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Articolo
06 dicembre 2011 - Esteri - Afghanistan - Il Giornale
Abbandonare l'Afghanistan ci costerà 10 miliardi l'anno
Nel 2014 ce ne andremo dall' Afghanistan, ma il Pantalone occi­dentale continuerà a sborsare 10 miliardi di dollari l’anno, solo per le forze di sicurezza, se non voglia­m­o che il Paese torni in mano ai ta­lebani. Le ipotesi più rosee preve­dono che la comunità internazio­nale dovrà pagare il conto, nel Pae­se al crocevia dell’Asia, fino al 2025.
Lo ha ribadito il presidente af­ghano, Hamid Karzai, alla confe­renza internazionale di Bonn, che si è aperta ieri: «Vi chiediamo di aiutare l'Afghanistan per almeno altri dieci anni dopo la fine della transizione nel 2014».
In questo momento le forze di si­curezza afghane contano 308mila unità. Solo parzialmente e nelle zo­ne­più tranquille riescono a contra­stare i talebani senza l'appoggio delle forze occidentali. Alla fine del prossimo anno si arriverà a 352mila uomini, ma Kabul non ha soldi. Dopo il 2014 gli Stati Uniti so­no disposti a sborsare per soldati e poliziotti afghani 3 miliardi di dol­lari l'anno. Altri donatori, compre­si l'Italia, metteranno assieme 1 miliardo di dollari. Però saranno necessari 8-10 miliardi per non fra crollare le forze di sicurezza afgha­ne come un gigante dai piedi d'ar­gilla.
L'esborso sembra enorme, ma
bisogna tener conto che oggi la co­munità internazionale spende in Afghanistan, per mantenere circa 140mila uomini, la bellezza di 120-140 miliardi di dollari l'anno. La Banca mondiale ha previsto che fino al 2014, quando la Nato concluderà il ritiro dall'Afghani­stan, l'11% di crescita economica degli ultimi anni, crollerà a meno della metà.
Non a caso alla conferenza di Bonn, dieci anni dopo la sconfitta dei talebani, di fronte ai delegati di
85 paesi, il presidente afghano bat­te cassa. Il segretario di Stato ame­ricano, Hillary Clinton, ha confer­mato che gli Stati Uniti verseranno a Kabul dai 600 ai 700 milioni di dollari di aiuti all'anno attualmen­te congelati. Il ministro degli Este­ri, Giulio Terzi, ha spiegato che al 2001 «abbiamo impegnato 570 mi­lioni di dollari nella cooperazione allo sviluppo ed in interventi uma­nitari ». L'Afghanistan avrà ancora «priorità elevatissima» per l'Italia nonostante i tagli dovuti alla ma­novra anticrisi. «La cooperazione diretta al bilancio dello stato afgha­no negli ultimi due anni­ ha dichia­rato Terzi- è passata dal 60 per cen­to circa a quasi l'80 per cento di contribuzione. É la strada da segui­re ».
Però non sempre funziona. Il quotidiano inglese
Daily Tele­graph ha rivelato che oltre la metà delle donne dietro le sbarre in Af­ghanistan ( circa 350) sono accusa­te di «colpe morali». Fra le ragazze dai 12 ai 18 anni l'80% è in galera perchè sono fuggite di casa, han­no fatto sesso al di fuori del matri­monio o semplicemente non vole­vano sposare gli uomini imposti dalla famiglia. Human rights wa­tch denuncia che le grandi prigio­ni, con un'ala femminile, di Kabul ed Herat sono popolate quasi al 100%da donne colpevoli di«crimi­ni morali».
Dopo il 2001 l'Italia ha guidato la rifondazione della Giustizia in Afghanistan spendendo una me­dia di 10 milioni di euro l'anno. Sia­mo intervenuti per migliorare le condizioni delle donne nel gran­de penitenziario di Pol i Charki a Kabul e nel carcere di Herat, dove si trova il quartiere generale del contingente militare italiano di 4200 uomini. Evidentemente non basta a cambiare gli usi e costumi afghani. Il presidente Karzai ha ap­pena graziato Gulnaz, una disgra­ziata finita in carcere per adulte­rio. In realtà era stata violentata ed ora sarà costretta ad un matrimo­nio riparatore con il suo assalitore.
Le associazioni come «Afgha­na » hanno chiesto al parlamento italiano di investire 30 centesimi di ogni euro che verrà risparmiato con il graduale ritiro del nostro contingente dal prossimo anno al 2014. In Afghanistan non si vince solo con la forza delle armi, ma è da vedere se basterà mettere ma­no al portafoglio, fino al 2025, per evitare il caos ed il ritorno dei tale­bani.
www.faustobiloslavo.eu
[continua]

video
21 settembre 2009 | RaiUno - Uno Mattina | reportage
Il giorno dei funerali dei caduti di Kabul
Dai talebani alla situazione in Afghanistan ricordando che l'ultimo saluto ai paracadutisti caduti non può che essere il loro grido di battaglia: "Folgore".

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25 novembre 2001 | Studio Aperto - Italia1 | reportage
Il futuro governo dell'Afghanistan e la fuga di Osama bin Laden
Il futuro governo dell'Afghanistan e la fuga di Osama bin Laden

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28 ottobre 2012 | TG5 | reportage
Afghanistan: un botto e la polvere dell'esplosione che invade il blindato
L’esplosione è improvvisa, quando meno te l’aspetti, lungo una pista arida, assolata e deserta. I soldati italiani si sono infilati fra le montagne di Farah nell’Afghanistan occidentale infestato da talebani. Una colonna di fumo alta una quindicina di metri si alza verso il cielo. Il tenente Davide Secondi, 24 anni, urla alla radio “siamo saltati, siamo saltati” su un Ied, le famigerate trappole esplosive disseminate dai talebani. Non hai neppure il tempo di capire se sei vivo o morto, che la polvere invade il super blindato Cougar fatto apposta per resistere a questi ordigni. E’ come se la mano del Dio talebano afferrasse il bestione da 14 tonnellate in movimento fermandolo come una macchinina giocattolo. A bordo siamo in cinque ancorati ai sedili come in Formula uno per evitare di rimbalzare come birilli per l’esplosione. La più esposta è Mariangela Baldieri, 24 anni, del 32° genio guastatori alpini di Torino. Addetta alla mitragliatrice, metà del corpo è fuori dal mezzo in una torretta corazzata. Si è beccata dei detriti e sul primo momento non sente dall’orecchio destro. Almeno venticinque chili di esplosivo sono scoppiati davanti agli occhi di Alessio Frattagli, 26 anni, al volante. Il caporal maggiore scelto Vincenzo Pagliarello, 31 anni, veterano dell’Afghanistan, rincuora Mariangela. Siamo tutti illesi, il mezzo ha retto, l’addestramento dei guastatori ha fatto il resto. Cinquanta metri più avanti c’era un’altra trappola esplosiva. Il giorno prima a soli venti chilometri è morto in combattimento l’alpino Tiziano Chierotti. La guerra in Afghanistan continua.

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radio

14 luglio 2011 | Nuova Spazio Radio | intervento
Afghanistan
Si può vincere questa guerra?
Dopo la morte in combattimento dell'ultimo parà della Folgore, fino a quanto dovremo restare in Afghanistan? Almeno fino a quando gli afghani riusciranno a garantirsi da soli la sicurezza, altrimenti caliamo le braghe e la diamo vinta ai talebani. Per sconfiggerli non basta la forza delle armi.

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