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Articolo
11 maggio 2011 - Prima - Libia - Il Giornale
Mistero su Gheddafi. Ucciso dalle bombe?
Il colonnello Gheddafi è morto, ferito oppure in perfet­ta forma, nonostante le bom­be, e salterà fuori con la sua ennesima e prolissa appari­zione televisiva? Il dubbio è d'obbligo, dopo i pesanti bombardamenti di Tripoli di lunedì notte, che avrebbero puntato anche ai rifugi segre­ti del nemico numero uno del­la Nato. Non solo: dal 30 apri­le, quando gli alleati hanno centrato la casa del figlio, do­ve si trovava Gheddafi, si rin­corrono le voci sulla 'scom­parsa' del capoccia libico. Nel bombardamento mirato sono morti l'erede più giova­ne, Seif el Arab, e tre nipotini. Il colonnello l'avrebbe scam­pata, ma ieri il vescovo di Tri­poli, Giovanni Martinelli ha dichiarato: «Non ho alcuna notizia che sia morto. Magari è stordito, ferito o ha scelto di mettersi da parte, dopo l'ucci­sione del figlio».
Anche la Nato ci ha messo del suo per alimentare il gial­lo. Alla domanda dei giornali­sti se il Colonnello sia vivo o morto, il generale Claudio Ga­bellini ha risposto: «Non ab­biamo nessuna prova su cosa Gheddafi stia facendo e non ci interessa realmente». L'al­to ufficiale italiano è coinvol­to nella pianificazione del conflitto in Libia e ci tiene a ribadire, cozzando con la re­altà dei fatti, che «la Nato non colpisce individui, ma centri di comando e controllo per­chè vogliamo che Gheddafi smetta di dare ordini di attac­care i civili. Non siamo inte­ressati alla sua vita».
Sul campo, come era già ca­pitato con i serbi a Belgrado, i caccia avrebbero centrato la televisione di Stato e l'agen­zia di stampa ufficiale Jana a Tripoli. La tv è la grancassa propagandistica del regime a tal punto che uno dei più noti presentatori appariva spesso in studio brandendo un ka­lashnikov.
Gli obiettivi degli attacchi notturni sarebbero stati an­che i
rifugi segreti di Ghedda­fi e non solo Bab al Azizya, l'ex bunker del colonnello. A Tripoli hanno udito almeno otto esplosioni molto forti, ma i governativi sostengono che sono stati colpiti edifici ci­vili. Un ospedale è risultato danneggiato dalle esplosioni su un obiettivo, non identifi­cato, poco distante.
Il generale Gabellini ha sve­lato che «dal 31 marzo ad og­gi i velivoli della Nato e dei partner hanno condotto cir­ca 150 sortite al giorno. Dall' inizio dell'operazione sono state condotte oltre 5.500 mis­sioni di cui oltre 2.200 di attac­co ». Oltre al giallo sulla sorte del colonnello se ne è aggiun­to un altro sul portavoce go­vernativo,
Moussa Ibrahim. Un sito dei ribelli libici an­nunciava, ieri, che avrebbe tentato di fuggire in Tunisia, ma sarebbe stato scoperto ed eliminato come disertore. L'Ansa continuava a citarlo, fino alle quattro del pomerig­gio, con dichiarazioni sui bombardamenti della notte precedente. La nebbia della disinformazione si addensa anche su un'ipotetica rivolta armata in alcuni quartieri del­la capitale annunciata dalla tv Al Arabiya. Un'altra notizia incontrollata dava per certo che la bandiera dei ribelli sventolasse su Mittiga, l'aero­porto militare verso il sobbor­go di Tagiura, dove cova la ri­volta. I governativi hanno smentito sostenendo che «è tutto tranquillo».
Invece non ci sono dubbi che si combatte a Misurata, la terza città del Paese, a ovest di Tripoli. Dal 2 maggio la Nato ha distrutto 30 obietti­vi governativi, fra artiglieria, carri armati, lanciamissili e depositi di munizioni attor­no alla Stalingrado libica. I ri­b­elli stanno rompendo l'asse­dio e avanzano su tre direttri­ci. Le truppe di Gheddafi so­no state respinte a 15 chilo­metri dal centro, ma tengono ancora la zona dell'aeropor­to. L'obiettivo degli insorti è di congiungersi con le forze ri­belli che combattono nell' area di Zintan. «Se l'avanzata delle ultime 24 ore continue­rà mercoledì saremo alle por­te della città» ha assicurato l'ex colonnello Haj Moham­mad, a capo dell'offensiva. Il successo dipenderà, come sempre, dai bombardamenti della Nato: «Se fanno il loro lavoro, noi faremo il nostro», ha spiegato l'ufficiale.
Ad aprire un ulteriore fron­te ci penserà la discussa giu­stizia internazionale. Da indi­screzioni dell'Onu, la Corte penale dell'Aia potrebbe an­nunciare lunedì i mandati di cattura per crimini di guerra e contro l'umanità nei con­fronti del Colonnello, del fi­glio più intelligente, Seif el Islam e del capo dei servizi se­greti libici.

www.faustobiloslavo.eu

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22 marzo 2011 | Mattino Cinque | reportage
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24 marzo 2011 | TG4 | reportage
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26 aprile 2011 | Radio 101 | intervento
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Con Luxuria bomba e non bomba
Il governo italiano, dopo una telefonata fra il presidente americano Barack Obama ed il premier Silvio Berlusconi, annuncia che cominciamo a colpire nuovi obiettivi di Gheddafi. I giornali titolano: "Bombardiamo la Libia". E prima cosa facevamo? Scherzavamo con 160 missioni aeree dal 17 marzo?

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12 maggio 2011 | Nuova spazio radio | intervento
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Che fine ha fatto Gheddafi?
Il colonnello Gheddafi è morto, ferito oppure in perfetta forma, nonostante le bombe, e salterà fuori con la sua ennesima e prolissa apparizione televisiva? Il dubbio è d’obbligo, dopo i pesanti bombardamenti di Tripoli. Ieri è ricomparaso brevemente in un video girato durante un incontro, all'insaputa dei giornalisti, nell'hotel di Tripoli che ospita la stampa internazionale.

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