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23 ottobre 2011 - Esteri - Libia - Il Giornale
"L'esecuzione? Opera di professionisti"
La fine di Gheddafi forse è ini­ziata con una telefonata a Dama­sco, dal suo apparecchio satellita­re, intercettata dalla Nato a Sirte, l’ultima roccaforte. Ed è finita con un’esecuzione sommaria, prece­duta da un linciaggio, compresa la sodomizzazione del colonnello. Un oltraggio registrato in pochi se­condi di video girato da un telefo­nino subito dopo la cattura e reso noto ieri sera su YouTube.
Quello che segue è la ricostruzio­ne della fine del colonnello grazie all’incrocio di fonti Nato riservate, testimonianze credibili raccolte dai giornalisti sul posto e l’analisi dei video sugli ultimi minuti di vita di Gheddafi.
Mercoledì scorso, i ribelli che circondano la sacca di Sirte,lancia­no un bombardamento d’artiglie­ria senza precedenti per farla fini­ta con gli 800 uomini asserragliati nel Village 2, vicino al mare. Alle 8.30 di giovedì mattina la Nato se­gnala, grazie alla sorveglianza elet­tronica dal cielo, che una colonna di un centinaio di mezzi sta per mettersi in marcia. Molti sono ar­mati con mitragliatrici pesanti, an­tiaeree e lanciarazzi multipli. Un
velivolo senza pilota Predator Warrior americano armato con missili Hellfire manda le immagi­ni in diretta. Secondo il quotidia­no Telegraph è stato lanciato ore prima da Sigonella, ma telepilota­to da una base vicino a Las Vegas. La colonna parte per sfuggire al­l’assedio in direzione di Misurata con l’idea di aggirarla.Forse Ghed­dafi voleva arrivare ad al Qoms do­ve era stato segnalato che teneva­no ancora duro i corpi speciali del­la Marina. Una coppia di caccia bombardieri Rafale francesi è già in volo e attacca il lungo convoglio sulla strada costiera «finendo il munizionamento». Gheddafi e molti dei suoi trovano riparo nei due famosi tunnel di cemento sot­t­o la strada per salvarsi dalle bom­be. La zona pullula di ribelli ed un primo gruppo ingaggia un violen­­tissimo scontro a fuoco. I piloti dei caccia ed il Predator forniscono continue informazioni alla base Nato di Napoli e a Poggio Renati­co, che gestisce le operazioni ae­ree. Parte di queste informazioni vengono girate ai corpi speciali e all’intelligence Nato, al fianco dei ribelli a Sirte.
Gli uomini di Gheddafi vengo­no uccisi o si arrendono e alla fine due ribelli entrano in uno dei tun­nel saltando addosso al colonnel­lo, ferito ma vivo. Salem Bakeer, di­chiara al Telegraph: «Aveva la pi­s­tola d’oro con sé ed un altro revol­ver in una sacca ». Lo tirano fuori e i telefonini cominciano a girare la scena del linciaggio. Una delle se­quenze più oltraggiose è stata resa nota ieri sera su YouTube. Un libi­co che lo ha catturato lo sodomiz­za con un bastone, mentre il colon­nello, appena stanato dal tunnel,
viene sospinto verso la strada do­ve verrà ucciso. La sequenza dura pochi secondi,ma registra l’abuso sessuale e rende l’idea dell’odio per il Rais.
Gheddafi sembra intontito dal­l­a violenza e ai ribelli inferociti bia­scica: «Cosa vi ho fatto?». Poi tenta di chiedere rispetto come prigio­niero e dice: «Sapete cosa è giusto e cosa sbagliato?». Attorno urlano «Allah è grande». E lui trascinato e bastonato sembra replicare «solo Allah mi può giudicare».
Altri testimoni della cattura giu­rano­che offriva oro e denaro per ri­sparmiargli
la vita. I filmati sono cinque, per ora, e mostrano il co­lonnello sanguinante, ma vivo fi­no a quando lo piazzano sul cofa­no di un fuoristrada. Qualcuno gri­da che bisogna ammazzarlo e altri che va tenuto in vita. Nelle ultime immagini di Gheddafi, stordito, si vedono anche dei civili, alcuni ar­mati, che colpiscono il colonnel­lo.
«L’impressione è che dopo il pri­mo gruppo di ribelli sia arrivato un
secondo, che sapesse esattamen­te cosa fare e avesse ordini precisi di eliminare i prigionieri» spiega una fonte riservata de Il Giornale impegnata nel conflitto. Prima, al­cuni neri della scorta di Gheddafi, catturati vivi, venivano dissetati e si vedevano sdraiati a terra con le mani legate dietro la schiena. Poi altre immagini li mostrano immo­bili, probabilmente giustiziati con un colpo alla nuca. Testimoni sco­modi, come l’ex ministro della Di­fe­sa libico ucciso sul posto e Mutta­sim, il figlio del colonnello, am­mazzato con calma dopo avergli fatto fumare l’ultima sigaretta.
Alcuni miliziani volevano porta­re Gheddafi a Misurata e lo urlano nei video registrati dai telefonini. Poi qualcuno del secondo grup­po, con l’ordine di uccidere, de­v’essersi avvicinato al colonnello sanguinante, ma vivo, per il colpo di grazia in mezzo alla confusione.
[continua]

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Piegare Gheddafi e preparare l'intervento terrestre
Gli americani spingono con insistenza per un maggiore coinvolgimento dell’Italia nel conflitto in Libia, non solo per passare il cerino politico agli europei. L’obiettivo finale è piegare il colonnello Gheddafi e far sbarcare una forza di interposizione in Libia, con ampia partecipazione italiana. Un modello stile ex Yugoslavia, dove il contingente occidentale è arrivato dopo l’offensiva aerea.

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02 marzo 2011 | Panorama | intervento
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I giornalisti italiani rapiti a Tripoli


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