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Scenari
01 ottobre 2012 - Esteri - Bosnia Erzegovina - Panorama
In Bosnia può riscoppiare la guerra

COSA E’ SUCCESSO

Alla vigilia delle elezioni comunali, e 20 anni dopo l’assedio di Sarajevo, la Bosnia Erzegovina rischia la «disintegrazione». A dirlo è l’autorevole centro studi International crisis group. L’accordo di pace di Dayton, che nel 1995 mise fine alla guerra, è logorato. Diviso in due entità, con i serbi da una parte, croati e musulmani dall’altra, il paese è ingessato dal sistema delle quote etniche. Per formare l’ultimo governo federale c’è voluto oltre un anno e dopo pochi mesi è ricominciata la crisi. La Bosnia dovrebbe cambiare la costituzione per entrare nella Unione Europea. Se non lo farà, le politiche del 2014 saranno invalidate. Il leader serbo Milorad Dodik parla apertamente di dissoluzione e spartizione. I musulmani rispondono con toni bellicosi. In questo clima infiammato dalle proteste (foto), oltre 3 milioni 220 mila elettori sono chiamati alle urne il 7 ottobre in 139 comuni.  

COSA HANNO SCRITTO 

«Io voterò per Srebrenica» è un gruppo di pressione per convincere i musulmani sopravvissuti ai massacri del ’95 ad andare alle urne nell’enclave dove per la prima volta non potrà votare chi è fuggito durante la guerra. Lo sottolinea Al Jazeera, che ricorda come «nelle precedenti elezioni comunali del 2008 migliaia di cittadini di Srebrenica dispersi dal conflitto avevano potuto votare», anche se non erano residenti. Secondo il sindaco musulmano della città martire, Camil Durakovic, è «una continuazione della pulizia etnica». Lo storico giornale di Sarajevo, Oslobodenje, ospita un’analisi di William A. Stuebner. L’ex diplomatico Usa ipotizza la riesplosione della guerra. La causa? Proprio l’accordo di Dayton: «Conteneva una tossina che alla fine potrebbe distruggere il sogno democratico della Bosnia. L’errore letale è stata la legittimazione della politica etnica».


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07 settembre 2020 | Quarta Repubblica | reportage
Con i migranti illegali della rotta balcanica
I migranti pachistani della rotta balcanica attraversano di corsa il confine fra Bosnia e Croazia. Dal tappo bosniaco 8mila migranti vogliono partire verso l’Italia. E oltre 4mila sono arrivati in Friuli-Venezia Giulia dall’inizio dell’anno. I migranti chiamano the game, il gioco, il tragitto clandestino fino all’Italia, ma c’è chi prova dieci o venti volte prima di riuscire a passare. I croati usano droni, camere termiche e non trattano i migranti con i guanti, che vivono in condizioni estreme. Nel cantone di Bihac la situazione è esplosiva. La popolazione vuole la chiusura dei campi di accoglienza. A Bihac i cooperanti italiani aiutano i migranti. Centinaia di migranti sono intrappolati nella terra di nessuno fra la zona serba e musulmana della Bosnia. Nessuno li vuole e li spinge da una parte e dall’altra.Così scoppiano scontri con i migranti che gridano Allah o akbar, dio è grande, sfidando la polizia. Per arrivare in Italia usano una app che indica la posizione anche senza internet.In molti vivono in edifici fatiscenti. Nei campi ufficiali non mancano le rivolte. E se verranno chiusi sarà ancora peggio. Questi marocchini appena respinti dai croati ci proveranno ancora come gli altri 8mila migranti.

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