image
Articolo
23 giugno 2011 - Esteri - Libia - Il Giornale
Parigi ossessionata da Gheddafi: "Bombe, non tregue umanitarie"
L’Italia appoggia un’idea per risolvere la crisi in Libia con meno bombe possibili e «zak» i cugini d’Oltralpe, pe­rennemente con il nasino al­l’insù, ci bacchettano come se fossimo i soliti calabraghe. A questo punto verrebbe sponta­neo invitare la Grandeur, più che ad andare a quel paese, a farsi la guerra contro Gheddafi da sola.
L’ennesimo «scontro» con i francesi appoggiati da Londra e dalla Nato inizia ieri durante l’audizione alle Commissioni Esteri riunite di Camera e Sena­to. In vista del Consiglio euro­peo, che si riunisce a Bruxelles questa mattina, il ministro de­gli Esteri, Franco Frattini, lan­cia l’idea di una sospensione li­mitata
e probabilmente circo­scritta dei bombardamenti in Libia per aprire dei «corridoi umanitari». In realtà il piano non è italiano, ma dovrebbe ar­rivare come richiesta dal­l’Unione europea, dalla Lega araba, dall’Unione africana, e dall’Onu. Secondo Frattini è «fondamentale un’immediata sospensione delle ostilità per creare corridoi umanitari» in grado di aiutare la popolazio­ne. Un’idea già discussa alCai­ro sabato scorso con le Nazioni Unite e l’Unione europea rap­presentata dalla baronessa in­glese Catherine Ashton. Il mini­stro precisa che «un appello in­ternazionale per i corridoi umanitari riceverebbe il soste­gno dell’Italia». E ribadisce che il cessate il fuoco è «in pri­mo piano nella strategia politi­ca dei negoziati».
I francesi alzano subito le barricate. Il portavoce del mini­­stero degli Esteri, Bernard Vale­ro, ricorda che «bisogna inten­sificare la pressione su Ghed­dafi ». Secondo il portavoce «qualsiasi sospensione delle operazioni rischierebbe di far
guadagnare tempo» a Ghedda­fi. In pratica l’apertura italiana è un mezzo tradimento che permetterebbe al colonnello di «riorganizzarsi». Per il Quai d’Orsay«sarebbe il popolo libi­co a soffrire al più piccolo se­gnale di una nostra debolez­za ». Più che debolezza si tratta di un’ipotesi che secondo Frat­tini «permetterebbe l’accesso a località della Libia isolate nel­le quali la situazione umanita­ria è drammatica, come la peri­feria di Misurata».
Al fianco delle cannonate verbali francesi si schierano gli inglesi. Il portavoce del primo
ministro britannico, David Ca­meron, ribadisce che la coali­zione deve «intensificare le azioni sulla Libia». Magari fa­cendo maggiore attenzione ad evitare vittime civili, che secon­do il regime di Tripoli sarebbe­ro già 700.
I corridoi umanitari riguar­derebbero
anche le montagne occidentali dove avanzano i ri­belli.
Alla fine è sceso in campo il segretario dell’Alleanza, An­ders Fogh Rasmussen: «La Na­to continuerà le operazioni per evitare innumerevoli perdi­te fra i civili». Chissà cosa ne pensano i tedeschi, neutrali fin dall’inizio, i turchi che parteci­pano solo all’embargo navale, gli spagnoli in retrovia e i paesi del nord che stanno ritirando i lorocaccia.L’Italia non ha cer­to bocciato la no fly zone o mes­so in dubbio la missione Nato, ma punta a giocare una carta diversa per uscire dallo stallo.
Non a caso il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha ri­badito ieri «che di tre mesi in tre mesi abbiamo rinnovato il nostro impegno, quindi fino a settembre». Secondo il mini­stro
«per quella data ci auguria­mo che il dopo Gheddafi sia co­sa già realizzata». Se così non fosse La Russa ha dichiarato a Sky Tg24 «che potremmo met­tere in discussione il nostro modo di partecipazione. Fin dall’inizio offriamo le nostre basi e siamo in condizioni di credito verso tutte le altre na­zioni partecipanti». La Russa ha appena evitato la chiusura del comando Nato di Bagnoli, a Napoli, ma nella ristruttura­zione dell’Alleanza quello na­vale è destinato a sparire ve­nendo unificato a Londra. Pro­prio a Nisida, di fronte a Napo­­li, l’ammiraglio Rinaldo Veri comanda le operazioni maritti­me contro la Libia, che la Nato ci intima di non mollare, assie­me ai bombardamenti.

video
03 aprile 2011 | TG4 | reportage
Diario dalla Libia in fiamme
Diario dalla Libia in fiamme

play
24 marzo 2011 | Studio Aperto | reportage
Diario dalla Libia in fiamme
Diario dalla Libia in fiamme

play
18 marzo 2011 | Mattina 5 | reportage
Diario dalla Libia in fiamme
Diario dalla Libia in fiamme

play
[altri video]
radio

06 marzo 2011 | Panorama | intervento
Libia
Diario dalla Libia
Diario dalla Libia

play

10 marzo 2011 | Panorama | intervento
Libia
Diario dalla Libia
Diario dalla Libia

play

22 marzo 2011 | Panorama | intervento
Libia
Diario dalla Libia
Diario dalla Libia

play

09 marzo 2011 | Panorama | intervento
Libia
Diario dalla Libia
Diario dalla Libia

play

29 aprile 2011 | Spazio Radio | intervento
Libia
Piegare Gheddafi e preparare l'intervento terrestre
Gli americani spingono con insistenza per un maggiore coinvolgimento dell’Italia nel conflitto in Libia, non solo per passare il cerino politico agli europei. L’obiettivo finale è piegare il colonnello Gheddafi e far sbarcare una forza di interposizione in Libia, con ampia partecipazione italiana. Un modello stile ex Yugoslavia, dove il contingente occidentale è arrivato dopo l’offensiva aerea.

play

[altri collegamenti radio]




fotografie







[altre foto]