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Esclusivo
23 gennaio 2014 - Prima - India - Il Giornale
Quell’inciucio Italia-India alla faccia dei nostri marò
A parole il governo italiano è pronto a tutto per i marò. Poi si scopre che il nostro amba­sciatore in India, Daniele Man­cini, va a baciare la pantofola di Narendra Modi, il candidato premier del partito nazionali­sta indù, che vuole la testa dei fucilieri di Marina. Lo rivela il settimanale Panorama , che pubblica la foto del caloroso in­contro con tanto di scambio di fiori.
Massimiliano Latorre e Salva­tore Girone sono trattenuti in India da quasi due anni e dal gennaio scorso ospiti dell’am­basciata italiana a Delhi, in li­bertà su cauzione per l’accusa di aver ucciso due pescatori in servizio anti pirateria. Ora ri­schiano di venir processati se­condo una legge che prevede la pena di morte. «Narendra Mo­di, il nazionalista indù che vuo­le la testa dei marò, potrebbe di­ventare il prossimo premier in­diano, dopo le elezioni di mag­gio » scrive Panorama . «Ed il no­stro
 ambasciatore...», si legge nel titolo del settimanale, il 24 e 25 novembre ha guidato una missione italiana nello stato in­diano del Gujarat, dove Modi governa da 13 anni. «Nella pro­spettiva del rafforzamento del­la presenza economica-com­merciale in India» scrive il sito della nostra ambasciata. Non si fa alcun cenno al caso dei ma­rò, che in novembre era già im­pantanato. Le imbarazzanti fo­tografie dell’incontro sono sta­te postate solo sul sito, che lan­cia la candidatura a premier del governatore del Gujarat. In uno scatto, pubblicato da Pano­rama in edicola, Modi conse­gna un mazzo di fiori al sorri­dente Mancini. In un’altra im­magine i due sembrano scam­biarsi un dono. Altri scatti mo­strano la delegazione, non solo di imprenditori, attorno a un ta­volone con a capo il discusso leader indù, accusato di aver istigato un pogrom contro i mu­sulmani costato mille morti.
Sul sito di Modi, cercando «italiani», la notizia arriva do­po i tweet del candidato pre­mier contro i marò. Il titolo per descrivere la visita non lascia dubbi: «L’inviato italiano, Da­niele
 Mancini impressionato dal Vibrante Gujarat». Nel te­sto si legge che «l’ambasciatore ha espresso il suo entusiasmo per il rafforzamento del lega­me fra l’Italia» e il feudo di Mo­di.
Pecunia non olet , ma anche se non risulta ufficialmente spe­riamo che Mancini abbia pero­rato la causa dei marò. «Pecca­to che Modi usi toni molto duri verso gli Italian marines e che il suo partito, Bjp, abbia invocato la pena di morte per i fucilieri di Marina» scrive Panorama .
Il candidato premier ha con­testato anche «il privilegio» del­la libertà provvisoria concessa ai marò. Fin dallo scorso aprile la portavoce del partito, Mee­nakshi Lekhi, aveva espressa­mente chiesto che fosse appli­cata la legge antipirateria (Sua Act)«per cui l’omicidio è puni­to solo con la pena di morte. Se i marines venissero giudicati s­e­condo il codice penale indiano sarebbe previsto sia l’ergastolo che la pena capitale. In pratica verrebbe diluita la punizione» (le immagini sul sito www.pa­norama. it ). Non a caso il Bjp ha chiesto e ottenuto che le indagi­ni siano condotte dalla Nia, la polizia antiterrorismo.
Ieri, l’autorevole quotidia­no Times of India ha criticato il governo indiano per la confu­sa gestione del caso marò «sfo­ciata in una grave crisi diplo­matica con ramificazioni che si sono estese sul piano inter­nazionale ». Il governo italia­no, però, parla bene, ma razzo­la male evitando qualsiasi ri­torsione concreta sopratutto sul fronte economico. È una beffa che l’agenzia governati­va Ice promuova, in gennaio e febbraio, la partecipazione a ben 5 fiere in India, compresa una nel Gujarat governato dal leader che vuole la testa dei marò. Non solo: il ministero dello Sviluppo economico ha finanziato una recente presen­tazione in India di tecnologie
 made in Italy passando sem­pre per il Gujarat. Sul bolletti­no della Farnesina si legge che puntiamo alla «costruzione di una città indo-italiana». In­somma all’Europa chiediamo di bloccare il negoziato di libe­ro scambio Ue-India, mentre noi continuiamo, da ipocriti, a fare affari come sempre, con l’impulso governativo,alla fac­cia dei marò. 
[continua]

video
10 luglio 2014 | TG5 | reportage
Le parcelle d'oro degli avvocati dei marò
Cinque milioni di dollari, dalle tasche del contribuente italiano, sono stati sborsati per la difesa dei marò. In stragrande maggioranza serviti a pagare le costose parcelle degli avvocati indiani che rappresentano i marò ed in minima parte come anticipo del baronetto inglese ingaggiato per intraprendere la via dell’arbitrato internazionale. Soldi ben spesi se Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non fossero ancora trattenuti in India da due anni e mezzo senza processo. Un esborso assurdo tenendo conto dei risultati raggiunti fino ad ora, poco superiori allo zero.

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08 marzo 2012 | Uno Mattina | reportage
Il caso dei marò "ostaggi" degli indiani


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19 febbraio 2014 | Rai 1 mattina | reportage
Ennesimo rinvio per i marò. L'Italia richiama l'ambasciatore, ma non basta


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[altri video]
radio

15 gennaio 2014 | Zapping | intervento
India
I marò e la solita Italietta
I marò forse eviteranno la spada di Damocle della legge che prevede la pena di morte, ma in questo caso po­trebbero rischiare di tornare fra le grinfie del Kerala per venir giudicati. Lo scrive l’agenzia indiana Press Trust, mentre l’Italia ha chiesto alla Corte suprema di rimandare a casa i marò «in attesa del processo». Nel frattempo a Milano si festegge­rà con un galà la 65 ª Giornata naziona­le della Repubblica dell'India. Ed il 26 gennaio, il consolato di Delhi e l’or­chestra sinfonica Giuseppe Verdi hanno organizzato un concerto «de­dicato all’India in occasione della Fe­sta nazionale »all’auditorio della Fon­dazione Cariplo. Pecunia non olet, ma in pratica suoneremo per gli india­ni c­he da due anni trattengono Massi­miliano Latorre e Salvatore Girone.

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21 gennaio 2014 | Radio24 Melog cronache meridiane | intervento
India
I marò rischiano la pena di morte?


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18 febbraio 2014 | Radio Radio | intervento
India
Unità e Giornale d'accordo sui marò


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