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28 dicembre 2011 - Esteri - Somalia - Il Giornale
Ci risiamo: altra nave italiana sequestrata
I pirati somali hanno liberato, dopo dieci mesi da incubo, la Savi­na Caylyn con cinque connaziona­li a bordo, ma un'altra nave italia­na finisce nelle mani dei bucanie­ri. Se ci fossero le possibilità opera­ti­ve sarebbe la volta buona per mo­strare i muscoli con un blitz dei corpi speciali, prima che il nuovo bottino galleggiante arrivi nelle moderne Tortughe somale. Altri­menti il business della pirateria andrà avanti all'infinito: la Savina sta tornando verso casa non certo per la bontà natalizia dei somali, ma grazie ad un riscatto che si aggi­ra sugli 11 milioni di dollari.
La preda del nuovo abbordag­gio è la motonave Enrico Ievoli,
co­mandata dal siciliano Agostino Mu­sumeci.
L'equipaggio è composto da 6 italiani, oltre a 5 ucraini e 7 in­diani. La nave è finita nelle grinfie dei pirati al largo delle coste dell' Oman e ha una rotta non breve da percorrere per raggiungere la So­malia. «I pirati sono a bordo ma noi stiamotuttibene» èriuscitoacomu­nicare il comandante via telefono satellitare. Sul sito dell'armatore, la società Marnavi con sede a Napoli, si legge che«alle ore 5 circa (del mat­tino di ieri, nda) la compagnia è sta­ta avvisata che l'unità ha subito at­tacco ed abbordaggio da parte di pi­rati ». La Ievoli era partita dal porto di Fujairah, negli Emirati Arabi, e trasporta 15mila tonnellate di soda caustica. I sei italiani dell'equipag­gio sono tutti siciliani. Ironia della sorte la motonave ha già avuto a che fare con i pirati nel 2006, «cir­condata » da barchini con uomini armati e in mimetica. La fregata Eu­ro era intervenuta in soccorso e il sorvolo minaccioso di un elicotte­ro era bastato per far dileguare i pi­rati.
«Ce la faremo a portarli a casa. È la nostra missione. Non mollere­mo l'osso facilmente» ha dichiara­to ieri Gennaro Ievoli, vice presi­dente della Marnavi. Poi l'armato­re si è chiuso alla Farnesina in una riunione di emergenza.
Non vogliamo sapere se la flotta occidentale anti pirateria ha la pos­sibili­tà di intercettare la nave seque­strata, perchè scriverlo farebbe sal­tare l'operazione. Se però così fos­se, il nuovo governo tecnico deve
dare un segnale forte e chiaro ai banditi del mare. Il ministro della Difesa è un ammiraglio che cono­sce bene le capacità degli incursori di Marina, italiani o di altri Paesi, ad­destrati proprio per i blitz in mare. Nessuna operazione del genere è a rischio zero, ma un Paese dimostra la sua serietà quando assume deci­sioni difficili. 8Nave Ievoli non ave­va­fatto richiesta di una scorta mili­tare a bordo, che costa, ma è previ­sta da una norma del precedente governo. Dei 10 team di 6 fanti di marina ciascuno, del reggimento San Marco, già pronti, alcuni sono a bordo di navi italiane nella aree a rischio. Però gran parte dei circa 900 transiti con il tricolore che si svolgono ogni anno viaggiano sen­za scorta. Secondo Carlo Biffani, esperto di sicurezza, il problema è legato «alle lungaggini burocrati­che nell'emanazione del decreto at­tuativo della legge 130, che sanci­sceil­dirittodegliarmatoridieserci­tare il principio della legittima dife­sa » utilizzando pure scorte armate private.
Rita Musumeci, moglie del co­mandante in ostaggio, ha chiesto «notizie dirette da chi segue o do­vrebbe
seguire la vicenda sul po­sto. Anche se ambasciatori, milita­r­i e funzionari non sapessero anco­ra molto, almeno una parola di con­forto sarebbe gradita». Il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, annuncia via Twitter il più «stretto riserbo per favorire un esito positivo». Speria­mo non fra 10 mesi, come nel caso dalla Savina.
La nave liberata il 21 dicembre sta facendo rotta verso il Mediterra­neo scortata dalla fregata Grecale, della marina militare. Il giorno di Natale i 5 ex ostaggi italiani hanno chiamato a casa. «Mio figlio Adria­no (ufficiale di coperta di Trieste nda) mi ha detto che è stato difficile e faticoso rimettere in moto la na­ve, che va avanti lentamente.- rac­conta a
Il Giornale Eugenio Bon - . La sua pelle è bruciata dal sole, ne­gli ultimi tempi gli passavano solo un pugno di riso e i pirati hanno por­­tato via tutto. È rimasto letteralmen­te in mutande, ma se tutto va bene per la Befana sarà finalmente a ca­sa ».
www.faustobiloslavo.eu
[continua]

radio

01 settembre 2010 | Radio radicale | intervento
Somalia
La Somalia dopo vent'anni di anarchia
I talebani somali, il fragile governo transitorio ed il ruolo della comunità internazionale.

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20 maggio 2013 | Radio Capodistria | intervento
Somalia
Il tesoro de pirati
Tutto quello che non è mai stato detto sul "Tesoro dei pirati" ovvero i 400 milioni di dollari pagati per liberare le navi sequestrate. A Radio Capodistria dopo il convegno sulla pirateria somala organizzato dall'Autorità portuale al Punto Franco vecchio di Trieste.

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