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09 luglio 2012 - Prima - Libia - Il Giornale
Libia, il voto delle donne frena gli islamici
Sorpresa: in Libia vincono le elezioni i «liberali» staccando non si sa ancora di quanto i Fratelli musulmani. Se i risultati dello storico voto, per ora solo parziali ed ufficiosi, verranno confermati l'ex regno di Gheddafi sarebbe il primo paese della primavera araba ad arginare l'avanzata islamica che preoccupa l'Occidente. Non solo: l'Alleanza di centro fondata da Mah­moud Jibril, ex protetto di Seif el Islam, il figlio intelligente di Gheddafi, ha ottenu­to una valanga di voti dagli ex sostenitori del colonnello, che temono i barbuti dell' Islam duro e puro.
Un milione e 700mila libici, il 66% degli aventi diritto, si sono recati alle urne nello storico voto di sabato. In Cirenaica, dove covano le mire secessioniste ci sono stati disordini, due morti, seggi bruciati e si vo­tava ancora ieri. La vera sorpresa, però, è la probabile vittoria dell'Alleanza delle forze nazionali, un cartello di 58 partiti e movimenti moderati di centro, compre­se Ong. L'annuncio è stato dato nienteme­no che da Mohammed Sawan, il leader del partito Giustizia e Ricostruzione, la co­stola politica libica dei Fratelli musulma­ni.
I liberali «hanno ottenuto buoni risul­tati in diverse città e sono in netto vantag­gio a Tripoli e Bengasi (capoluogo della Cirenaica, ndr ) » ha dichiarato Sawan.
Fonti de Il Giornale confermano che i primi spogli indicano percentuali bulga­re nella capitale. Nel centro di Tripoli l'al­leanza di centro avrebbe ottenuto l'80%
 dei voti. Nelle ex roccaforti del colonnello nella capitale, come Abu Salim, i voti per Jibril sarebbero una valanga. Anche a Suk al Juma, quartiere degli anti Gheddafi, i li­berali registrano ottimi risultati. E a Ben­gasi «capitale» della rivolta avrebbero ot­tenuto il 60% dei voti. «Sembra che soprat­tutto le donne, che non ne vogliono sape­re di velo talebano e poligamia, abbiano scelto i centristi» spiega una fonte de Il Giornale a Tripoli. In ogni caso i Fratelli musulmani sarebbero il secondo partito con buoni risultati a Misurata ed in Cire­naica. L'aspetto interessante è che l'Alle­anza delle forze nazionali è stata fondata a febbraio da un ex protetto di Seif el Islam, il figlio prigioniero di Gheddafi. Dal 2007 al 2011, Mahmoud Jibril ha lavo­rato nel regime del colonnello come eco­nomista a capo del piano di privatizzazio­ni e liberalizzazioni.
Il segretario generale dei centristi è Fai­sal al Krekshi, ex rettore dell'università di Tripoli, che ha studiato medicina a Pado­va e continua a vestire italiano. Fra i ran­ghi del cartello «liberale» ci sono diversi ex sostenitori di Gheddafi, che non si so­no macchiati le mani di sangue e hanno saputo voltare le spalle al colonnello al momento giusto. Lo stesso Jibril ha aderi­to subito alla­rivolta diventando primo mi­nistro transitorio durante il conflitto. L'A­l­leanza non è una forza laica, ma si consi­dera un movimento islamico «modera­to » anche se non si oppone alla Sharia co­me base legislativa. Nonostante la visio­ne economica liberista e le aperture all' Occidente i centristi appoggiano a spada tratta i palestinesi in funzione anti israe­liana.
Per governare la Libia in questa delica­ta fase di transizione l'Alleanza di Jibril formerà con tutta probabilità una coali­zione con i Fratelli musulmani, come in Tunisia, ma da una posizione di forza se sarà confermata la vittoria elettorale. E con la benedizione di Washington. Il pre­sidente Barack Obama ha dichiarato: «Gli Stati Uniti sono orgogliosi di aver ap­poggiato la rivoluzione e lavoreremo da vicino con la nuova Libia».
 
www.faustobiloslavo.eu
 
[continua]

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