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16 ottobre 2012 - Esteri - India - Il Giornale
“La Rossa ci riporti i marò” Dal web appello alla Ferrari
Fausto Biloslavo 
La Ferrari con il fiocco giallo di solidarietà ai marò al Gran pre­mio dell'India è l'ultima, bella e patriottica idea per sostenere Sal­vatore Girone e Massimiliano La­torre. Da giovedì sera la pagina Fa­cebook della rossa di Maranello è tempestata da post, che chiedono a gran voce alla scuderia Ferrari di non dimenticare i due fanti di ma­rina del Reggimento San Marco ancora bloccati in India.
«In occasione del GP dell'India che si correrà presso il Buddha In­ternational Circuit il prossimo 28 ottobre chiedo che sul nostro box e sulla sulla carrozzeria delle no­stre autovetture siano applicati adesivi di colore giallo a forma di fiocco per manifestare solidarietà nei confronti dei nostri Militari Massimiliano Latorre e Salvatore Girone illegalmente detenuti in
 India da ormai oltre otto mesi». Questo il messaggio standard ri­petuto da un centinaio di persone al giorno alla scuderia della Ferra­ri.
Il circuito Gp si trova nel popolo­so stato indiano dell'Uttar Prade­sh, a Greater Noida, non lontano dalla capitale, New Delhi, dove la Corte suprema deciderà la sorte dei nostri marò. L'idea di sfruttare il GP in India per non dimenticare i fanti di marina è sorta in rete. Uno dei primi a rilanciare il mes­saggio è stato l'ex ammiraglio Giu­seppe
 Lertora che spiega al Gior­nale : «L'ho ricevuto da uno dei miei comandanti quando ero in servizio. Per la giornalista Giulia­na Sgrena e le due Simone si sono inventati addirittura le magliette con le loro facce. Mi sembra un'ot­tima idea coinvolgere un gioiello sportivo nazionale come la Ferra­ri, almeno per rimuovere lo stato comatoso in cui è piombata la vi­cenda dei marò».
Il gruppo Facebook «Ridateci i nostri leoni», che conta 67.142 iscritti, ha fatto da volano al «bom­bardamento
 » iniziato giovedì sul­la pagina della Ferrari oscurando i commenti relativi ai piloti e alla Formula Uno.
Il primo a postare l'appello per il fiocco giallo sulla rossa è stato Giovanni Bacci di Capaci, ex uffi­ciale
 della Marina militare alle 18.26 dell'11 ottobre. L'idea gli è venuta dopo aver letto la segnala­zione di Elena Spirito Perrone sul GP in India con i marò sempre bloccati. Poi è stato un diluvio. Gianna Stelitano ha aggiunto: «So­no consapevole dell'enorme inte­resse che la vostra azienda possa avere, ma o siamo italiani... o sia­mo italioti. Abbiamo l'obbligo di dimostrare al mondo intero il no­stro sdegno per quanto accade». Sergio Cavacece specifica: «Vo­gliamo i nostri marò liberi... met­tiamo il fiocco giallo sulle fiancate delle vetture di Alonso e Massa». Fabrizio Giori «da tifoso della scu­deria più importante del mondo nonchè da italiano» chiede «a tut­ta la squadra Ferrari di mettere dei nastri gialli col fiocco in occa­sione del Gran Premio d'India del 28 ottobre». L'obiettivo è la diretta tv mondiale e Giorgio Maria Ra­nelli ha scritto pure a Vijay Mall­ya, patron indiano del GP e parla­mentare. Mauro Gianello spiega che «un piccolo gesto = un grande aiuto».
A un certo punto si sparge la vo­ce su Facebook, non confermata, che la Ferrari è pronta ad un gesto di solidarietà. La scuderia avreb­be preso contati con una parente dei marò per l'esposizione di alcu­ni striscioni, ma non esiste alcun comunicato ufficiale. Edoardo Medini esulta lo stesso: «Forza Ferrari... e vola cavallino... in In­dia ti accompagnerà il ruggito dei Leoni di San Marco». Fra i sosteni­tori di Girone e Latorre ci sono an­che nomi stranieri di gente che scrive perfettamente in italiano.
Molti fan dei marò postano la bandiera della Marina militare con il fiocco giallo in sovrimpres­sione, il vessillo del leone di San Marco o addirittura la rossa della
 Formula Uno già con il simbolo di solidarietà ai marò.
Qualcuno si arrabbia come Isa Barini: «Boicottate l'Indiaaaaaa... Tiene prigionieri due militari ita­liani... Se il governo non agisce fa­telo voi... il simbolo migliore di un' Italia che ha ancora orgoglio e di­gnità ».
E ieri il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, ha assicurato: «Non sono in grado di dire la data, ma i marò torneranno a casa».
 
