image
Articolo
26 luglio 2011 - Prima - Afghanistan - Il Giornale
Battaglia contro i talebani Ucciso paracadutista italiano
Una furiosa battaglia scoppia­t­a poco prima dell’alba e durata di­verse ore, con i talebani che aspet­tavano al varco i paracadutisti ita­liani. L’intervento degli elicotteri d’attacco Mangusta e dei caccia bombardieri alleati, che hanno col­pito gli insorti dal cielo. In una mat­t­inata di guerra in Afghanistan è ca­duto il caporal maggiore dei para­cadutisti David Tobini, 28 anni. Du­rante i combattimenti sono rima­sti feriti altri due parà. Il caporal maggiore Simone D’Orazio è stato colpito al petto e le sue condizioni sono critiche.
Neanche a farlo apposta l’enne­simo tributo di sangue italiano in Afghanistan precede di poche ore la votazione in Parlamento sul rifi­nanziamento delle missioni al­l’estero. I paracadutisti del 183˚ Reggimento Nembo, assieme alle forzedisicurezzaafghane, doveva­no perquisire il villaggio di Khame Mallawi, nella valle di Bala Mur­ghab. A 10 chilometri dalla base avanzata Columbus sul fronte nord dello schieramento italiano di 4200 uomini.L’obiettivo era sco­vare armi e trappole esplosive,
che fanno saltare in aria i convogli del­la Nato. I poliziotti afghani cercava­no pure un comandante locale, via di mezzo fra boss degli insorti e si­gnore della droga. Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha dichia­r­ato che i soldati italiani e le forze af­ghane avevano compiuto «positi­vamente » la missione, quando è scoppiato l’inferno. Alle 4.15 di ie­ri, nel buio che precede l'alba, la co­lonna ha subito un primo attacco con armi leggere e lanciarazzi Rpg. I paracadutisti erano in parte ap­pie­dati ed il caporal maggiore Tobi­ni è stato fulminato da un proiettile alla testa. Nel primo attacco è rima­sto gravemente ferito al petto an­che il caporal maggiore D’Orazio.
«I paracadutisti hanno comin­ciato a manovrare per contrastare
la minaccia- racconta il portavoce del contingente, maggiore Marco Amoriello - e sganciarsi dall’area sotto il fuoco degli insorti». La bat­taglia, però, non era ancora finita. «Dopo aver cercato riparo in alcu­ne case, i militari sono stati attacca­ti nuovamente da altri insorti» ha spiegato il ministro della Difesa. I talebani del secondo attacco si an­nidavano in alcune abitazioni. Spesso trasformano i villaggi in roc­caforti con feritoie e postazioni trincerate. Durante la seconda on­data di fuoco è stato ferito al gomi­to il caporal maggiore Francesco Arena.
Dalla base italiana di Bala Mur­ghab sono entrati in azione i mor­tai da 120 millimetri. I paracaduti­sti sotto tiro hanno chiesto l’appog­gio aereo. Nella valle della provin­cia d­i Badghis sono piombati quat­tro elicotteri Mangusta, oltre ad un caccia francese ed uno americano, che hanno bombardato. La batta­glia è andata avanti per gran parte della mattinata. I parà hanno allar­gato del 50% la bolla di sicurezza verso nord, in direzione del confi­ne con il Turkmenistan. L’obietti­vo è «liberare» la Lithium, una pi­sta che porta all’ex repubblica so­vietica per costruire uno strategico gasdotto che arriverà in Pakistan ed India. Il problema è che la via del Turkmenistan viene usata per contrabbandare l’oppio,che serve ai talebani locali per armarsi. In questo ginepraio ha trovato la mor­te la terza vi­ttima italiana in Afgha­nistan in appena un mese. La fami­glia di Tobini vive in una frazione di Roma. Diplomato nel 2001 «la sua vita era per l’esercito - raccon­tano gli amici - e tifava per la La­zio ». Il caporal maggiore era appas­sionato
degli Oasis, giocava a Ri­siko e seguiva la trasmissione Re­port , secondo Facebook. La salma rientrerà domani in Italia.La fami­glia di D’Orazio, il parà in gravi con­dizioni, vive a Roccaraso,in provin­cia de L’Aquila. Arena, il ferito leg­gero, è padre di un bimbo di un an­no e ieri ha telefonato ai genitori nel viterbese. Dusolina, un’amica della famiglia Tobini, che ha perso il figlio sulla prima linea afghana, è sbottata: «Questa doveva essere una missione di pace ma ci sta por­tando via i nostri ragazzi. Portateli via da lì». I parà saluteranno il loro ultimo caduto gridando «Folgore» e reciteranno la loro preghiera. Molti si sono tatuati le sue parole più forti sul braccio: «Se è scritto che cadiamo sia!».
www.faustobiloslavo.eu
[continua]

video
28 ottobre 2012 | TGCOM | reportage
Così sono saltato in aria in aria su una trappola esplosiva con i soldati italiani in Afghanistan
L’esplosione è improvvisa, quando meno te l’aspetti, lungo una pista arida, assolata e deserta, che si infila fra le montagne. Non hai neppure il tempo di capire se sei vivo o morto, che la polvere invade il super blindato Cougar fatto apposta per resistere alle trappole esplosive. E’ come se la mano del Dio talebano afferrasse il bestione da 14 tonnellate in movimento fermandolo come una macchinina giocattolo. “Siano saltati, siamo saltati” urla alla radio il tenente Davide Secondi, che conduce la missione per stanare gli Ied, le famigerate trappole esplosive. E poi sbotta: “Porco demonio”.

play
16 novembre 2001 | Studio Aperto - Italia 1 | reportage
Cronaca da Kabul liberata
Cronaca da Kabul liberata

play
18 novembre 2001 | Studio Aperto - Italia1 | reportage
I campi del terrore ed i documenti di Al Qaida
I campi del terrore ed i documenti di Al Qaida

play
[altri video]
radio

14 luglio 2011 | Nuova Spazio Radio | intervento
Afghanistan
Si può vincere questa guerra?
Dopo la morte in combattimento dell'ultimo parà della Folgore, fino a quanto dovremo restare in Afghanistan? Almeno fino a quando gli afghani riusciranno a garantirsi da soli la sicurezza, altrimenti caliamo le braghe e la diamo vinta ai talebani. Per sconfiggerli non basta la forza delle armi.

play

[altri collegamenti radio]




fotografie







[altre foto]