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Articolo
22 febbraio 2013 - Esteri - Siria - Il Giornale
La morte arriva nel cuore di Damasco
Strage nel cuore di Dama­sco con una devastante auto­bomba che ha provocato 53 morti e 200 feriti. Non è solo un attentato suicida, ma l'azione più clamorosa dell'ultima of­fensiva dei ribelli che cercano di avanzare nella capitale. Il no­me in codice dell'operazione è tutto un programma: «Batta­glia dell'Armageddon».
Ieri mattina un terrorista sui­cida è riuscito ad arrivare nel centro di Damasco, nel quartie­re di Mazraa, a bordo di un mez­zo imbottito di tritolo. L'esplo­sione è avvenuta ad un posto di blocco vicino alla sede del Baa­th, il partito al potere. «Il cielo si è oscurato in un attimo», ha rac­contato un sopravvissuto.
Il terrorista si è fatto saltare in aria fra via della Rivoluzione e piazza Shahban­dar, scatenando l'inferno. Decine di automobili del traffico mat­tutino sono esplose provo­cando
 un vasto fronte di fuoco. Una enorme co­lonna di densissi­mo fumo nero è salita verso il cie­lo, visibile in tut­ta la capitale, co­me se Damasco fosse stata bom­bardata. Nella piazza giaceva­no­tre cadaveri di­laniati, e agenti in borghese, con il kalashnikov a tracolla, portava­no via dei corpi. Un testimone ha raccontato di aver visto «una ra­gazza morire da­vanti al mio negozio. Era stata colpita da schegge di vetro. San­guinava e non c'era più nulla da fare».
La mattanza ha colpito an­che degli studenti della vicina scuola Abdallah ben Zubeir. Tutt'attorno ci sono carcasse fu­manti di automobili. Pur tro­vandosi ad una certa distanza è stato ferito lievemente il famo­so e anziano leader oltranzista dei palestinesi, Nayef Hawat­meh, da tempo ospite dei siria­ni.
I terroristi, oltre che semina­re il panico, hanno danneggia­to, senza provocare vittime,
 l'ambasciata russa che si trova vicino alla sede del Baath. Un doppio obiettivo simbolico nel momento in cui Mosca sta cer­cando con tutte le sue forze di ri­lanciare la trattativa per uscire da due anni di sanguinosa guer­ra civile che ha provocato 70mi­la morti.
La tipologia d'attacco fa pen­sare agli attentati suicidi del Fronte al-Nusra, la costola ispi­rata da Al Qaida della
 rivolta si­riana. Nel maggio 2012 due ka­mikaze avevano provocato a Damasco 55 morti. Non si esclu­de che anche ieri abbiano agito nella mattanza principale più attentatori suicidi. Altre esplo­sioni sono state udite nel quar­tiere di Barzeh. E due colpi di mortaio sarebbero stati lancia­ti contro la sede dello stato mag­giore dell'esercito a piazza de­gli Omayyadi. L'edificio era sot­toposto a restauri dopo un pre­cedente attacco avvenuto nel settembre scorso.
Il sanguinoso attentato di ie­ri, nel cuore della capitale, fa parte della «battaglia dell'Ar­mageddon », un'offensiva che i ribelli vogliono portare nel cen­tro di Damasco.
Artiglieria e forze aeree bom­bardano spesso Jobar, un sob­borgo della capitale. Agli inizi di febbraio i ribelli avevano con­quistato la stazione ferroviaria nel distretto di Qadam. Marte­dì
 scorso due colpi di mortaio erano caduti, per la prima vol­ta, davanti ad uno dei tre palaz­zi del presidente siriano Bashar al Assad. Il giorno dopo altre granate di mortaio hanno colpi­to lo stadio e un hotel, ucciden­do un noto calciatore. Spesso la strada per l'aeroporto è blocca­ta dai ribelli. Abu Omar al-Jo­brani, uno dei comandanti che guida la battaglia per Dama­sco, sostiene di riuscire a colpi­re il quartier generale dei servi­zi segreti dell'aeronautica vici­no alla piazza Abassiyeen. L'obiettivo è portare la guerra civile nel cuore di Damasco, do­ve Assad ha sempre cercato di mantenere una parvenza di normalità. E farlo in fretta, in marzo, per il secondo anniver­sario dell'inizio della rivolta. 
www.faustobiloslavo.eu
 

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"Cosa gradita per i fedeli!!! Dio è grande! Due dei mujaheddin hanno assassinato i fumettisti, quelli che hanno offeso il Profeta dell'Islam, in Francia. Preghiamo Dio di salvarli”. E’ uno dei messaggi intercettati sulla strage di Charlie Hebdo scritto da Maria Giulia Sergio arruolata in Siria nel Califfato. Da ieri, la prima Lady Jihad italiana, è ricercata per il reato di associazione con finalità di terrorismo internazionale. La procura di Milano ha richiesto dieci mandati di cattura per sgominare una cellula “familiare” dello Stato islamico sotto indagine da ottobre, come ha scritto ieri il Giornale, quando Maria Giulia è arrivata in Siria. Il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli ha spiegato, che si tratta della “prima indagine sullo Stato Islamico in Italia, tra le prime in Europa”.

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23 gennaio 2014 | Radio Città Futura | intervento
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