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Articolo
26 gennaio 2014 - Esteri - Egitto - Il Giornale |
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Al Cairo strage nella festa della rivolta |
Anniversario di sangue della primavera araba egiziana con 30 morti e scontri in tutto il paese. Tre anni dopo le oceaniche manifestazioni in piazza Tahrir, al Cairo, che hanno portato alla caduta di Hosni Mubarak, il Paese è spaccato e percorso da unastrategia della tensione firmata Al Qaida. Bombe dei terroristi e cortei violenti mobilitati dai Fratelli musulmani, estromessi dal potere, fanno il gioco del nuovo uomo forte, Abdel Fattah al Sissi, il ministro della Difesa che molti egiziani vedono come il secondo Nasser. Un generale che fra non molto potrebbe annunciare la sua candidatura alle presidenziali in nome di legge e ordine. Il terzo anniversario della rivolta contro Mubarak ha fatto rialzare la testa ai Fratelli musulmani, seguaci del deposto presidente Morsi, deposto dai militari di Al Sissi. In piazza, però, sono scesi anche gli anti Morsi, che vorrebbero veder impiccati i leader della Fratellanza. Nel caos di queste ore i terroristi gettano benzina sul fuoco con attentati e le ali estreme infiltrano squadre armate nelle manifestazioni. A Giza, il grande sobborgo della capitale, dove si è contato il numero più alto di vittime, i pro Morsi parlano di «massacro» e di «proiettili che arrivano da tutte le parti» accusando la polizia. Testimoni oculari rivelano che pure «i dimostranti hanno aperto il fuoco contro le forze di sicurezza». Gli scontri si sono allargati a chiazza di leopardo per tutta la giornata di ieri anche ad Alessandria, Helwan e Suez. Nelle ultime 48 ore sarebbero state arrestate almeno 750 persone. Dopo i quattro attentati di venerdì al Cairo i terroristi continuano a colpire per alimentare la strategia della tensione. Ieri un elicottero è precipitato nel Sinai, roccaforte di Al Qaida, causando la morte di cinque militari. La sede della polizia a Suez è stata assaltata con un’autobomba. I Fratelli musulmani urlano al complotto e giurano di non aver nulla a che fare con le bombe. I terroristi si stanno muovendo con un regia ben precisa che punta a estremizzare la situazione per arrivare allo scontro armato se non alla guerra civile. Non a caso ieri si è fatto sentire Ayman al Zawahiri, il capo di Al Qaida di origine egiziana, che ha dettato la linea.L’ex medico di Osama Bin Laden ha ordinato ai suoi di non scagliarsi contro i cristiani, che appoggiano i militari. «Dobbiamo concentrarci nello scontro con il golpe filo-americano (del generale Al Sissi, ndr ) e stabilire un governo islamico» ha annunciato Zawahiri. Gli attentati di venerdì al Cairo, compreso il clamoroso attacco suicida contro il quartier generale della polizia, sono stati rivendicati da Ansar Bayt al Maqids, un gruppo del terrore legato ad Al Qaida e annidato nel Sinai, meglio noto come i « Sostenitori di Gerusalemme » musulmana. Oggi il presidente egiziano, Adly Mansour, parlerà alla nazione annunciando le tappe della transizione. La scorsa settimana è stata votata a larghissima maggioranza la nuova Costituzione. Un’altra sconfitta degli estremisti islamici che vogliono una sharia talebana. I militari si sono congratulati con il popolo egiziano per l’anniversario della svolta di tre anni fa, ma invitando a raccogliere i frutti della cosiddetta rivoluzione del 30 giugno dello scorso anno. Milioni di persone in piazza Tahrir spinsero l’esercito a intervenire deponendo Morsi, il presidente dei Fratelli musulmani. E adesso le violenze aprono ancora più la strada al nuovo Rais con le stellette. www.faustobiloslavo.eu |
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23 febbraio 2016 | Porta a Porta | reportage
Il caso Regeni
Un video, denunce pubbliche dei pericoli per gli studenti in Egitto e scritti militanti mostrano un altro volto dei referenti accademici inglesi di Giulio Regeni. Non sono solo professori universitari, ma attivisti contro il regime egiziano oppure erano a conoscenza dei rischi della ricerca al Cairo dello studente friulano. Lo rivela il numero di Panorama in edicola con un titolo forte: “Le colpe dei docenti di Cambridge”.
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21 agosto 2013 | Uno Mattina | reportage
I Fratelli musulmani piegati dalla piazza e dai militari
Sull'Egitto i grandi inviati sono rimasti infatuati dai Fratelli musulmani duramente repressi, ma gran parte degli egiziani non stava più con loro e non li considerava delle vittime
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10 febbraio 2016 | Sky Tg24 | reportage
Il caso Regeni
I misteri di un'orribile moret al Cairo. I suoi supervisori dell'università di Cambridge lo avevano messo in guardia sui rischi che correva?
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15 febbraio 2016 | Zapping Radio uno | intervento |
Egitto
Misteri e sospetti sulla morte di Regeni
Ospedali Bombardati in Siria.Non si fermano i raid:Germano Dottori analista strategicoLuiss,Gastone Breccia esperto Medio Oriente,Loris De Filippi presidente MSF. I misteri ed i sospetti sulla morte di Regeni:Fausto Biloslavo.
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07 aprile 2016 | Zapping Rai Radio 1 | intervento |
Egitto
Regeni: la pista inglese
Le referenti accademiche di Regeni sono protette da un insolito tabù mediatico e governativo. In realtà proprio il ruolo delle docenti di Cambridge potrebbe indirizzare verso il movente dell’orribile fine del giovane ricercatore. Maha Abdulrahaman, la sua tutor di origini egiziane, l’11 giugno dello scorso anno aveva tenuto una conferenza sui “Diritti umani in Egitto” a Cambridge nella sede di Amnesty international, che ha lanciato la campagna “verità per Giulio”. La conferenza denunciava le “forme di repressione contro giornalisti, studenti, attivisti, lavoratori e cittadini ordinari”. Pur conoscendo bene i pericoli ha controfirmato l’analisi del rischio presentata da Regeni all’università per poter andare al Cairo.
La sua sodale, Alexander, ha storto il naso contro la “tardiva” presa di posizione britannica: “Quando un dottorando viene torturato ed ucciso i ministri sembrano riluttanti a dire qualcosa di critico sulle autorità egiziane”. In ottobre con Regeni al Cairo, grazie ai suoi contatti, la docente di Cambridge pubblicava un’analisi proponendo l’alleanza fra gli attivisti di sinistra ed i Fratelli musulmani “capace di farla finita con il regime del generale” Al Sisi, presidente egiziano. Il 25 ottobre firmava un appello contro la visita del capo dello stato egiziano a Londra, poi pubblicato su Ikhwanweb, il sito ufficiale dei Fratelli musulmani. Il 4 novembre con Regeni sempre in prima linea al Cairo arringava la piazza a Londra bollando Al Sisi come “un assassino” sollevando l’entusiasmo e lo sventolio delle bandiere della Fratellanza. Il tutto immortalato in un video, che non può essere sfuggito ai servizi inglesi ed egiziani. Alexander fin dal 2009 è in contatto con Maha Azzam, presidente dell’Egyptian Revolutionary Council, il governo ombra dell’opposizione ad Al Sisi con sede a Ginevra.
La Farnesina non ha mai voluto commentare questa parte, inquietante ed ambigua, del caso Regeni, che potrebbe portare al movente del delitto.
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