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23 ottobre 2012 - Esteri - India - Il Giornale
Terzi spegne le critiche all’Europa “Silenziata” una lettera dei marò
Pippo Baudo scrive ai marò: «Spero tornerete presto a casa». Il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, ribadisce che l'Unione Europea è al fianco dell'Italia sul caso india­no e la Ferrari ancora non si pro­nuncia sulle Rosse con il fiocco giallo simbolo di solidarietà ai fu­cilieri di marina.
Non solo: una missiva dei ma­rò, che doveva venir letta al simpo­sio delle marine di mezzo mondo, la scorsa settimana a Venezia, è stata stoppata all'ultimo momen­to dalla Difesa. La linea è quella del «silenziatore», ovvero del pro­filo basso in attesa della sentenza della Corte suprema di Delhi sul destino di Salvatore Girone e Mas­similiano Latorre, da otto mesi bloccati in India.
Pippo Baudo ha inviato ai ma­rò, in questi giorni, una cartolina, con il suo faccione nazionale: «Spero tornerete presto a casa. Lo scrivo interpretando i sentimenti di tantissimi italiani». Dalla Ferra­ri, invece, fino a ieri non c'era alcu­na novità sul gesto di solidarietà chiesto a gran voce dal popolo di internet e dal
 Giornale . Dal sito del nostro quotidiano sono state spedite in due giorni oltre duemi­la mail all'indirizzo di posta elet­tronica della casa di Maranello. Sulla pagina Facebook della scu­deria, dove continuano a fioccare post pro marò, Carolina Latorre, ha scritto: «Sono la sorella del fuci­liere di marina Massimiliano La­torre ingiustamente detenuto in India insieme al collega Salvatore Girone, vi ringrazio per qualsiasi iniziativa vogliate intraprendere durante il GP del 28 ottobre in In­dia a supporto dei nostri militari. Vi scrivo anche a nome dei 13.414 Componenti del gruppo FB 'Le fa­miglie dei marò' ». Altri, come Lui­gi Piscitelli, fanno leva sulla storia patria di famiglia del presidente della Ferrari: «Montezemolo fac­cia un gesto Eroico degno del suo congiunto colonnello Giuseppe che diede la propria vita per l'Ita­lia. Appiccichi questo nastro gial­lo sulla rossa».
Ieri il ministro degli Esteri ha sot­tolineato
 via Twitter «il sostegno all'Italia» dell'Unione Europea. Nei giorni scorsi il Giornale ha pubblicato una lettera di Bruxel­les piena di buone intenzioni, che però giudica «non appropriato» un intervento chiaro, diretto ed in­cisivo a favore dei marò perché de­vono decidere i giudici locali.
Terzi assicura che la Ue garanti­sce «la massima priorità al caso» e
 che il «governo (italiano ndr) è sempre al lavoro per riportare in patria i due fucilieri».
La linea, però, è quella del bas­sissimo profilo per non svegliare la stampa indiana sulla fatidica sentenza della Corte suprema, che si spera riporti a casa i marò. Per questo gli articoli e la mobilita­zio­ne del Giornale nell'ultima set­timana
 danno fastidio. Non solo: il silenziatore viene usato anche con i marinai. La scor­sa settimana, durante il simposio internazionale a Venezia di 40 ma­rine militari del mondo, compre­sa quella indiana, doveva venir let­ta una missiva dei marò. Si tratta­va di portare all'attenzione dei di­retti interessati, a livello interna­zionale, lo scabroso caso, che un domani può capitare ad un altro Paese. Per la logica del basso profi­lo­la lettera è stata stoppata all'ulti­mo momento dal portavoce del ministro della Difesa. Speriamo che abbia ragione e serva a far deci­dere gli indiani di rimandare a ca­sa Girone e Latorre.
In ogni caso il capo di stato mag­giore della Marina, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, ha chiuso il simposio facendo suonare e can­tare da un tenore l'inno del reggi­mento San Marco.
Il generale della riserva Fernan­do Termentini, che si sta mobili­tando per i marò, a luglio aveva scritto al ministro Terzi interpel­land­olo sull'iniziativa dell'univer­sità Bocconi di Milano,
 che nel di­cembre dello scorso anno ha an­nunciato l'apertura di una School of business a Mumbai, la capitale finanziaria indiana. Come si legge sul sito della Farnesina alla pre­sentazione dell'evento aveva par­tecipato il console, Giampaolo Cu­tillo, che poi si è ritrovato in prima linea per i marò. L'iniziativa preve­deva l'iscrizione di 120 studenti in­diani, da gennaio, con l'apertura dell'anno accademico a luglio. Termentini chiedeva a Terzi «se l'accordo è ancora operativo e quale è l'impegno dell'Italia in ter­mini finanziari e di personale». Mario Monti, lo scorso dicembre, era diventato da poco capo del go­verno e prima risultava presiden­te della Bocconi. Ieri anche il Gior­nale ha chiesto spiegazioni alla Farnesina senza successo. «Terzi aveva assicurato che approfondi­rà la questione- spiega Termenti­ni al Giornale - ma poi non si è sa­puto più nulla». 
www.faustobiloslavo.eu
 
