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Scenari mondo
31 luglio 2013 - Esteri - Siria - Panorama
In Siria il massacro è anche fra i ribelli

ribelli siriani si stanno scannando fra loro. Nel paese martoriato da oltre due anni di un’atroce guerra civile,  che non vede soluzioni all’orizzonte, l’Esercito libero  siriano, la formazione più moderata e filooccidentale, è  sempre più spesso coinvolto in scontri armati con i miliziani  di Al Qaeda giunti dall’Iraq e da altri paesi arabi.  L’11 luglio è stato assassinato Kaamal Hamami, nome  di battaglia di Abou Bassir al-Jeblaouis, famoso comandante  dell’Esercito libero siriano. Si stava recando nella  zona di Latakya per incontrare altri gruppi ribelli.  A un posto di blocco della formazione armata  araba che si chiama Stato islamico in Iraq  e del Levante è scoppiata la faida. Prima  di venire colpito a morte, il comandante  siriano avrebbe detto ai miliziani di Al  Qaeda: «Venite nel nostro paese ad aiutarci  o a creare problemi?». Pochi giorni  dopo sono scoppiati combattimenti fra  moderati e ultrà anti Assad con una dozzina di vittime.  Dall’inizio dell’anno la tensione all’interno della galassia  ribelle si sta impennando. A Raqqa, una roccaforte degli  insorti nel nord-ovest della Siria, i miliziani filo Al Qaeda  hanno espulso dalla città la brigata Farouq, con l’accusa  di tradimento e comportamenti immorali.

A Dana, vicino al confine turco, gli ultrà hanno decapitato  due comandanti ribelli rivali. La popolazione è  scesa in strada per protestare contro i metodi di Al Qaeda.  Ben presto è scoppiata una sparatoria fra ribelli, che ha  colpito anche i manifestanti con gli striscioni «Al-Nusra  (la costola siriana di Al Qaeda, ndr) non mi rappresenta».  Ad Aleppo un ragazzino di 15 anni è stato giustiziato  in piazza perché aveva ironizzato su Maometto.  L’imposizione dell’Islam duro e puro da parte  dei miliziani che sognano il califfato sta esacerbando  i sunniti meno fondamentalisti.

Secondo l’Onu, ogni giorno 6 mila siriani  scappano dal paese e ogni mese si contano  circa 5 mila vittime. Una media che  non si registrava da 20 anni, ai tempi del  genocidio in Ruanda. 

(Fausto Biloslavo)


video
23 gennaio 2014 | Televisione Svizzera Italiana | reportage
I cristiani combattono
I cristiani in Siria vivono fra due fuochi e iniziano a difendersi, armi in pugno. 

Queste sono le giovani reclute del Sutoro, una milizia cristiana nel nord del paese travolto dalla guerra civile. Le immagini sono state girate dagli stessi miliziani.

I cristiani siriaci combattono al fianco dei curdi contro gli estremisti islamici di Al Qaida.

Il nome Sutoro deriva da un’antica preghiera in aramaico, la lingua di Gesù Cristo.

Dall’Europa non partono per la Siria solo volontari della guerra santa islamica.

Ma pure giovani cristiani per proteggere le loro comunità minacciate di estinzione. 
Come raccontano i rappresentanti della diaspora cristiana nel vecchio continente.

Da Locarno è partito per la Siria Johann Cosar, un ex sergente dell’esercito elvetico. 
Ufficialmente per documentare le sofferenze dei cristiani, ma in realtà ha dato una mano ad addestrare la milizia del Sutoro.
Dei volontari cristiani in Siria, giunti dall'Europa, parla il rappresentante del Centro culturale mesopotamico di Locarno

Sait il padre di Johan Cosar, il giovane di Locarno partito per la Siria, è un cittadino svizzero ed esponente di spicco del Partito che ha fondato la milizia cristiana. 

I servizi segreti di Damasco lo hanno arrestato lo scorso agosto.

La famiglia non parla con la stampa ma a Berna il Dipartimento federale degli Esteri è informato del caso.

Il governo siriano sostiene che Sait Cosar sia morto per infarto. 

Duecentomila cristiani sono già fuggiti dalla guerra civile. 
I loro rappresentanti, assieme ai curdi, avevano chiesto all’Onu di partecipare a Ginevra 2, senza ottenere risposta.
Nel futuro della Siria, per i cristiani, è in gioco la sopravvivenza.

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08 settembre 2013 | Tg5 | reportage
La battaglia di Maalula perla cristiana
Fausto Biloslavo, appena arrivato in Siria si trova al centro degli scontri tra governanti e ribelli. Il video terribile ed il racconto della battaglia

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12 settembre 2013 | Tg5 | reportage
Maaalula: i tank governativi che martellano i ribelli
Il nostro inviato in Siria, Fausto Biloslavo, torna nel mezzo dei combattimenti fra le cannonate dei carri armati

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[altri video]
radio

02 dicembre 2015 | Radio uno Tra poco in edicola | intervento
Siria
Tensione fra Turchia e Russia
In collegamento con Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa. In studio conduce Stefano Mensurati.

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02 luglio 2015 | Radio24 | intervento
Siria
La famiglia jihadista
"Cosa gradita per i fedeli!!! Dio è grande! Due dei mujaheddin hanno assassinato i fumettisti, quelli che hanno offeso il Profeta dell'Islam, in Francia. Preghiamo Dio di salvarli”. E’ uno dei messaggi intercettati sulla strage di Charlie Hebdo scritto da Maria Giulia Sergio arruolata in Siria nel Califfato. Da ieri, la prima Lady Jihad italiana, è ricercata per il reato di associazione con finalità di terrorismo internazionale. La procura di Milano ha richiesto dieci mandati di cattura per sgominare una cellula “familiare” dello Stato islamico sotto indagine da ottobre, come ha scritto ieri il Giornale, quando Maria Giulia è arrivata in Siria. Il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli ha spiegato, che si tratta della “prima indagine sullo Stato Islamico in Italia, tra le prime in Europa”.

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23 gennaio 2014 | Radio Città Futura | intervento
Siria
La guerra continua


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