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31 maggio 2012 - Esteri - India - Il Giornale
C'è uno spiraglio per i marò Finalmente liberi su cauzione
Dopo 100 giorni di galera pri­ma boccata di ossigeno per i no­stri marò, Salvatore Girone e Mas­similiano Latorre, che verranno li­berati su cauzione, forse oggi o più probabile nei prossimi giorni. Le condizioni, però, sono molto ri­gide e il caso sta andando dritto verso il processo in India con accu­se pesantissime come l’omicidio volontario. Per questo motivo le autorità italiane sono caute ed il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, spiega che «non ci sono motivi di trionfalismi, perché si sta conti­nuando a violare la giurisdizione italiana».Ovvero il ritorno dei ma­rò in-Italia ed un eventuale proces­so in patria.
Si temeva un altro rin­vio ed invece ieri pomeriggio l’Al­ta corte del Kerala ha concesso la libertà su cauzione chiesta da tem­po dagli avvocati dei fucilieri di marina. Il difensore, Rajendran Nair, ha confermato che «la libera­zione potrebbe avvenire a partire da domani (oggi per chi legge), una volta soddisfatte tutte le pro­cedure legali richieste dai giudi­ci ». In pratica una lista di imposi­zioni, come se i nostri militari fos­sero delinquenti incalliti pronti a fuggire. La Corte ha chiesto una cauzione di 10 milioni di rupie per ciascun imputato, che equivalgo­no a 143mila euro. Non solo: due indiani devono garantire la liber­tà su cauzione, ovvero che i fucilie­ri non si dileguino.
I marò sono obbligati a conse­gnare il passaporto e ottenere un visto per la permanenza sul suolo indiano, come per gli altri stranie­ri. Si puntava a farli risiedere pres­so l'ambasciata di New Delhi, ma la Corte ha stabilito che non po­tranno lasciare Kochi, la città por­tuale dello stato del Kerala, dove è iniziata l’odissea giudiziaria. In questo momento Latorre e Giro­ne sono già stati trasferiti, da po­chi giorni, in un ex riformatorio di Kochi che ospita solo loro. I marò dovranno comunque avere un do­micilio
nel raggio di 10 chilometri dal quartier generale della polizia in città. Ogni mattina fra le 10 e le 11 saranno costretti a recarsi in commissariato per firmare un re­gistro, come se fosse una libertà vi­gilata. In ogni caso non possono al­lontanarsi dal Kerala ed i porti e scali aerei dello stato saranno al­lertati nel caso i due fucilieri cer­cassero di andarsene.
Il via libera alla libertà su cauzio­ne è stato possibile grazie alla ri­nuncia, da parte delle autorità lo­cali, dell’applicazione nel caso del­la convenzione contro il terror­i­smo marittimo firmata a Roma nel 1988. Un accordo fra gli stati volu­to dall’Italia subito dopo il seque­stro della nave passeggeri Achille Lauro. Utilizzarla contro i marò ac­cusandoli di terrorismo sui mari era sembrato subito un’assurdità giudiziaria, ma la sola ipotesi non permetteva di concedere la libertà su cauzione. «È una buona noti­zia, finalmente si apre uno spira­glio - ha commentato Christian D’Addario, nipote di Massimilia­no Latorre- È uno spiraglio di luce in fondo al tunnel. Un primo segna­le positivo dopo tanti rinvii da prendere, però, con le dovute pre­cauzioni. Di fatto saranno liberi, ma in terra indiana e non cambia il loro status giudiziario».

www.faustobiloslavo.eu
[continua]

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I marò nella trappola giudiziaria indiana


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20 marzo 2013 | TG5 | reportage
"I nostri marò" l'e book di Giornale.it
La storia di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone i fucilieri di Marina trattenuti in India per un anno con l'accusa di aver ucciso due pescatori scambiati per pirati. "I NOSTRI MARO'" è un e book di Fausto Biloslavo e Riccardo Pelliccetti, che ripercorre la vicenda attraverso documenti esclusivi, testimonianze, foto e video inediti. Un anno di sgarbi diplomatici, interpretazioni arbitrarie del diritto e umiliazioni, ma anche un anno di retroscena e di battaglie per riportarli a casa. Latorre e Girone restano in Italia, ma la storia non è finita. Ora è sotto tiro il nostro ambasciatore in India, Daniele Mancini, per il mancato rientro a Delhi dei marò.

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Un'analisi fuori dai denti di dieci mesi di linea morbida che non sono serviti a molto.

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