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12 gennaio 2014 - Prima - India - Il Giornale
Marò, si muove l’Europa invece del governo Letta “Alt alle intese con l’India”
Il vice presidente della Com­missione europea, Antonio Tajani, vuole bloccare l’accor­do di libero scambio Ue-India per il caso marò. Si è dovuto sve­gliare un commissario di Bru­xelles, seppure italiano, men­tre ben due nostri governi non sono mai stati capaci di chiede­re all’Europa un passo del gene­re. Da due anni abbiamo fatto solo melina giudiziaria. L’uni­co colpo di reni dello scorso marzo, con l’annuncio che i marò restavano in Italia, è stato incredibilmente ribaltato da Mario Monti che li ha rimanda­ti a Delhi.
Dopo l’ultimo pasticcio sulla pena di morte sì o no, le «contro­misure »annunciate dall’invia­to speciale di Palazzo Chigi, Staffan De Mistura, riguarda­no come sempre ingarbugliati
 passi giudiziari, come il ricorso alla Corte suprema.
Per la prima volta Tajani, ma da Bruxelles, lancia una reazio­ne forte: «L’Ue può firmare un accordo di libero scambio con un Paese che non rispetta i dirit­ti umani?». Il vicepresidente e commissario all’Industria ha le idee chiare: «Non penso che si possa portare avanti un nego­ziato tra Ue e India su un accor­do di libero scambio quando l’ipotesi di una condanna a morte viene presa in considera­zione contro cittadini europei che combattono la pirateria marittima».
Massimiliano Latorre e Sal­vatore Girone non finiranno sul patibolo, ma solo discutere da parte indiana l’applicazio­ne di una legge che prevede la pena capitale è un oltraggio per l’Italia, che si aggiunge a
 due anni di odissea giudiziaria.
Tajani ha annunciato che nei prossimi giorni invierà due let­tere, una al presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso e l’altra all’Al­to rappresentante Ue per la po­litica
 estera e la sicurezza, Ca­therine Ashton chiedendo l’in­tervento di Bruxelles. Il proble­ma è che proprio la baronessa Ashton, sempre poco attiva per i marò, aveva caldeggiato l’ac­cordo quando ricopriva il ruo­lo di commissario Ue per il com­mercio estero. I negoziati fra Delhi e l’Euro­pa sono iniziati nel 2007, ma vanno avanti a rilento.L’accor­do ha un’importanza strategi­ca: l’interscambio Ue-India è quasi triplicato dal 2003 al 2011 raggiungendo circa 80 miliardi di dollari.L’Italia aveva a dispo­sizione un’arma di pressione formidabile, ma nei due anni del caso marò non ha mai pen­sato di usarla.
In questo momento le elezio­ni di primavera in India e per il Parlamento europeo hanno di fatto congelato la trattativa. Il momento buono per bloccare tutto sbattendo una volta tanto i pugni sul tavolo del caso ma­rò.
L’Europa, fino ad oggi, ha avuto tutt’altre intenzioni. Non a caso il 29 ottobre è giunta a Delhi una delegazione di alto livello di sei europarlamentari, per incontrare il ministro india­no del Commercio proprio per cercare di sbloccare il negozia­to. Della delegazione faceva parte Niccolò Rinaldi, eletto a Strasburgo con l’Italia dei Valo­ri, che ha sempre sostenuto di essersi mobilitato per i marò «anche come relatore del Parla­mento europeo per l’accordo di libero scambio con l’India».
In Italia fioccano le reazioni politiche. Domani alle 17, alla Galleria «Alberto Sordi» di Ro­ma, Fratelli d’Italia ha indetto una mobilitazione pro marò. E Stefania Prestigiacomo di For­za Italia ha lanciato l’idea di una «manifestazione naziona­le ». Curioso l’annuncio della missione a Delhi del parlamen­tare Domenico Rossi, in nome del Gruppo per l’Italia, che è stato generale e vicecapo di Sta­to maggiore. «È un dovere per avere indossato per 44 anni la divisa- sottolinea Rossi - con la certezza che non si lascia indie­tro nessuno che appartenga al­la famiglia militare.
È un dovere per testimoniare all’India che i nostri marò non saranno mai lasciati soli». Pec­cato che l’ «eroico» Rossi, pri­ma di aderire alla scissione del­lo scorso dicembre, sia stato eletto con Scelta civica di Mon­ti, che ha sacrificato i due fuci­lieri di Marina rispedendoli a Delhi per paura degli indiani.
 
www.gliocchidellaguerra.it
 
[continua]

video
20 marzo 2013 | TG5 | reportage
"I nostri marò" l'e book di Giornale.it
La storia di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone i fucilieri di Marina trattenuti in India per un anno con l'accusa di aver ucciso due pescatori scambiati per pirati. "I NOSTRI MARO'" è un e book di Fausto Biloslavo e Riccardo Pelliccetti, che ripercorre la vicenda attraverso documenti esclusivi, testimonianze, foto e video inediti. Un anno di sgarbi diplomatici, interpretazioni arbitrarie del diritto e umiliazioni, ma anche un anno di retroscena e di battaglie per riportarli a casa. Latorre e Girone restano in Italia, ma la storia non è finita. Ora è sotto tiro il nostro ambasciatore in India, Daniele Mancini, per il mancato rientro a Delhi dei marò.

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03 luglio 2013 | Uno Mattina | reportage
E se i marò fossero innocenti?
E se i marò non avessero mai sparato sul peschereccio St. Anthony, dove la morte di due pescatori indiani ha fatto esplodere una crisi senza precedenti fra Italia e India? Se fossero totalmente innocenti? Lo sostiene Toni Capuozzo in una nuova ricostruzione degli eventi sul fatidico 15 febbraio 2012.

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10 luglio 2014 | TG5 | reportage
Le parcelle d'oro degli avvocati dei marò
Cinque milioni di dollari, dalle tasche del contribuente italiano, sono stati sborsati per la difesa dei marò. In stragrande maggioranza serviti a pagare le costose parcelle degli avvocati indiani che rappresentano i marò ed in minima parte come anticipo del baronetto inglese ingaggiato per intraprendere la via dell’arbitrato internazionale. Soldi ben spesi se Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non fossero ancora trattenuti in India da due anni e mezzo senza processo. Un esborso assurdo tenendo conto dei risultati raggiunti fino ad ora, poco superiori allo zero.

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radio

21 gennaio 2014 | Radio24 Melog cronache meridiane | intervento
India
I marò rischiano la pena di morte?


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18 febbraio 2014 | Radio Radio | intervento
India
Unità e Giornale d'accordo sui marò


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15 gennaio 2014 | Zapping | intervento
India
I marò e la solita Italietta
I marò forse eviteranno la spada di Damocle della legge che prevede la pena di morte, ma in questo caso po­trebbero rischiare di tornare fra le grinfie del Kerala per venir giudicati. Lo scrive l’agenzia indiana Press Trust, mentre l’Italia ha chiesto alla Corte suprema di rimandare a casa i marò «in attesa del processo». Nel frattempo a Milano si festegge­rà con un galà la 65 ª Giornata naziona­le della Repubblica dell'India. Ed il 26 gennaio, il consolato di Delhi e l’or­chestra sinfonica Giuseppe Verdi hanno organizzato un concerto «de­dicato all’India in occasione della Fe­sta nazionale »all’auditorio della Fon­dazione Cariplo. Pecunia non olet, ma in pratica suoneremo per gli india­ni c­he da due anni trattengono Massi­miliano Latorre e Salvatore Girone.

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