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Articolo
16 marzo 2013 - Esteri - India - Il Giornale
Marò, l’India perseguita il nostro ambasciatore
L’ambasciatore italiano in India «Daniele Mancini non de­ve lasciare il Paese senza per­messo ». Il ministero degli Inter­ni di Del­hi ha inviato questa co­municazione urgente, via fax, a tutti gli aeroporti. L’ambascia­tore è di fatto in «ostaggio», co­me denuncia il più rappresenta­tivo sindacato delle feluche. Una rappresaglia per il manca­to rientro dei marò, che non sa­rà l’unica. L’India sta ridimen­sionando la sua ambasciata a Roma e potrebbe imporre un gi­ro di vite sulla concessione dei visti agli italiani.
Nel frattempo la Farnesina, sul sito Viaggiare sicuri, ha invi­tato i connazionali che si trova­no in India alla «prudenza». «In relazione ad eventuali manife­stazioni di protesta, in partico­lare nello Stato del Kerala, lega­te alla vicenda dei due marò, si raccomanda un atteggiamento sempre vigile e prudente e di te­nersi lontani da eventuali as­sembramenti » si legge su Inter­net.
Il più forte sindacato dei di­plomatici (Sndmae) «esprime la sua piena solidarietà all’Ambascia­tore d’Italia in India, Da­niele Mancini». E ricorda che la limitazione delle «sue possibilità di movimen­to contrasta palesemente con quanto stabilito dagli arti­coli 29, 31, 44 della Convenzio­ne­di Vienna sulle Relazioni Di­plomatiche, ratificata dall’In­dia nel 1965». I diplomatici ri­cordano che «pure in caso di
 conflitto armato» si rispettano gli ambasciatori. L’immunità serve proprio ad evitare che i di­plomatici «siano magari presi in ostaggio nell’adempimento del proprio dovere, come sta ac­cadendo all’Ambasciatore Mancini».
Il ministro degli Esteri in sca­denza, Giulio Terzi, continua a tacere. Il governo di Delhi vuo­le mostrare i muscoli, ma sem­bra diviso. Da una parte annun­cia ch­e verrà fatta rispettare l’or­dinanza
 della Corte suprema che vieta a Mancini di lasciare l’India. Dall’altra assicura con il ministro degli Esteri, Salman Khurshid, che «l’ambasciatore italiano può muoversi libera­mente e non può essere arresta­to in quanto gode di immunità diplomatica».
L’esecutivo si contraddice di­mostrando una spaccatura al suo interno fra linea dura scelta
 dal premier Manmohan Singh e quella più cauta del ministro degli Esteri.
Ieri l’ambasciata italiana ha lavorato regolarmente, conti­nuando a rilasciare visti agli in­diani. Mancini è uscito in mac­china, con la bandierina tricolo­re, per un incontro con gli avvo­cati.
In vista dell’udienza di lune­dì alle 10.30 del mattino, le 6 in Italia, fissata dalla Corte Supre­ma,
 si sta studiando la tattica da adottare. I giudici hanno inti­mato all’ambasciatore, a Massi­miliano Latorre e Salvatore Gi­rone, i due fucilieri di Marina che resteranno in Italia, di forni­re spiegazioni con una memo­ria.
Sulla vicenda è intervenuto il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-Moon. Il suo portavoce, Eduardo Del Buey, ha inviato India ed Italia a «risolvere paci­ficamente
 » i contrasti «rispet­tando il diritto internazionale ». Stessa litania da parte del­l’Unione Europea, mai partico­larmente attiva nel caso dei ma­rò. Aria fritta tenendo conto che Delhi ha già congelato l’arri­vo del nuovo ambasciatore a Roma, Basant Kumar Gupta. Un diplomatico di alto livello che doveva partire ieri, dopo aver ricoperto l’incarico di di­rettore generale del Ministero degli Esteri. Ieri il ministro de­gli Esteri di Delhi ha dichiarato che non è stata presa ancora nessuna decisione sulla ridu­zione della presenza diplomati­ca a Roma.
A questo punto, secondo il do­cente di diritto internazionale, Natalino Ronzitti, i due marò «non vanno restituiti all’India nè risulta opportuno ricorrere all’arbitrato internazionale. I fucilieri di Marina sono sotto la giurisdizione italiana. E qui de­vono essere giudicati».
 
www.faustobiloslavo.eu
 
[continua]

video
10 luglio 2014 | TG5 | reportage
Le parcelle d'oro degli avvocati dei marò
Cinque milioni di dollari, dalle tasche del contribuente italiano, sono stati sborsati per la difesa dei marò. In stragrande maggioranza serviti a pagare le costose parcelle degli avvocati indiani che rappresentano i marò ed in minima parte come anticipo del baronetto inglese ingaggiato per intraprendere la via dell’arbitrato internazionale. Soldi ben spesi se Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non fossero ancora trattenuti in India da due anni e mezzo senza processo. Un esborso assurdo tenendo conto dei risultati raggiunti fino ad ora, poco superiori allo zero.

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03 luglio 2013 | Uno Mattina | reportage
E se i marò fossero innocenti?
E se i marò non avessero mai sparato sul peschereccio St. Anthony, dove la morte di due pescatori indiani ha fatto esplodere una crisi senza precedenti fra Italia e India? Se fossero totalmente innocenti? Lo sostiene Toni Capuozzo in una nuova ricostruzione degli eventi sul fatidico 15 febbraio 2012.

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08 marzo 2012 | Uno Mattina | reportage
Il caso dei marò "ostaggi" degli indiani


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radio

12 marzo 2013 | Radio 24 - Melog | intervento
India
I due Marò
La storia di Massimilianno Latorre e Salvatore Girone i fucilieri di Marina trattenuti in India per un anno con l'accusa di aver ucciso due pescatori scambiati per pirati. Sul Giornale.it è raccontata nell'e book "I NOSTRI MARO'", che ripercorre la vicenda attraverso documenti esclusivi, testimonianze, foto e video inediti. Un anno di sgarbi diplomatici, interpretazioni arbitrarie del diritto e umiliazioni, ma anche un anno di retroscena e di battaglie per riportarli a casa. Latorre e Girone restano in Italia, ma la storia non è finita. Ora è sotto tiro il nostro ambasciatore in india, Daniele Mancini, come rappresaglia per il mancato rientro a Delhi dei marò.

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26 marzo 2013 | Radio Città | intervento
India
Caso marò: Terzi si dimette. Il ministro della Difesa no


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26 marzo 2013 | Radio24 | intervento
India
I Marò rispediti in India


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