www.faustobiloslavo.eu
 
[continua]

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10 luglio 2014 | TG5 | reportage
Le parcelle d'oro degli avvocati dei marò
Cinque milioni di dollari, dalle tasche del contribuente italiano, sono stati sborsati per la difesa dei marò. In stragrande maggioranza serviti a pagare le costose parcelle degli avvocati indiani che rappresentano i marò ed in minima parte come anticipo del baronetto inglese ingaggiato per intraprendere la via dell’arbitrato internazionale. Soldi ben spesi se Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non fossero ancora trattenuti in India da due anni e mezzo senza processo. Un esborso assurdo tenendo conto dei risultati raggiunti fino ad ora, poco superiori allo zero.

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08 gennaio 2014 | Vita in diretta | reportage
Il caso marò nella palude giudiziaria indiana
Gli indiani vogliono i marò al­la sbarra, forse per torchiarli, an­che se l’antiterrorismo non ha ancora presentato il volumino­so rapporto d’accusa contro Massimiliano Latorre e Salvato­re Girone. Il processo «speciale» ai fucilieri di Marina è partito ieri con un rinvio al 30 gennaio. Il pubblico ministero aggiunto, Siddharth Luthra, a nome della polizia antiterrorismo (Nia), vo­leva obbligare i marò a presen­tarsi in aula. Non solo: gli investi­gatori pretendono che vengano intrapresi «i passi appropriati per garantire la custodia» di La­torre e Girone, secondo il giorna­le The Hindu . Il pm ha poi precisato: «Non sto dicendo che devono essere fi­sicamente presi in custodia», ma passare sotto la completa tu­tela della cort­e speciale del giudi­ce Darmesh Sharma e venire al­la sbarra. Fonti italiane a Delhi gettano acqua sul fuoco, ma gli indiani fanno sapere al Giornale che la Nia «vuole interrogare an­cora i fucilieri di Marina». E non escludono ulteriori sviluppi. I marò non si sono presentati al­l’udienza di ieri e attraverso i lo­ro legali hanno chiesto di venir esentati anche in futuro. L’unico dato certo è che l’anti­te­rrorismo non ha ancora conse­gnato il rapporto d’accusa. Staf­fan De Mistura, inviato speciale del governo, volato a Delhi, haprecisato che l’ulteriore rinvio «non è stato subito ma voluto dai nostri legali per l'esistenza di troppe zone grigie ed ambiguità da parte indiana».De Mistura ri­badisce: «Non possiamo accetta­re di procedere senza un capo di accusa chiaro e la certezza che non venga evocata la legge sulla repressione della pirateria» che prevede la pena di morte. L’ex ministro degli Esteri Giulio Ter­zi ribadisce che il processo a Delhi «è illegittimo. Affidare la sorte dei nostri ragazzi all’India è profondamente sba­gliato sia giuridicamen­te che politicamente». Secondo fonti india­ne la Nia presenterà «l’at­to d’accusa entro la fine del mese» e sarà pesan­te. I fucilieri di Marina, in servizio anti pirateria, sono accusati di aver uc­ciso due pescatori il 15 febbraio del 2012 al di fuori delle acque territoriali indiane. L’aspetto paradossale è l’esempio che ci sta dando Delhi verso la superpotenza america­na «colpevole» dell’arresto per qualche ora della console india­na a New York. Dopo immediate proteste e rappresaglie il gover­no indiano ha intimato ieri la chiusura di tutti gli esercizi com­merciali e la palestra gestita da locali nel compound dell’amba­sciata degli Stati Uniti. Non solo: le macchine con targa diplomati­ca americana potranno venir multate se violano le norme del traffico.

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24 gennaio 2014 | Vita in diretta | reportage
I marò nella trappola giudiziaria indiana


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17 dicembre 2012 | Zappingduepuntozero | intervento
India
La saga dei marò
Un'analisi fuori dai denti di dieci mesi di linea morbida che non sono serviti a molto.

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