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Esclusivo
04 agosto 2012 - Esteri - Yemen - Il Giornale |
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Yemen, i rapitori del carabiniere volevano due milioni di dollari |
Ali Nasir Hariqdan voleva 2 milioni di dollari per liberare il carabiniere Alessandro Spadotto rientrato ieri in Italia sano e salvo. Lo ha detto al telefono al Giornale martedì scorso quando aveva ancora l'ostaggio fra le mani. Non è l'unico retroscena: il giovane carabiniere è stato rapito perchè era il primo occidentale ed una preda facile che i suoi uomini hanno individuato nelle strade di Sana'a. Probabilmente neppure sapevano che fosse italiano. Davano la caccia ad uno straniero e Spadotto, da solo, che faceva acquisti in un negozio, era perfetto. Martedì scorso il giornale ha parlato al telefono con l'ostaggio e poi con il capo dei sequestratori. Alla domanda sulla richiesta di riscatto prima ci girava attorno, ma poi ha detto chiaramente «la somma che devo avere è di due milioni di dollari ». Una cifra troppo alta, che non abbiamo pubblicato per non fare da megafono ai rapitori. All'inizio pensavamo fosse in dinari, la vecchia valuta dello Yemen del sud non più utilizzata. Il capo dei sequestratori ha però ripetuto più volte che si trattava di dular ameriky . Forse era solo una sparata con i giornalisti, ma altrettanto incredibile, perché troppo bassa, sembrava la richiesta di 70mila euro di «indennizzo » fatta circolare subito dopo il sequestro. Più che di un vero e proprio riscatto, che Ali Nasir non chiedeva comunque all'Italia, lo considerava una specie di risarcimento. «Il governo yemenita mi ha derubato dei miei soldi e beni. Li hanno sequestrati ingiustamente. Mi devono compensare », ha sottolineato il capo banda. «Escludo che sia stata pagata una cifra del genere. E nemmeno credo che il governo abbia sequestrato illegalmente beni o terreni ad Ali Nasir» spiega al Giornale Arhab Al-Sarhi, dell'associazione di amicizia Italia-Yemen. Laureato a Ferrara, rappresenta alcune nostre ditte nello Yemen e si è dato molto da fare per favorire la liberazione di Spadotto. Come nel 2005 quando fu rapito un gruppo di turisti italiani: per ringraziarlo dell'impegno, il presidente Napolitano gli aveva concesso il cavalierato. Al Sarhi, che per primo ha dato la notizia della liberazione di Spadotto, dichiara: «Ho facilitato i contatti fra le vostre autorità e il governo yemenita per risolvere il caso. Giovedì sera il ministro dell'Interno mi ha chiesto di informare l'ambasciatore italiano della buona notizia ». A Sana'a si è impegnato in prima persona il responsabile del dicastero dell'Interno, Abdbulkader Gathan. Spadotto era in ostaggio, come ci hanno detto i rapitori, nel deserto della turbolenta provincia orientale di Marib, nella zona di al-Marja’a. Il governatore locale, Sultan al-Arada, ha tirato le fila della mediazione sul posto. I veri negoziatori, però, sono stati due sheik, Nasir Aly Awshan e Nasir Samran, personaggi in vista e prestigiosi. «I responsabili dell'amministrazione provinciale e i capi tribali degli Obaida e dei ad-Damashaqah hanno seguito la crisi da vicino per quattro giorniha dichiarato il governatore di Marib- secondo l'indicazione molto stringente data dal governo di Sana'a, ovvero che bisognava arrivare alla liberazione dell'italiano. E sono riusciti a convincere il sequestratore ». Hariqdan sperava soprattutto di venir depennato dalla lista nera dei ricercati, che non possono lasciare il Paese. Non avrà certo ottenuto tutti i soldi che voleva, ma le tribù dispongono di una cassa alimentata mensilmente da tutti i clan. Serve a comporre i conflitti: danni per incidenti stradali, debiti d'onore e di sangue oppure riscatti dei rapimenti. Spadotto è atterrato ieri a Ciampino alle 16 ed è apparso in buone condizion i:«Sto bene,non mi hanno maltrattato ». Per la sua famiglia a San Vito al Tagliamento l'incubo è finito. Il padre Augusto, brigadiere dell'Arma in congedo, dichiara al Giornale : «La felicità di un papà, di una mamma, di una fidanzata nel riabbracciare il proprio caro, dopo una storia del genere, è tale da far perdere il fiato». (ha collaborato Sergio Bianchi/Agenfor Media) |
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03 agosto 2012 | Tele Pordenone | reportage
I retroscena della liberazione
Ali Nasir Hariqdan voleva 2 milioni di dollari per liberare il carabiniere Alessandro Spadotto rientrato ieri in Italia sano e salvo. Lo ha detto al telefono a il Giornale martedì scorso quando aveva ancora l’ostaggio fra le mani. Non è l’unico retroscena: il giovane carabiniere è stato rapito perchè era il primo occidentale ed una preda facile che i suoi uomini hanno individuato nelle strade di Sana’a. Probabilmente neppure sapevano che fosse italiano. Davano la caccia ad uno straniero e Spadotto, da solo, che faceva acquisti in un negozio, era perfetto.
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01 agosto 2012 | Tg5 | reportage
Il carabiniere rapito nello Yemen
Il Giornale raggiunge via telefono Alessandro Spadotto ostaggio di un capo clan
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02 agosto 2012 | Tele Pordenone | reportage
La telefonata al carabiniere rapito
“Pronto con chi sto parlando?”. La voce di Alessandro Spadotto, il carabiniere di 29 anni, sequestrato domenica a Sana’a, arriva forte e chiara dallo Yemen. A parte un filo di comprensibile stupore per l’inaspettata telefonata dall’Italia. Attraverso una filiera di contatti pensavamo di riuscire a parlare con il capo dei sequestratori, Ali Nasir Hariqdan. Pure noi siamo rimasti sorpresi che dopo le prime domande hanno passato il telefonino all’ostaggio italiano per farci sentire che è vivo e sta bene.
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