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07 luglio 2011 - Esteri - Austria - Il Giornale
L'Austria si inchina all'ultimo imperatore
Il corpo riposerà per sempre nella cripta degli imperatori nella chiesa dei Capuccini a Vienna. Il cuore verrà sepolto, come vuole la tradizione, in Ungheria, la se­conda testa dell’aquila bicipite simbolo della corona. Otto d’Asburgo, il figlio dell’ultimo imperatore, avrà l’onore di cin­que funerali. Durante i 13 giorni di lutto rinascerà l’Austria Felix, il passato imperiale, un pezzo di storia dell’Europa travolto dalla prima guerra mondiale.
Otto d’Asburgo è morto lunedì scorso all’età di 98 anni. Il destino vuole che quando ne aveva appe­na 4, l’ultimo erede austro-unga­rico seguisse il feretro del grande imperatore Francesco Giuseppe. Un bambino, l’unico vestito di bianco in mezzo ad una folla ri­gorosamente in nero.
L’impero non esiste più, ma il suo ricordo sopravvive. La bara dell’ultimo Asburgo che rinunciò alla corona nel 1961, per poter tornare in Austria, è esposta da ieri nella chiesa di San Ulrich nei pressi di Pöcking, a sud di Mona­co di Baviera. In questo piccolo villaggio Otto d’Asburgo risiede­va dal 1954. Il feretro è vegliato da una guardia d’onore con stemmi e bandiere dell’«Austria-Unghe­ria ». La bara è avvolta nella ban­diera imperiale gialla e nera, che sventolò su innumerevoli campi di battaglia. Per montare la guar­dia si danno il cambio compa­gnie tirolesi di Schützen con as­sociazioni patriottiche come l’« Ostaricia» di Innsbruck o la «Ma­ximiliana » di Vienna. Il clima di
altri tempi sta attraendo migliaia di mitteleuropei per l’ultimo sa­luto all’erede dell’impero. Nel 1989, al funerale della madre di Otto, l’imperatrice Zita, a Vienna c’erano 40mila persone. Il primo addio all’Asburgo ha avuto luogo martedì con una messa da re­quiem del vescovo ausiliare di Salisburgo Andreas Laun, che battezzò alcuni dei sette figli e quasi tutti i 22 nipoti del defunto.
Il feretro verrà trasportato in tre­no a Monaco nel fine settimana, dove si terrà il secondo «funera­le » dell’erede al trono. Una tappa irrinunciabile per Otto d’Asburgo che per 20 anni ha rappresentato al parlamento europeo il partito
cristiano- sociale bavarese.
Prima della capitale austriaca il saluto più toccante del lungo addio si ter­rà martedì prossimo a Mariazell, in Stiria, il più antico santuario mariano della monarchia asbur­gica. Sul sagrato della basilica la bara di Otto verrà affiancata a quella della moglie Regina scom­parsa
lo scorso anno. Non è un caso: a Mariazell la coppia di un impero che non c’è più aveva fe­steggiato le nozze d’oro.
Il 14 luglio le bare arriveranno a Vienna sempre in treno. Il fune­rale,
quasi di stato, si terrà due giorni dopo alla presenza delle più alte autorità del paese e di numerose teste coronate d’Euro­pa. La grande messa da requiem verrà officiata nel duomo di San­to Stefano dal cardinale Chri­stoph Schönborn, che ha definito l’evento «un momento storico per l’Austria». Solo il 17, il giorno dopo, il cuore del­l’ultimo ere­de dell’impe­ro sarà sepolto in Ungheria, do­ve Otto è stato educato dai monaci benedettini.
Il corteo funebre avvolto dalla folla si snoderà nel centro storico di Vienna per riportare Otto nella cripta imperiale dei Capuccini, dove sono sepolti 145 membri degli Asburgo dal 1633. Al termi­ne del tragitto l’araldo busserà con la mazza alla porta della chiesa. Dall’interno, come è sem­pre avvenuto nei secoli, un ca­puccino chiederà: «Chi vuole en­trare? ». L’araldo risponderà: «Ot­to d’Asburgo, erede al trono d’Austria e d’Ungheria, dei regni di Boemia, Croazia, Dalmazia, Slavonia, Galizia, delle contee di Gorizia e Gradisca...». «Non lo conosco» dirà il frate. L’araldo ci proverà di nuovo annunciando «l’erede al trono di Austria e Un­gheria ». E riceverà un altro rifiu­to. Alla fine annuncerà semplice­mente: «Otto, un povero peccato­re ». E la porta della chiesa si apri­rà all’ultimo Asburgo, che ha vis­suto la fine dell’impero.

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[continua]

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