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Articolo
29 aprile 2011 - Il Fatto - Libia - Il Giornale
Ha ragione la Lega è un intervento sballato dall'inizio
Sull’incerta e confusa guerra in Libia la Lega ha ragione, anche se ciurla nel manico per interessi di bottega. Non sono certo un pacifista,ma l’avventura dell’Italia nel con­flitto libico è apparsa sballata fin dall’inizio. Una «guerra» parallela della propaganda e della disinformazione ha influenzato la per­cezione della realtà sul terreno. Il colonnel­lo Gheddafi era stato dato per spacciato, ma poi ci siamo resi conto di aver venduto la pelle dell’orso troppo presto.
Sbagliavamo ad accoglierlo a Roma, co­me se fosse la Madonna pellegrina del Nord Africa e abbiamo sbagliato dopo a mollarlo dalla sera alla mattina. Prima del­le bombe potevamo almeno giocare la car­ta dell’ultima ora con un blitz del presiden­te del Consiglio, Silvio Berlusconi, sotto la tenda da beduino per convincere Gheddafi a trovare una soluzione indolore, in nome della vecchia amicizia. Il Colonnello pote­va anche non sentir ragioni, ma l’Italia ci faceva un figurone. Ed il governo avrebbe potuto ulteriormente «giustificare» un in­tervento ben poco sentito dall’opinione pubblica.
Inutile girarci attorno: «Questa è una guerra che quasi nessuno voleva e noi me­no di tutti. Gli americani si sono sfilati e l’Ita­lia prima ha concesso un dito, poi una ma­no e adesso bombardiamo come gli altri. Speriamo almeno che da questo guazzabu­glio riemergano i nostri interessi naziona­li ». Non lo dice Gino Strada, ma il generale Mario Arpino, ex capo di Stato maggiore della Difesa.
Al momento il risultato è che i rubinetti del gas verso l’Italia sono chiusi e le conces­sioni petrolifere dell’Eni nella Sirte riman­gono a rischio, perchè nella zona corre la linea del fronte. Non solo: Gheddafi ha aper­t­o i cancelli ai clandestini diretti a Lampedu­sa. Il Colonnello è ancora al potere e con­trolla metà del Paese, a parte Misurata sotto assedio e qualche altro focolaio. Per non parlare dei 700 milioni di euro che secondo la Lega ci costerebbe questa imprevedibile guerra. Una cifra probabilmente esagerata, ma in tempi di crisi e con diecimila soldati impegnati all’estero, un altro conflitto pro­prio non ci serviva.
Dopo i radar ci siamo impegnati a colpire anche carri armati, caserme, arsenali per non far meno degli alleati. Qualcuno dovrà spiegarci perchè possiamo bombardare i militari libici e non i talebani in Afghani­stan, ben più tagliagole, dove i nostri caccia fanno solo fotografie. Oppure secondo qua­le logica colpiamo la Libia, ma non la Siria dove il regime sta massacrando il proprio popolo, come Gheddafi a Misurata.
E non ci vengano a dire che da una parte ci sono solo i fan del colonnello, tutti cattivi o sanguinari e dall’altra i buoni, esempio di democrazia. Il capo politico dei ribelli e quello militare erano rispettivamente mini­stro della Giustizia e dell’Interno di Ghed­dafi fino all’altro giorno. A Derna e Al Baida gli ex prigionieri di Guantanamo ed i vetera­ni della guerra santa in Irak sono in prima fila contro il regime.
Il colonnello, dopo 42 anni al potere, ha fatto il suo tempo ed ora che siamo in ballo dobbiamo ballare fino in fondo, ma forse era meglio restare neutrali come la Germa­nia.

video
27 marzo 2011 | Domenica CInque | reportage
Diario dalla Libia in fiamme
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25 marzo 2011 | Studio Aperto | reportage
Diario dalla Libia in fiamme
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18 marzo 2011 | TG4 | reportage
Diario dalla Libia in fiamme
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radio

18 marzo 2011 | Radio Capodistria | intervento
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IL vaso di pandora
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12 maggio 2011 | Nuova spazio radio | intervento
Libia
Che fine ha fatto Gheddafi?
Il colonnello Gheddafi è morto, ferito oppure in perfetta forma, nonostante le bombe, e salterà fuori con la sua ennesima e prolissa apparizione televisiva? Il dubbio è d’obbligo, dopo i pesanti bombardamenti di Tripoli. Ieri è ricomparaso brevemente in un video girato durante un incontro, all'insaputa dei giornalisti, nell'hotel di Tripoli che ospita la stampa internazionale.

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09 marzo 2011 | Panorama | intervento
Libia
Diario dalla Libia
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26 aprile 2011 | Radio 101 | intervento
Libia
Con Luxuria bomba e non bomba
Il governo italiano, dopo una telefonata fra il presidente americano Barack Obama ed il premier Silvio Berlusconi, annuncia che cominciamo a colpire nuovi obiettivi di Gheddafi. I giornali titolano: "Bombardiamo la Libia". E prima cosa facevamo? Scherzavamo con 160 missioni aeree dal 17 marzo?

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26 agosto 2011 | Radio Città Futura | intervento
Libia
I giornalisti italiani rapiti a Tripoli


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