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15 dicembre 2012 - Prima - India - Il Giornale
Marò, Terzi si sfoga: snobbati dagli alleati
La linea del Piave del Natale in India si sta avvicinando, non solo per Salvatore Girone e Mas­similiano Latorre, ma pure per il governo italiano che puntava a sbloccare il caso entro le festi­vità. L'amara verità raccontata dallo stesso ministro degli Este­ri, Giulio Terzi, sulla sua pagina Facebook è la grande frustrazio­ne nei confronti degli indiani e lo scarso aiuto da parte degli al­leati. La linea morbida non pa­ga e ieri Palazzo Chigi ha tirato fuori gli attributi con un comu­nicato durissimo. Se i marò non torneranno a casa ci saranno «conseguenze negative (...) sull' impegno internazionale nella lotta contro la pirateria e nelle missioni di pace all'estero». Quello che da mesi chiede il Giornale : se Girone e Latorre continuano a venir trattenuti in India ci ritiriamo dalla flotta eu­ropea al largo dalla Somalia e mettiamo in forse altre missio­ni come quella in Libano e Af­ghanistan.
New Delhi ha tirato troppo la corda. Il 4 dicembre il ministro Terzi rispondendo a Pier Luigi
 Lamioni, capitano di corvetta in congedo ed ex ufficiale del reggimento San Marco, soste­neva con sincera amarezza: «...le assicuro che la frustrazio­ne è tanta, e che le attività mie per riportarli a casa (i marò ndr) sono costanti e fermissi­me, su oltre cento tavoli interna­zionali di negoziazione...».
Questa mattina è l'ultima da­ta utile per la tanto attesa sen­tenza della Corte suprema in­diana sul destino dei fucilieri di marina. Da lunedì i giudici sa­ranno in ferie fino al primo gen­naio. Uno dei problemi della li­nea morbida del governo, che sembra archiviata dal comuni­cato di Palazzo Chigi di ieri se­ra,
 è che siamo stati lasciati spesso soli dagli alleati.
Terzi ha risposto all'ex ufficia­le del San Marco su Facebook quasi sfogandosi. «Io non ho al­tro mezzo se non la diplomazia, essendo il Ministro degli Esteri. E voglio riportarli a casa (i marò ndr) “seguendo le regole”»spie­ga il responsabile della Farnesi­na. Poi descrivendo «l'enorme lavoro diplomatico» ammette: «Molti Paesi - in modo miope ­lo vivono come un problema 'non loro' e non vogliono pre­giudicare i rapporti con l'India che è una potenza economica».
Lo stesso Terzi svela che ha dovuto sudare sette camicie al vertice bilaterale italo-france­se del 3 dicembre per far inseri­re nel comunicato stampa con­giunto «il tema Marò con un for­te richiamo all'India ». E il mini­stro aggiunge: «Ovviamente i Francesi non erano d'accordo, perchè era una bilaterale eco­nomico- finanziaria (Tav e altre cose), ma io (...) ho insistito mol­to e ho ottenuto che venisse in­serito ».
Una strada tutta in salita, pu­re con gli alleati,
 che forse ci cal­coleranno di più dopo la sfuria­ta di Palazzo Chigi: «Il Governo italiano esprime forte delusio­ne e profondo rammarico per il posticipo della sentenza della Corte Suprema indiana» sul de­stino dei marò.
Terzi continuando a rispon­dere all'ufficiale di marina in congedo ha raccontato di aver ottenuto nella mattinata del 4 dicembre «un colloquio molto lungo personalmente con il Mi­nistro degli Esteri indiano, ri­chiamando la presa di posizio­ne italo- francese - del 3 dicem­bre, ndr- (ed altre cose molto in­cisive ma che non posso esten­derle in quanto se finissero sui giornali anzitempo brucereb­bero la nostra strategia e ciò non sarebbe nell'interesse dei due Marò)».
Ieri Palazzo Chigi ha chiesto all'India «una tempestiva solu­zione di questo caso (...) Il diffe­rimento della pronuncia della Corte Suprema non appare as­solutamente comprensibile agli occhi delle istituzioni e dell' opinione pubblica italiane e provoca forte preoccupazio­ne ».
Il 9 dicembre Stefano Bovesi scriveva a Terzi su Facebook «fi­no a quando i 2 marò non saran­no in Italia non metto 'mi pia­ce' a questa pagina neppure sotto tortura». Il ministro gli ri­spondeva: «L'impegno per ri­portarli a casa è “quotidiano”, speriamo possano passare il Natale con le loro famiglie». In un altro post Terzi scriveva: «Guardi, non posso evidenzia­re in pubblico cosa penso del comportamento delle istituzio­ni ind­iane perché sarei poco di­plomatico ....
 meglio se taccio». 
www.faustobiloslavo.eu
 
[continua]

video
24 gennaio 2014 | Vita in diretta | reportage
I marò nella trappola giudiziaria indiana


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19 febbraio 2014 | Rai 1 mattina | reportage
Ennesimo rinvio per i marò. L'Italia richiama l'ambasciatore, ma non basta


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10 luglio 2014 | TG5 | reportage
Le parcelle d'oro degli avvocati dei marò
Cinque milioni di dollari, dalle tasche del contribuente italiano, sono stati sborsati per la difesa dei marò. In stragrande maggioranza serviti a pagare le costose parcelle degli avvocati indiani che rappresentano i marò ed in minima parte come anticipo del baronetto inglese ingaggiato per intraprendere la via dell’arbitrato internazionale. Soldi ben spesi se Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non fossero ancora trattenuti in India da due anni e mezzo senza processo. Un esborso assurdo tenendo conto dei risultati raggiunti fino ad ora, poco superiori allo zero.

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17 dicembre 2012 | Zappingduepuntozero | intervento
India
La saga dei marò
Un'analisi fuori dai denti di dieci mesi di linea morbida che non sono serviti a molto.

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