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Intervista esclusiva
24 luglio 2013 - Interni - Kazakhstan - Il Giornale
“Mai fatto pressioni su Alfano Ablyazov è solo un criminale”
Andrian Yelemessov, l’am­basciatore di Astana, risponde al telefono in italiano.E parte su­bito all’attacco ribaltando la frit­tata sulle nostre autorità, che il 31 maggio hanno espulso la mo­glie e figlia dell’oligarca, «dissi­dente » e ricercato, Mukhtar Abl­yazov. L’ambasciatore è in va­canza in patria pronto a tornare a Roma per chiarire tutto, ma cri­tica il ministro degli Esteri Em­ma Bonino. In questa intervista esclusiva racconta la sua versio­ne della storia. 
Le autorità italiane ripetono che lei ed il personale del­l’ambasciata a Roma siete stati «invasivi» nel gestire il caso Ablyazov, per usare un eufemismo....
«Qual è la mia colpa? Ho pun­tato una pistola a qualcuno? Ho consegnato le carte del­l’Interpol, tutto qui».
All’inizio ha cercato il mini­stro dell’Interno Angelino Alfano?
«Non è andata così. Ho ricevu­to una comunicazione Interpol, in inglese e russo, che riguarda­va il bollettino rosso dei ricerca­ti. Ho preparato una nota verba­le e chiamato il ministero (del­l’Interno,nda ), ma il ministro era sempre occupato o non c’era.Qualsiasi ambasciatore fa­rebbe la stessa cosa».
Perché ha chiamato il Vimi­nale e non la Farnesina?
«Si trattava di informazioni Interpol segrete, che dovevo con­segnare agli organi direttamen­te competenti. Dal Viminale mi hanno detto di rivolgermi alla Questura e così ho fatto portan­do la documentazione ( 28 mag­gio, nda ). Poi nel pomeriggio ho richiamato il Viminale e alla sera sono andato al ministero conse­gnando i documenti. È un rea­to? ».
I documenti dell’Interpol se­gnalavano la presenza di Ablyazov alle porte di Romaricercato per tre mandati di cattura internazionali?
«Sì, ma la polizia aveva queste informazioni. Mi hanno detto: “Le comunicazioni del­l’Interpol le abbiamo già”. Io ho semplicemente confermato la­sciando copia dei documenti».
È sicuro di non aver parlato prima con il ministro Alfano o altri politici per fare pres­sioni?
«Assolutamente no. Il mini­stro non l’ho mai visto ». 
La polizia però ha cercato di catturare Ablyazov su sua ri­chiesta...
«La polizia ha fatto il suo lavo­ro. Non è possibile che un rap­presentante straniero dia degli ordini. Chi sono, Superman? L’unica cosa di cui abbiamo par­lato è dei mandati di cattura. Per quanto mi riguarda si trattava so­lo di un criminale ricercato».
Ablyazov era stato indivi­duato fino al 26 maggio. Gli investigatori privati eranoconvinti che fosse ancora a Casal Palocco il giorno del blitz, il 28 maggio. Non è stra­no che non sia stato trovato?
«Dovete chiederlo alle autori­tà italiane».
La preoccupano le reazioni 
italiane nei suoi confronti?
 
«Emma Bonino è arrabbiata. Se mi permette di tornare in Italia, chiederò subito udienza al mini­stro. Sono pronto a chiarire».
Ablyazov sostiene di essere un dissidente e accusa il go­verno kazako. 
«Non è un dissidente, ma un criminale. Ha rubato i soldi della mia gente, tanti miliardi. La Rai ha mandato in onda le dichiara­zioni dell’agente immobiliare sulla villa di Casal Palocco. Pri­ma l’ha affittata (8mila euro al mese,
 nda ) e poi voleva comprar­la, ma con quali soldi? E l’aveva già fatto a Londra (per beni im­mobili di milioni di euro poi se­questrati, nda ) ». 
In questo pasticcio ci sono andate di mezzo la moglie e la figlia di Ablyazov, che non erano ricercate.
«Non c’entrano niente. Non ho mai ricevuto alcun ordine di portare in Kazakistan la donna e la figlia. Le abbiamo rimpatriate perché l’Italia le ha espulse.Io al­l’ambasciata non sapevo chi fos­se Alma Alyan ( nome fittizio del­la signora, nda ). Poi il nostro con­sole ha ricevuto una richiesta dall’ufficio immigrazione della polizia, che chiedeva conferma della cittadinanza kazaka di Al­ma Shalabayeva. Perché non ha mai detto che aveva l’asilo politi­co in Inghilterra o il permesso di soggiorno valido in Europa?».
È realistico che possano rien­trare in Italia? 
«Sì, possono tornare. Basta avanzare una richiesta. Ma per­ché Shalabayeva vuole tornare in Italia? Forse il marito sta anco­ra lì? Non può andare in altri pae­si come il Centro Africa?».
Questo pasticcio influenze­rà i rapporti fra Italia e Ka­zakistan?
«Non vorrei proprio. Da 22 an­ni­ho fatto del mio meglio per av­vicinare le nostre nazioni». 
In molti chiedono di conside­rarla «persona non grata». Come replica?
«Non credo che accadrà. Non vorrei che per dei malintesi sor­gessero problemi fra due popoli ».
Quando torna in Italia? 
«Chiedetelo alla Bonino».
 
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[continua]

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03 agosto 2013 | Rainews24 | reportage
Esclusivo. Alma Shalabayeva ad Almaty
ALMATY (Kazakhstan) - “Sono libera come in una gabbia” sospira Alma Shalabayeva nell’elegante casa a due piani, alle porte di Almaty, l’antica capitale kazaka, dove ha l’obbligo di dimora. Per la prima volta dalla vergognosa espulsione dall’Italia del 31 maggio, con la figlia Alua di 6 anni, la signora apre la porta ad un giornalista italiano, a fine mattinata del 2 agosto.

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