![image](element/articoli.png)
|
Articolo
24 agosto 2011 - Prima - Libia - Il Giornale |
|
Tripoli cade, il raìs scompare La bandiera ribelle sul bunker |
Il simbolo del potere nel centro di Tripoli, l’ex residenza bunker del colonnello, è caduto ieri nelle mani degli insorti. Esplosioni e raffiche di mitra continuavano a rimbombare attraverso le cinque mura di difesa concentriche, ma alla fine il vessillo dei ribelli sventolava sulla cittadella fortificata. I fuoristrada con i lanciarazzi sul retro hanno invaso in un caotico rodeo il prato, una volta curato all’inglese,diBabalAzizya.Decinedimilizianidell’armata Brancaleone ribelle, in parte con uniformi mimetiche, ma altri in abiti borghesi, con le ciabatte ai piedi, inneggiavano alla caduta del regime di Muammar Gheddafi. Nel suo storico bunker, però,non c’era traccia del Colonnello. Al grido di «Allah è grande» e «Libia libera» i variopinti insorti hanno decapitato la statua dorata del padre-padrone della Libia. Poi mostrato con scherno la testa scultorea di Gheddafi davanti alle telecamere dei giornalisti embedded di Al Jazeer a. Labattagliaèiniziataierimattinacondiversecolonne composte da 2-300 ribelli che avanzavano da più direzioni verso i sei chilometri quadrati di Bab al Azizya.All’inizio la resistenza è stata tenace. Gli ultimi fedelissimi di Gheddafi usavano i mortai per respingere gli attaccanti. Tutt’attorno, sui palazzi più alti, i cecchini bersagliavano le colonne degli insorti all’assalto del simbolo più importante del regime. I caccia bombardieri della Nato avevano già colpito ripetutamente Bab al Azizya. Nonostante le smentite ufficiali, una fonte militare de Il Giornale conferma che a terra piccole squadre di corpi speciali, soprattutto americane, camuffate con i ribelli,hanno guidato i bombardamenti mirati. Alte colonne di fumo nero salivano verso il cielo dall'interno della cittadella fortificata, proprio davantiallacupolasovrastatadallagrandeaquilalibica in bronzo. La battaglia ha subìto una svolta quando i ribelli sono riusciti a sfondare il cancellone d’acciaio del vecchioingressoadovest. Alcunigiornalistisulposto hanno parlato di un intervento della Nato dal cielo per aprire il varco. Sulla base di alcune immagini, però,sembrava quasi che il portone fosse stato aperto dall’interno. Una volta fatta irruzione nel compound i ribelli hanno incontrato sempre meno resistenza e si sono accaniti sui simboli del regime, come il pugno dorato che stritola un caccia americano davanti al palazzo bombardato dagli Usa nel 1986. La tenda da beduino di Gheddafi non c’era e neppure gli «scudi umani» volontari che per mesi hanno bivaccato dentro Bab al Azizya in difesa del regime. Il Colonnello è stato cercato stanza per stanza, ma invano.Potrebbe essere fuggito all’ultimo momento lungo i tunnel sotterranei che portano nei quartieri di Tripoli un tempo fedeli al regime o addirittura al mare. Più probabile che Bab al Azizya sia stata usata come specchio per le allodole. Ieri Gheddafiavrebbedettoaltelefonoaunamicorusso le seguenti parole: «Sono sano e salvo a Tripoli e non intendo lasciare la Libia».Saif al Islam,il figliodelfino, chedovevaesserestatocatturatodairibelli è riapparso clamorosamente nella notte di lunedì all’hotel Rixos, dove sono di fatto intrappolati alcuni giornalisti stranieri. Saif ha annunciato di voler «attaccare i ratti», come vengono chiamati i ribelli, ma gli insorti si sono mossi per primi travolgendo Bab al Azizya. Il Colonnello potrebbe essere nascosto a Tripoli, una grande città di 2 milioni di abitanti, o in ritirata verso sud. Forse in direzione della base aerea di Al Jufra o ancora più giù, a Shebaa, una delle sue ultime roccaforti nel deserto. Ieri si è combattuto anche a ovest della capitale, lungo la vitale strada costiera che porta alla Tunisia. UnacolonnadiribellipartitadaSirte, cittànataledelColonnello, edirettaaTripoli, èstataintercettata dai ribelli di Misurata. Lungo la strada costiera orientale sarebbe caduta Ras Lanuf e gli insorti avanzano verso Sirte. «La Libia sarà liberata nelle prossime 72 ore»sostiene l'ambasciatore ribelle all'Onu, Ibrahim Dabbashi. A patto che venga scovato il Colonnello. www.faustobiloslavo.eu |
[continua] |
|
video
|
|
19 marzo 2011 | TG5 | reportage
Diario dalla Libia in fiamme
Diario dalla Libia in fiamme
|
|
|
|
06 marzo 2011 | Matrix | reportage
Emergenza Libia
Emergenza Libia
|
|
|
|
30 marzo 2011 | TG5 | reportage
Diario dalla Libia in fiamme
Diario dalla Libia in fiamme
|
|
|
|
radio
![](intervento.jpg)
|
02 marzo 2011 | Panorama | intervento |
Libia
Diario dalla Libia
Una nube nera su tutta Tripoli
|
![](intervento.jpg)
|
18 marzo 2011 | Radio Capodistria | intervento |
Libia
IL vaso di pandora
IL vaso di pandora
|
![](intervento.jpg)
|
26 aprile 2011 | Radio 101 | intervento |
Libia
Con Luxuria bomba e non bomba
Il governo italiano, dopo una telefonata fra il presidente americano Barack Obama ed il premier Silvio Berlusconi, annuncia che cominciamo a colpire nuovi obiettivi di Gheddafi. I giornali titolano: "Bombardiamo la Libia". E prima cosa facevamo? Scherzavamo con 160 missioni aeree dal 17 marzo?
|
![](intervento.jpg)
|
22 marzo 2011 | Panorama | intervento |
Libia
Diario dalla Libia
Diario dalla Libia
|
![](intervento.jpg)
|
06 marzo 2011 | Panorama | intervento |
Libia
Diario dalla Libia
Diario dalla Libia
|
|
|
|
|