[continua]

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19 febbraio 2014 | Rai 1 mattina | reportage
Ennesimo rinvio per i marò. L'Italia richiama l'ambasciatore, ma non basta


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08 gennaio 2014 | Vita in diretta | reportage
Il caso marò nella palude giudiziaria indiana
Gli indiani vogliono i marò al­la sbarra, forse per torchiarli, an­che se l’antiterrorismo non ha ancora presentato il volumino­so rapporto d’accusa contro Massimiliano Latorre e Salvato­re Girone. Il processo «speciale» ai fucilieri di Marina è partito ieri con un rinvio al 30 gennaio. Il pubblico ministero aggiunto, Siddharth Luthra, a nome della polizia antiterrorismo (Nia), vo­leva obbligare i marò a presen­tarsi in aula. Non solo: gli investi­gatori pretendono che vengano intrapresi «i passi appropriati per garantire la custodia» di La­torre e Girone, secondo il giorna­le The Hindu . Il pm ha poi precisato: «Non sto dicendo che devono essere fi­sicamente presi in custodia», ma passare sotto la completa tu­tela della cort­e speciale del giudi­ce Darmesh Sharma e venire al­la sbarra. Fonti italiane a Delhi gettano acqua sul fuoco, ma gli indiani fanno sapere al Giornale che la Nia «vuole interrogare an­cora i fucilieri di Marina». E non escludono ulteriori sviluppi. I marò non si sono presentati al­l’udienza di ieri e attraverso i lo­ro legali hanno chiesto di venir esentati anche in futuro. L’unico dato certo è che l’anti­te­rrorismo non ha ancora conse­gnato il rapporto d’accusa. Staf­fan De Mistura, inviato speciale del governo, volato a Delhi, haprecisato che l’ulteriore rinvio «non è stato subito ma voluto dai nostri legali per l'esistenza di troppe zone grigie ed ambiguità da parte indiana».De Mistura ri­badisce: «Non possiamo accetta­re di procedere senza un capo di accusa chiaro e la certezza che non venga evocata la legge sulla repressione della pirateria» che prevede la pena di morte. L’ex ministro degli Esteri Giulio Ter­zi ribadisce che il processo a Delhi «è illegittimo. Affidare la sorte dei nostri ragazzi all’India è profondamente sba­gliato sia giuridicamen­te che politicamente». Secondo fonti india­ne la Nia presenterà «l’at­to d’accusa entro la fine del mese» e sarà pesan­te. I fucilieri di Marina, in servizio anti pirateria, sono accusati di aver uc­ciso due pescatori il 15 febbraio del 2012 al di fuori delle acque territoriali indiane. L’aspetto paradossale è l’esempio che ci sta dando Delhi verso la superpotenza america­na «colpevole» dell’arresto per qualche ora della console india­na a New York. Dopo immediate proteste e rappresaglie il gover­no indiano ha intimato ieri la chiusura di tutti gli esercizi com­merciali e la palestra gestita da locali nel compound dell’amba­sciata degli Stati Uniti. Non solo: le macchine con targa diplomati­ca americana potranno venir multate se violano le norme del traffico.

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03 luglio 2013 | Uno Mattina | reportage
E se i marò fossero innocenti?
E se i marò non avessero mai sparato sul peschereccio St. Anthony, dove la morte di due pescatori indiani ha fatto esplodere una crisi senza precedenti fra Italia e India? Se fossero totalmente innocenti? Lo sostiene Toni Capuozzo in una nuova ricostruzione degli eventi sul fatidico 15 febbraio 2012.

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17 dicembre 2012 | Zappingduepuntozero | intervento
India
La saga dei marò
Un'analisi fuori dai denti di dieci mesi di linea morbida che non sono serviti a molto.

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