo italiano a Tripoli
L'ultimo italiano a Tripoli

play
[altri video]
radio

08 marzo 2011 | Panorama | intervento
Libia
Diario dalla Libia
Diario dalla Libia

play

29 aprile 2011 | Spazio Radio | intervento
Libia
Piegare Gheddafi e preparare l'intervento terrestre
Gli americani spingono con insistenza per un maggiore coinvolgimento dell’Italia nel conflitto in Libia, non solo per passare il cerino politico agli europei. L’obiettivo finale è piegare il colonnello Gheddafi e far sbarcare una forza di interposizione in Libia, con ampia partecipazione italiana. Un modello stile ex Yugoslavia, dove il contingente occidentale è arrivato dopo l’offensiva aerea.

play

06 marzo 2011 | Panorama | intervento
Libia
Diario dalla Libia
Diario dalla Libia

play

22 marzo 2011 | Panorama | intervento
Libia
Diario dalla Libia
Diario dalla Libia

play

12 maggio 2011 | Nuova spazio radio | intervento
Libia
Che fine ha fatto Gheddafi?
Il colonnello Gheddafi è morto, ferito oppure in perfetta forma, nonostante le bombe, e salterà fuori con la sua ennesima e prolissa apparizione televisiva? Il dubbio è d’obbligo, dopo i pesanti bombardamenti di Tripoli. Ieri è ricomparaso brevemente in un video girato durante un incontro, all'insaputa dei giornalisti, nell'hotel di Tripoli che ospita la stampa internazionale.

play

[altri collegamenti radio]




fotografie







[altre foto]