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24 aprile 2011 - Esteri - Libia - Il Caffè
Misurata può essere una vittoria di Pirro
“Misurata è libera” annunciano i ribelli, ma ancora una volta le notizie giunte dalla Libia possono avere diverse facce. L’apparente successo degli strenui difensori nella terza città del Paese, 200 chilometri ad est di Tripoli, rischia di rivelarsi una vittoria di Pirro. Muammar Gheddafi sapeva che gli europei stavano organizzando una spedizione “umanitaria” a Misurata, la Stalingrado libica stritolata da due mesi d’assedio. I piani, ancora segreti, prevedevano di far scortare gli aiuti da truppe da sbarco, che non avrebbero esitato ad aprirsi un varco ai danni dell’armata verde di Gheddafi. Il colonnello sa che in un confronto diretto con la Nato non ci sono speranze e da buona volpe del deserto ha disinnescato il pericolo. Misurata è comunque un osso troppo duro per i suoi denti. Gran parte della popolazione ha legami familiari con Bengasi, la “capitale” dei ribelli. La flotta occidentale non ha mai permesso alle navi libiche, ancora fedeli al colonnello, di bloccare il porto, sempre rimasto in mano ai ribelli, come strategica ed unica via di rifornimento e fuga. L’assedio si è rivelato subito difficile e sanguinoso. Conquistare completamente la città non solo sarebbe stato arduo militarmente, ma avrebbe comportato il rischio di una carneficina. Il bagno di sangue sarebbe facilmente servito a far scattare lo sbarco della Nato a Misurata. Gheddafi non ha fatto altro che alzare una cortina fumogena lasciando campo libero alle tribù. Attorno a Misurata sa che i clan a lui fedeli sono in minoranza, ma far finta di passare la palla alle milizie tribali è una mossa per uscire dall’impasse dell’assedio, che non faceva passi avanti. In realtà l’esercito libico, come ha annunciato il viceministro degli Esteri, Khaled Kaim, ripiegherà alle porte della città semplicemente allargando il cerchio. Non a caso lo stesso portavoce dei ribelli, Mustafà Gheriani, ha dichiarato: "Il Consiglio transitorio Nazionale vorrebbe moltissimo vedere le forze di Gheddafi ritirarsi completamente da Misurata, ma non siamo ottimisti". Nel frattempo un drone lanciato dagli americani sulla Libia ha colpito per la prima volta un obiettivo non identificato. Il dispiegamento di 5 velivoli a pilotaggio remoto, su una flotta di 48, è un aiuto in più all’offensiva aerea, ma ha una valenza soprattutto psicologica. In Afghanistan e Pakistan la Cia utilizza i droni per l’eliminazione mirata dei comandanti di Al Qaida. Il messaggio per il colonnello è chiaro. Lo stesso Pentagono ha ammesso che la situazione sul terreno in Libia è in una fase di stallo. La Nato ha perfettamente capito che i ribelli non vinceranno solo con l’appoggio aereo, che per evitare vittime civili non può essere massiccio. Per questo motivo inglesi, francesi e pure gli italiani hanno cominciato ad inviare addestratori per trasformare l’Armata Brancaleone ribelle in un vero esercito capace di ribaltare il regime. Ci vorranno almeno sei mesi, ma il tempo gioca a sfavore degli occidentali e favorisce i malumori di Russia e Cina. Con il colonnello bisogna chiudere la partita più in fretta. Per farlo i generali sanno che l’unica soluzione è intervenire nella guerra civile via terra. Uno sbarco alleato in Libia, però, è un’incognita che fa tremare i polsi a gran parte dei governi europei risvegliando gli incubi di un secondo Iraq.

video
24 marzo 2011 | Pomeriggio Cinque | reportage
Diario dalla Libia in fiamme
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06 marzo 2011 | Matrix | reportage
Emergenza Libia
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04 aprile 2011 | TG4 | reportage
Diario dalla Libia in fiamme
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radio

12 maggio 2011 | Nuova spazio radio | intervento
Libia
Che fine ha fatto Gheddafi?
Il colonnello Gheddafi è morto, ferito oppure in perfetta forma, nonostante le bombe, e salterà fuori con la sua ennesima e prolissa apparizione televisiva? Il dubbio è d’obbligo, dopo i pesanti bombardamenti di Tripoli. Ieri è ricomparaso brevemente in un video girato durante un incontro, all'insaputa dei giornalisti, nell'hotel di Tripoli che ospita la stampa internazionale.

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02 marzo 2011 | Panorama | intervento
Libia
Diario dalla Libia
Una nube nera su tutta Tripoli

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29 aprile 2011 | Spazio Radio | intervento
Libia
Piegare Gheddafi e preparare l'intervento terrestre
Gli americani spingono con insistenza per un maggiore coinvolgimento dell’Italia nel conflitto in Libia, non solo per passare il cerino politico agli europei. L’obiettivo finale è piegare il colonnello Gheddafi e far sbarcare una forza di interposizione in Libia, con ampia partecipazione italiana. Un modello stile ex Yugoslavia, dove il contingente occidentale è arrivato dopo l’offensiva aerea.

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26 agosto 2011 | Radio Città Futura | intervento
Libia
I giornalisti italiani rapiti a Tripoli


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18 marzo 2011 | Radio Capodistria | intervento
Libia
IL vaso di pandora
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