La lista di possibili obiettivi in Libia per una rappresaglia americana è già pronta. Ora spetta al presidente Barack Obama definire come vendicare l’attacco al consolato Usa di Bengasi dell’11 settembre, costato la vita a quattro americani, compreso l’ambasciatore Christopher Stevens.
Nel mirino di Pentagono e Cia ci sono le basi delle milizie salafite come Ansar al-Sharia, i partigiani di Allah, accusati di avere partecipato all’attacco, cinque comandanti di Al- Qaeda e cellule clandestine come le brigate Omar Abdul Rahman. Tutti estremisti annidati in Cirenaica, la ricca regione petrolifera della Libia orientale.
Dall’11 settembre i droni americani sorvolano di continuo Bengasi, Derna, Al-Beida per fotografare e filmare i possibili obiettivi. Il giorno dopo l’attacco, un aereo spia Ep-3E decollato dalla base di Rota, in Spagna, o da Sigonella, in Sicilia, ha cominciato a intercettare le comunicazioni delle milizie sospettate dell’uccisione dell’ambasciatore.
Lo stesso presidente del parlamento libico, Mohamed al-Magariaf, ha confermato che gli Usa stanno preparando un contrattacco. Gli americani hanno intercettato le comunicazioni fra i partigiani di Allah ed elementi di Al-Qaeda nel Maghreb collegati all’attacco dell’11 settembre. I miliziani con le bandiere nere dell’Islam di Ansar al-Sharia di Al-Beida si sono spostati a Bengasi, capoluogo della Cirenaica. Il loro quartier generale è l’ex residenza del colonnello Muammar Gheddafi, zeppo di fuoristrada con mitragliatrici pesanti e contraeree montate sul retro: nei giorni dopo l’attacco hanno sparato contro i droni che sorvolavano Bengasi.
I Tomahawk a bordo degli incrociatori Uss Laboon e Uss McFaul, di fronte alle coste libiche, sono pronti a colpire le basi dei cinque comandanti di Al-Qaeda segnalati in Cirenaica. La loro roccaforte è la città di Derna. L’obiettivo numero uno è Sufian bin Qamu, nome di battaglia Abu Faris al-Libi, ex detenuto di Guantanamo che è di base nella zona boscosa di Derna, a due passi dal Mediterraneo. Al-Libi è l’unico comandante legato ad Al-Qaeda che non ha firmato un patto con il governo di Tripoli per non lanciare attacchi antioccidentali dalla Cirenaica. Ex camionista di Osama bin Laden in Sudan, si è fatto le ossa con i talebani in Afghanistan negli anni Novanta.
Un altro obiettivo primario è Abdulbasit Azuz, inviato in Libia lo scorso anno da Ayman al-Zawahiri, il nuovo capo di Al-Qaeda. Azuz è un altro veterano dell’Afghanistan, finito in galera in Gran Bretagna nel 2005 perché reclutava jihadisti a Manchester.
Nel mirino americano pure le brigate Omar Abdul Rahman, cellula terroristica ispirata allo sceicco cieco in carcere negli Usa per il primo attentato alle Torri gemelle del ’93. Il 12 giugno, sempre a Bengasi, hanno tentato di ammazzare l’ambasciatore inglese mentre transitava in convoglio. Nel capoluogo della Cirenaica, negli ultimi mesi i terroristi hanno attaccato la Croce rossa e colpito con razzi il consolato americano, poi devastato l’11 settembre.
(Fausto Biloslavo)