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15 gennaio 2014 - Esteri - Siria - Corriere del Ticino
Siria Miliziani giunti dal Ticino

I cristiani in Siria sono presi fra due fuochi e iniziano a difendersi, armi in pugno. Non solo: dalla Svizzera, Germania e Svezia sono partiti una ventina di volontari per combattere al fianco della milizia cristiana Sutoro, dal nome di una preghiera in aramaico, l’antica lingua di Gesù Cristo. Dallo scorso anno la milizia Sutoro è attiva a Qamishli, nel nord della Siria. Da Locarno è partito per la Siria nell’estate 2012, Johan Cosar, un ex sergente delle forze armate elvetiche. Sostiene di voler documentare le sofferenze che sta patendo la comunità cristiana siriaca, ma in realtà addestra le giovani reclute della milizia.

«Sono una ventina (i volontari partiti dal Vecchio continente) per difendere il popolo cristiano in pericolo. Quando torneranno in Europa non vogliamo che vengano trattati come mercenari » dichiara Besim Atbalgim del Centro culturale mesopotamico di Locarno. In Svizzera vivono 1.500 famiglie di cristiani siriaci.

L’Unione europea siriaca formata da una dozzina di associazioni dei cristiani emigrati in Europa dal Medio Oriente raccoglie fondi per le loro comunità in pericolo, che servono pure ad acquistare armi.

Il presidente, Ladhu Obil, sottolinea che da un mese i miliziani cristiani, alleati dei curdi, nella provincia nord orientale della Siria di Al Hasakah «combattono contro le formazioni legate ad Al Qaeda», che vogliono imporre il califfato. E denuncia la sparizione del cittadino svizzero di origine siriana, Sait Cosar, «ministro degli esteri» del partito siriaco che ha fondato il Sutoro. Sait è il padre del «volontario » Johan Cosar. Il resto della famiglia è rimasto a Locarno. Sait Cosar è stato arrestato dai servizi segreti siriani lo scorso agosto, che poi hanno rilasciato alla famiglia un certificato di morte per infarto.

I rappresentanti delle associazioni siriache in Svizzera ed Europa non credono che sia morto. Il Sutoro si è diviso in gruppi più vicini al regime e altri alleati dell’opposizione armata. Il nemico comune sono le bande di estremisti islamici di Al Nusra e dello Stato islamico in Iraq e nel Levante. Non sono gli unici cristiani a combattere in Siria. Gli armeni hanno imbracciato le armi ad Aleppo.

E sul versante governativo i cristiani combattono a Maalula (li ho incontrati per primo nel mio reportage di settembre) e Saidnaya, non lontano dalla capitale e nei sobborghi di Damasco come Jaramana.  

I leader dei cristiani siriaci chiedono di venir riconosciuti al tavolo del negoziato di Ginevra 2, che dovrebbe aprirsi il 22 gennaio. 



video
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23 gennaio 2014 | Radio Città Futura | intervento
Siria
La guerra continua


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