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14 agosto 2011 - Esteri - Libia - Il Giornale
Il giallo della figlia del rais: "Scampò alle bombe dell'86"
Hana, la figlia adottiva del co­lonnello Gheddafi, piccola 'marti­re' dei bombardamenti americani in Libia del 1986, forse non è mai morta. Lo sostiene il quotidiano in­glese Daily Telegraph , che ha visto i documenti di una visita dentisti­ca del 2008 a Hana Gheddafi, a Tri­poli, conservati nell'ambasciata li­bica di Londra. Nell'intreccio di propaganda e mi­­steri, in gran parte infondati, sul clan del colonnello con figli dati per morti tre volte e altri in fuga, si aggiunge il giallo su Hana.
Nel 1986 i caccia americani attac­carono la Libia su ordine del presi­dente Ronald Reagan. Uno degli obiettivi era la residenza del colon­nello e famiglia di Bab al Azizya, nel centro di Tripoli. Gheddafi si salvò all'ultimo minuto grazie ad una soffiata dell'allora premier Bet­tino Craxi.
Sotto le macerie della sua residen­za bunker rimase uccisa, secondo la versione ufficiale, la piccola Ha­na, di solo sedici mesi. Una delle due figlie adottive del Colonnello. La moglie di Gheddafi si presentò
alle telecamere, sorreggendosi ad una stampella, sulle macerie di Bab al Azizya e minacciò vendetta. Al suo fianco aveva un figlio ma­schio, forse Seif el Islam ed in brac­cio una bambina, probabilmente Aisha, l'unica figlia naturale del Co­lonnello.
Hana, la più piccola del clan, veni­va pianta come una ' martire'. L'in­telligence occidentale ha collega­to la vendetta per i raid del 1986 all' attentato di Lockerbie. Molti oppo­sitori libici, però, hanno sempre espresso dubbi sulla reale scom­parsa
di Hana. Da pochi giorni il personale diplo­matico di Tripoli a Londra è stato espulso. L'ambasciata è finita nel­la mani dei ribelli di Bengasi. Fra i documenti ritrovati nell'archivio dell 'ufficio del popolo', alcuni hanno riaperto il mistero di Hana. Nel 2008 l'ambasciatore libico, Omar Jelban, si occupò personal­mente di organizzare un viaggio a Tripoli, in business class, per Ste­phen Hopson, dentista inglese. Il rappresentante diplomatico ave­va inviato un fax in cui spiegava che il professionista doveva visita­re 'Hana Gheddafi'. Il dentista non ha voluto nè confermare, nè smentire che si trattasse della figlia data per morta del Colonnello. La scorsa settimana il giornale tede­sco Die Welt ha pure sostenuto che la figlia adottiva del Colonnello è ancora viva e vegeta a Tripoli. Nel 1999, secondo l'agenzia di stampa cinese, fra gli invitati ad una cena offerta dal Colonnello al leader su­dafricano Nelson Mandela c'era pure una certa Hana Gheddafi.
Da Tripoli il governo sostiene che la Hana delle misteriosa visita den­tistica è la seconda figlia adottiva di Gheddafi chiamata così dopo la morte della prima.
Da quando è scoppiata la rivolta si susseguono notizie, spesso infon­date, sulla decina di figli del Colon­nello. Khamis, il comandante mili­­tare, è stato dato tre volte per mor­to o ferito gravemente. L'ultima sparata dei ribelli riguardava un raid della Nato che lo avrebbe ucci­so a Zliten, il 4 agosto. Pochi giorni dopo Khamis è riapparso alla tele­visione libica mentre visitava i feri­ti dei bombardamenti.
Negli ultimi mesi sono saltate fuo­ri ad intermittenza rivelazioni su Aisha e la madre fuggite in Tunisia. La combattiva femmina del clan Gheddafi si è poi fatta intervistare a Tripoli difendendo a spada tratta il padre ed una volta era anche ap­parsa
davanti ai fan a Bab al Aziz­ya.
Seif, la spada dell'Islam, ricercato per crimini di guerra come il pa­dre, sarebbe dovuto essere rima­sto gravemente ferito, poche setti­mane fa, in un colpo di mano delle cellule dei ribelli ad una caserma di Tripoli. Il 3 agosto ha incontrato nella capitale ed in perfetta salute un giornalista del New York Times . Le voci più o meno fantasiose sui fi­gl­i di Gheddafi sono sempre circo­late. In passato il quarto pargolo, Mutassin, avrebbe addirittura ten­tato un golpe contro il padre. Fuggi­to in Egitto il figliol prodigo è stato perdonato a tal punto da ottenere il posto di Consigliere della sicurez­za nazionale.
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[continua]

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