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Articolo
01 marzo 2013 - Esteri - Siria - Il Giornale |
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Allarme dei servizi: siriani d’Italia al fronte |
I servizi segreti lanciano l'allarme sui combattenti «italiani» in Siria contro Assad e le infiltrazioni di Al Qaida. Nelle stesse ore si decide a Roma di aumentare gli aiuti diretti all'opposizione armata, anche se ufficialmente non verranno fornite le armi anti aeree e contro carro chieste dai ribelli. La relazione annuale dei servizi segreti inviata al Parlamento rivela che in Siria «al rafforzamento della militanza jihadista endogena ha concorso l'afflusso di mujahiddin da diversi Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente, nel cui contesto si è registrata una pervasiva penetrazione di Al Qaida in Iraq». I volontari anti Assad sono partiti pure dall'Italia, anche se il flusso non è quello dell'Inghilterra o della Francia che lo scorso anno segnalavano centinaia di aspiranti combattenti. «Numericamente contenute sono risultate le partenze dall'Italia di cittadini siriani intenzionati a sostenere la rivolta in madrepatria- scrivono i servizi- o a fornire supporto umanitario alla popolazione, ma non sono emersi strutturati canali di instradamento verso quel teatro di aspiranti mujahiddin». In pratica siamo di fronte ad una mobilitazione apparentemente «fai da te», ma potenzialmente pericolosa. «In relazione ai possibili collegamenti tra estremisti attestati in Europa e combattenti attivi nel teatro siriano ha costituito specifica ipotesi di lavoro sottolinea il rapporto - il rischio di un rientro in Italia di oppositori al regime che, partiti per sostenere la rivolta siriana, potrebbero radicalizzarsi stabilendo contatti con gruppi filo-qaidisti». Lo scorso anno sono partiti da Milano almeno quattro giovani volontari della guerra santa in Siria. Maher si è unito agli insorti di Aleppo e A.B. aveva un profilo Facebook dove postava le sue foto in armi, con mimetica e barbone d'ordinanza. La nostra intelligence lancia l'allarme: «In prospettiva (...), specie nell' eventualità di un ulteriore consolidamento dell'attivismo estremista in Siria, potrebbero profilarsi insidiosi casi di 'reducismo'». In pratica i volontari «italiani», una volta rientrati nel nostro Paese, sarebbero in grado di lanciare «forme di riattivazione sul territorio nazionale, in funzione di sostegno al jihad siriano, di circuiti estremisti di origine prevalentemente maghrebina rimasti sinora sottotraccia». Ieri a Roma, Moaz al Khatib, rappresentante del Consiglio nazionale siriano, l'ombrello dell'opposizione, si è incontrato con il neo segretario di Stato americano, John Kerry nella riunione internazionale dedicata alla crisi. Alla vigilia sembrava che gli americani volessero fornire ai ribelli blindati, visori notturni, giubbotti antiproiettile. Ufficialmente Kerry ha annunciato soltanto l'invio diretto di aiuti sanitari e razioni di combattimento, mentre i ribelli chiedono armi anti aeree e contro carro. In realtà, come si legge sul sito della Farnesina, che ha organizzato il summit, è stato deciso che i programmi di assistenza «saranno più strettamente coordinati per sostenere il Comando Militare Supremo del Libero Esercito Siriano (la principale formazione ribelle, ndr) a protezione del popolo e per rafforzare le sue capacità di auto-difesa ». Non è chiaro in cosa consisterà questo aiuto diretto, ma l'opposizione vorrebbe insediare una specie di governo provvisorio nelle zone settentrionali del Paese, vicino al confine turco, che controlla militarmente. Per farlo deve poter contrastare gli attacchi aerei dei governativi ed i lanci di missili Scud. |
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12 settembre 2013 | Tg5 | reportage
Diario di guerra ia Damasco
Tadamon la prima linea a 500 metri dai vicoli dove i bambini giocano a pallone.
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19 marzo 2019 | Rai 1 Storie italiane | reportage
Ricordo di Lorenzo volontario con i curdi ucciso dall'Isis
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10 settembre 2013 | Tg5 | reportage
L'inferno di Jobar alle porte di Damasco
Alle porte della capitale siriana il nostro inviato racconta il sobborgo ridotto a un cumulo di macerie, nella zona dove sono state usate le armi chimiche.
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radio
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02 luglio 2015 | Radio24 | intervento |
Siria
La famiglia jihadista
"Cosa gradita per i fedeli!!! Dio è grande! Due dei mujaheddin hanno assassinato i fumettisti, quelli che hanno offeso il Profeta dell'Islam, in Francia. Preghiamo Dio di salvarli”. E’ uno dei messaggi intercettati sulla strage di Charlie Hebdo scritto da Maria Giulia Sergio arruolata in Siria nel Califfato. Da ieri, la prima Lady Jihad italiana, è ricercata per il reato di associazione con finalità di terrorismo internazionale. La procura di Milano ha richiesto dieci mandati di cattura per sgominare una cellula “familiare” dello Stato islamico sotto indagine da ottobre, come ha scritto ieri il Giornale, quando Maria Giulia è arrivata in Siria. Il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli ha spiegato, che si tratta della “prima indagine sullo Stato Islamico in Italia, tra le prime in Europa”.
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02 dicembre 2015 | Radio uno Tra poco in edicola | intervento |
Siria
Tensione fra Turchia e Russia
In collegamento con Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa. In studio conduce Stefano Mensurati.
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23 gennaio 2014 | Radio Città Futura | intervento |
Siria
La guerra continua
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