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Articolo
14 gennaio 2014 - Prima - India - Il Giornale
Le ultime carte dell’Italia per riportare a casa i marò
L'Italia spara le ultime cartucce per ribaltare il disgraziato stallo sui marò, trattenuti in India da 21 mesi, che il governo, con una decisione scellerata, ha infila­to in un incerto, lungo e perico­loso processo a Delhi. In attesa della decisione indiana se ap­plicare o meno contro Massimi­liano Latorre e Salvatore Giro­ne la legge che prevede la pena di morte, i rappresentanti italia­ni si stanno mobilitando a Bru­xelles. E da Delhi l’inviato spe­ciale del governo sul caso ma­rò, Staffan De Mistura, annun­cia «una iniziativa forte e deci­sa, con valenza giuridica e poli­tica, per uscire dall’impasse». Poi però non spiega di cosa si tratta facendo sorgere il sospet­to che alla fine sia la solita mon­tagna italiana, che partorisce un topolino, come è accaduto spesso in questi ultimi due an­ni.
I riflettori si sono spostati a Bruxelles dove il vicepresiden­te della Commissione euro­pea, Antonio Tajani, ha firma­to ieri mattina la richiesta di bloccare l’accordo di libero scambio fra Ue e India se con­tro i marò si applicasse la legge che evoca il patibolo. La lettera è stata indirizzata al presidente della Commissione, Josè Ma­nuel Barroso, alla rappresen­tante della politica Estera Ue, Catherine Ashton e al commis­sario per il Commercio, Karel De Gucht.
«Ho evidenziato la situazio­ne di malessere e disagio in Ita­lia sulla vicenda dei marò, che circola anche sui
 social network con minacce di boicot­ta­re i prodotti indiani e la richie­sta di ritirare le nostre truppe dalle missioni internazional». spiega Tajani a il Giornale . Poi è stato sottolineato che i fucilie­ri di Marina partecipavano alla lotta contro la pirateria, «una competenza europea con la missione Atalanta» al largo del­la Somalia. Tajani ha chiesto con forza «un processo giusto» per i marò e ribadito che sareb­be «inaccettabile l’applicazio­ne di una legge che prevede, an­che solo a livello ipotetico, la pe­na di morte». L’Unione euro­pea ha ricevuto il premio No­bel pure per la lotta contro il pa­tibolo. «Qualora ci sia una ri­chiesta che preveda la pena di morte l’Europa dovrebbe so­spendere il negoziato di libero scambio con l’India» ha chie­sto Tajani.
Non solo: Bruxelles potreb­be decidere di sospendere an­che il regime tariffario privile­giato già in vigore con l’India. Una delle condizioni per bloc­carlo è il mancato rispetto dei diritti umani. Nel pomeriggio di ieri Tajani ha incontrato Bar­roso. «La Commissione farà il possibile per risolvere il caso e comunque siamo tutti contro la pena di morte» ha ribadito il presidente europeo.
Poche ore prima i portavoce di Bruxelles a nome della Com­missione e della baronessa Ashton avevano riproposto sui marò la solita minestra riscal­data. Non a caso i vicepresiden­ti
 italiani del Parlamento euro­peo, Roberta Angelilli e Gianni Pittella, hanno parlato di «blan­de rassicurazioni che non ba­stano ». L’asse bipartisan fra i due esponenti politici a Stra­sburgo ha invitato la Commis­sione, con una lettera comune indirizzata a Barroso, ad «assu­mere una posizione di fermez­za » sul caso marò. Le istituzio­ni comunitarie devono «attivar­si per far sì che giunga tutto il so­stegno possibile all’Italia in questa incresciosa e inaccetta­bile vicenda».
L’arma della «rappresaglia» sull’accordo di libero scambio venne attivata, senza annun­ciarlo, dalla Farnesina nel 2012. All’Europa è stato chie­sto un «rallentamento», che è
 servito a poco. Un blocco, sec­co deciso, del negoziato sareb­be un segnale politico forte. Peccato che al nostro ministe­ro degli Esteri circoli ancora una scheda paese su Delhi, che sostiene il contrario. Per au­mentare l’interscambio con l’Italia «una spinta importante in tal senso potrebbe peraltro venire dal futuro accordo di li­bero scambio Ue-India». Que­ste linee guida sono state pub­blicate l’ultima volta dalla Far­nesina, lo scorso dicembre, in occasione della Conferenza de­gli ambasciatori.
L’accordo di libero scambio non è l’unico fianco scoperto di Delhi. Il governo indiano aspi­ra da anni ad entrare nel Grup­po dei fornitori nucleari (Nsg), un’importante organizzazio­ne internazionale che control­la il trasferimento di materiale per le bombe atomiche. L’Nsg è nato nel 1974 in riposta al pri­mo test nucleare di Delhi. L’Ita­lia fa parte del gruppo e può ostacolare l’ingresso dell’In­dia fino a quando non ci molle­ranno
 i marò. 
www.gliocchidellaguerra.it
[continua]

video
24 gennaio 2014 | Vita in diretta | reportage
I marò nella trappola giudiziaria indiana


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19 febbraio 2014 | Rai 1 mattina | reportage
Ennesimo rinvio per i marò. L'Italia richiama l'ambasciatore, ma non basta


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10 luglio 2014 | TG5 | reportage
Le parcelle d'oro degli avvocati dei marò
Cinque milioni di dollari, dalle tasche del contribuente italiano, sono stati sborsati per la difesa dei marò. In stragrande maggioranza serviti a pagare le costose parcelle degli avvocati indiani che rappresentano i marò ed in minima parte come anticipo del baronetto inglese ingaggiato per intraprendere la via dell’arbitrato internazionale. Soldi ben spesi se Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non fossero ancora trattenuti in India da due anni e mezzo senza processo. Un esborso assurdo tenendo conto dei risultati raggiunti fino ad ora, poco superiori allo zero.

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15 gennaio 2014 | Zapping | intervento
India
I marò e la solita Italietta
I marò forse eviteranno la spada di Damocle della legge che prevede la pena di morte, ma in questo caso po­trebbero rischiare di tornare fra le grinfie del Kerala per venir giudicati. Lo scrive l’agenzia indiana Press Trust, mentre l’Italia ha chiesto alla Corte suprema di rimandare a casa i marò «in attesa del processo». Nel frattempo a Milano si festegge­rà con un galà la 65 ª Giornata naziona­le della Repubblica dell'India. Ed il 26 gennaio, il consolato di Delhi e l’or­chestra sinfonica Giuseppe Verdi hanno organizzato un concerto «de­dicato all’India in occasione della Fe­sta nazionale »all’auditorio della Fon­dazione Cariplo. Pecunia non olet, ma in pratica suoneremo per gli india­ni c­he da due anni trattengono Massi­miliano Latorre e Salvatore Girone.

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18 febbraio 2014 | Radio Radio | intervento
India
Unità e Giornale d'accordo sui marò


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21 gennaio 2014 | Radio24 Melog cronache meridiane | intervento
India
I marò rischiano la pena di morte?


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