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04 maggio 2011 - Il Fatto - Libia - Il Giornale
Gheddafi non deve fare la stessa fine di Bin Laden
Il Colonnello Gheddafi de­ve fare la fine di Osama Bin La­den? Uccidere il capoccia libi­co è tutta un’altra storia, che ri­schia di farci valicare una sotti­le linea rossa. Neppure Sad­dam Hussein, che di mattanze ai danni del proprio popolo se ne intendeva, è stato fatto fuori manu militari dagli americani.
Lo hanno processato ed impic­cato i suoi connazionali, anche se nemici storici. Non solo: far fuori Gheddafi, forse è una scorciatoia per sbloccare un conflitto impantanato, ma ri­mane un azzardo dagli esiti im­prevedibili.
Il Colonnello, che ha fatto il suo tempo dopo 42 anni al pote­re, è pur sempre un leader politi­co fino a due mesi e mezzo fa riconosciuto e omaggiato da tutti. Seppure golpista veniva accolto con fanfare ed onori, no­nostante le sceneggiate bedui­ne, perché aveva le chiavi del gas e del petrolio. Da un giorno all’altro è diventato sanguina­rio e pazzo, nella terminologia alleata,anche se a Bengasi,dal­l’altra parte del fronte libico, non ci sono proprio le educan­de della democrazia.
Se proprio volevamo farlo fuori bisognava pensarci nel 1986, quando il presidente ame­ricano Ronald Reagan cercò di eliminarlo grazie ad un’ondata di raid per le collusioni del suo regime con il terrorismo inter­nazionale. Quando una bom­ba da mille chili piombò sul soli­to bunker di Bab al Azizya,
il Co­lonn­ello si salvò la pelle in pigia­ma grazie ad una provvidenzia­le telefonata dell’allora pre­mier Bettino Craxi. Poi Ghedda­fi si è redento e l’Occidente, a torto o ragione, l’ha sdoganato con in prima fila l’Italia.Non so­lo: per dimostrare che faceva sul serio ha abbandonato le vel­leità sulle armi di distruzione di massa e collaborato con gli americani nella lotta contro Al Qaida.
Adesso stiamo provando a farlo fuori come lo sceicco del terrore che sognava lo scontro di civiltà e voleva affossare l’Oc­cidente a colpi
di attentati cata­strofici. Gheddafi, negli ultimi anni, si accontentava di far sop­portare il suo regime e le perso­nali stravaganze, in cambio di lauti contratti energetici agli oc­cidentali, a cominciare dagli ita­liani.
Il primo maggio la Nato ha cercato di ammazzarlo sba­gliando mira. La faccenda è sta­ta mediaticamente oscurata dall’eliminazione,attesa da die­ci anni, di Osama Bin Laden. Sotto le bombe «mirate» a Tri­poli sarebbero rimasti l’erede più giovane del Colonnello e tre nipoti. Ogni volta che decol­la un nostro caccia verso la Li­bia si ribadisce che è una guer­ra «umanitaria» in difesa della popolazione inerme e che gli obiettivi sono esclusivamente militari. Poi centriamo in pieno un’abitazione civile dei familia­ri di Gheddafi. Almeno prima ti­ravamo qualche missile sui pa­lazzotti di Bab al Azizya, come pressante «invito» a farsi da par­te, più che minaccia reale. La ve­rità è che facendo fuori Ghedda­fi si spera di far crollare il regi­me uscendo dal pantano di una guerra civile e dallo stallo milita­re in cui ci siamo infilati.
Dopo le minacce specifiche all’Italia, pronunciate dal Co­lonnello, forse qualcuno pensa che girando la testa dall’altra parte rispetto a francesi ed in­gl­esi con il grilletto facile si evite­ranno guai peggiori. Però il pre­sidente del Consiglio, Silvio Ber­lusconi, sembra più che convin­to quando dice che è «gravissi­mo » uccidere Gheddafi junior. Neppure Slobodan Milose­vic e tantomeno la sua famiglia sono finiti nel mirino dei caccia Nato a Belgrado. I bombarda­menti erano più massicci che in Libia ed il tribunale interna­zionale dell’Aja accusava la zar serbo di genocidio in Kosovo.
Bisognerebbe anche chieder­ci se le sette vite del Colonnello dipendano da qualche aiutino inconfessabile, come nel 1986. I turchi chiedono che si faccia da parte, ma la loro ambasciata è l’unica della Nato ancora aper­ta a Tripoli. I rappresentanti di Russia e Cina, due superpoten­ze, sono stati i primi a gridare al lupo contro l’eliminazione dal cielo di Gheddafi.
Il Colonnello non è un sante­rellino ma noi occidentali ce la sentiamo veramente di con­dannarlo a morte come Osama Bin Laden? Dopo aver cattura­to Saddam, destinato al patibo­lo, ci si cullava nell’infondata speranza che fosse tutto finito. Invece gli americani si sono dis­sanguati in una lunga e lenta guerra fra bande. Morto Ghed­dafi il regime potrebbe afflo­sciarsi come un castello di car­te, ma se non fosse così la Libia rischierebbe di trasformarsi in un nuovo Irak.
[continua]

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Che fine ha fatto Gheddafi?
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