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Articolo
12 aprile 2012 - Esteri - India - Il Giornale |
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"Prova balistica contro i marò" E ora la beffa: i giudici in ferie |
La tanto attesa perizia balistica sui proiettili che hanno ucciso due pescatori indiani incastrerebbe i marò che difendevano in servizio anti pirateria la petroliera «Enrica Lexie». Almeno secondo la stampa locale, che ancora una volta, grazie ad anticipazioni ben orchestrate, ha assestato l'ennesima mazzata ai due fucilieri di Marina, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, ospiti delle galere indiane. Per il sottosegretario agli Esteri, Staffan De Mistura, tornato pochi giorni fa dall'India, la parola d'ordine è «non li molleremo mai». E poi rivela a Il Giornale : «Secondo i due carabinieri dei Ros presenti alla perizia balistica i risultati hanno componenti di fragilità. Per questo vogliamo vedere gli esiti ufficiali e non quelli apparsi sulla stampa per eventualmente confutare alcuni elementi». Sui maggiori giornali indiani i responsabili della perizia hanno fatto trapelare che «il tipo di scanalature dei proiettili estratti dai corpi dei pescatori coincidono con quelli sparati nei test da due fucili Beretta» del nucleo di protezione anti pirati del reggimento San Marco. Non si fa cenno del calibro ma il commissario di polizia di Kochi, Ajith Kumar, conferma: «Abbiamo individuato i fucili Beretta che hanno ucciso i pescatori indiani il 15 febbraio scorso. La prova balistica e le nostre indagini portano alla conclusione che a sparare siano stati i due marines che sono in custodia nel carcere di Trivandrum ». Le indiscrezioni filtrate sulla stampa indicano che a bordo della petroliera italiana sono stati sequestrati 6 fucili automatici Beretta e due mitragliatrici Minimi, in dotazione alla squadra di marò. Stranamente si parla dell’ultima versione Arx 160, ma la Marina militare ha sempre detto che i fucilieri erano armati con i fucili mitragliatori Ar 70/90. Lunedì prossimo Girone e Latorre torneranno davanti alla corte perché scadranno le ulteriori due settimane di custodia cautelare. La polizia potrebbe chiedere altro tempo per le indagini. O addirittura si rischia una richiesta di rinvio a giudizio e quindi il processo in India. Il cavallo di battaglia italiano rimane la giurisdizione: i marò devono venire giudicati in patria. «Anche se le pallottole che hanno ucciso i pescatori fossero italiane, ma non è stato ancora provato, rimane ferma la richiesta che i nostri militari rispondano alla giustizia del proprio Paese » sottolinea de Mistura. «In caso contrario il precedente sarebbe gravissimo - spiega a Il Giornale - . Nessun militare, sia un casco blu indiano in Congo o soldato americano da altre parti è stato processato al di fuori del suo Paese. A New Delhi ho spiegato che se oggi tocca a noi, domani spetterà a voi». Per questo è cruciale la decisione dell'Alta corte del Kerala sulla giurisdizione, che deve arrivare entro venerdì. Poi i magistrati vanno in ferie estive fino al 20 maggio. «La giustizia del Kerala è imprevedibile e spesso non ha fatto altro che rinviare e ritardare le decisioni- spiega de Mistura- Adesso si rischia un ulteriore rallentamento a causa della vacanze».Se non arriverà una sentenza, anche negativa, sulla giurisdizione, non si può far ricorso alla Corte suprema di New Delhi. L'armatore napoletano della Lexie lo ha già presentato per far partire la nave. Ieri i giudici della capitale hanno accettato l'istanza convocando per il 20 aprile la polizia del Kerala il ministero della navigazione ed il familiare di una vittima. Poi, in una decina di giorni, si spera che la petroliera sequestrata dal 15 febbraio possa finalmente salpare le ancore. A bordo ci sono gli altri quattro marò del nucleo di protezione e 19 marinai indiani. Per assurdo pure loro non possono tornare dalle famiglie, nonostante ci sia almeno un caso di un genitore morente, o ricevere il cambio. www.faustobiloslavo.eu |
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24 gennaio 2014 | Vita in diretta | reportage
I marò nella trappola giudiziaria indiana
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03 luglio 2013 | Uno Mattina | reportage
E se i marò fossero innocenti?
E se i marò non avessero mai sparato sul peschereccio St. Anthony, dove la morte di due pescatori indiani ha fatto esplodere una crisi senza precedenti fra Italia e India? Se fossero totalmente innocenti? Lo sostiene Toni Capuozzo in una nuova ricostruzione degli eventi sul fatidico 15 febbraio 2012.
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18 marzo 2013 | TG5 | reportage
Caso marò: documento esclusivo pubblicato dal Giornale
Il 15 marzo con la nota verbale 100/685, l’ambasciata italiana ricordava al “ministero degli Esteri indiano gli obblighi alla protezione dei diplomatici derivanti dalla Convenzione di Vienna”. Nella nota si chiede al governo di Delhi di “riassicurare che nessuna autorità indiana possa applicare misure restrittive alla libertà di Sua Eccellenza l’ambasciatore”. Alla fine si invita pure a garantire la “personale sicurezza” di Mancini e tutti i nostri diplomatici in India.
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17 dicembre 2012 | Zappingduepuntozero | intervento |
India
La saga dei marò
Un'analisi fuori dai denti di dieci mesi di linea morbida che non sono serviti a molto.
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