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Articolo
28 gennaio 2014 - Prima - India - Il Giornale
Dieci cose da fare (e alla svelta) per salvare i marò

Sul caso marò il ministro de­gli Esteri, Emma Bonino, fa la vi­spa Teresa o Alice nel paese del­le meraviglie. Ospite ieri matti­na di Radio 24, alla domanda sulle reazioni diplomatiche più robuste chieste anche dal no­stro Giornale , risponde in ma­niera disarmante: «Non ho mai capito bene cosa voglia dire». Sappiamo bene che il ministro Bonino ha ereditato la patata bollente dal precedente gover­no e non tutte le colpe sono sue.
Purtroppo, però, nel tentativo in buona fede di risolvere il ca­so si è limitata, abbandonando la linea del Piave del processo in Italia, ad infilarsi nel panta­no giudiziario indiano. I risulta­ti sono sotto gli occhi di tutti. Se il ministro «non ha capito bene cosa voglia dire» sbattere i pu­gni sul tavolo, per non fare la so­li­ta figura da Italietta, ci permet­tiamo di spiegarglielo elencan­do 10 possibili reazioni.
 LE NAVI. Dopo due anni nes­sun­governo è stato capace di ri­tirare le navi italiane dalla flotta anti pirateria al largo della So­malia. Non solo garantiamo si­curezza ai mercantili di Delhi, ma in almeno due occasioni di sequestri (Enrica Ievoli e Savi­na Caylin) abbiamo liberato marinai indiani a bordo di navi italiane. Non mettere più a di­sposizione le nostre unità mili­tari, in nome dei marò trattenu­ti in India, avrebbe svegliato ben prima l’Unione Europea, che ha dato vita alla missione. MISSIONE ONU. In Libano ab­biamo 1300 uomini e coman­diamo la missione dei caschi blu, compreso un battaglione indiano. L’Onu non si è mai sprecato più di tanto per i marò. Tornarcene a casa risparmian­do un bel po’ di soldi sarebbe un segnale forte al Palazzo di Ve­tro.
AFGHANISTAN. Per gli india­ni l’Afghanistan è una spina nel fianco a causa dei talebani. Se annunciavamo di ritirare in an­ticipo il nostro contingente la patata bollente della transizio­ne nella zona Ovest finiva nella mani degli americani. Solo ieri, dopo che l’India l’ha preso a pe­sci in faccia per un recente scon­tro diplomatico, l’ambasciato­re Usa a Delhi ha espresso soli­darietà per i marò. 
NEGOZIATO UE.
 Ci sono volu­ti quasi due anni per minaccia­re ( a parole), il blocco del nego­ziato di libero scambio India-Unione Europea. E lo ha fatto il vicepresidente della Commis­sione di Bruxelles, Antonio Tajani, non il governo italiano. Il ministro Bonino ha posto il problema marò all’Europa, ma non si vedono grandi passi uffi­ciali.
AFFARI. I privati possono fare quello che vogliono,ma per da­re l’ese­mpio sarebbe un segna­le forte bloccare qualsiasi inizia­tiva economica o commerciale con l’India sponsorizzata da sol­di pubblici o con l’impegno di rappresentanti governativi. NUCLEARE . L’India tenta da anni di entrare nel Gruppo dei fornitori di know how nucleare (Nsg). L’Italia non ha mai an­nunciato che per i marò si impe­gnerà ad ostacolare l’ingresso della potenza nucleare india­na.
CONSIGLIO DI SICUREZZA . 
Gli indiani puntano da tempo a
 diventare membri permanenti del Consiglio di sicurezza del­l’Onu. L’Italia dovrebbe oppor­si con una «guerriglia»diploma­tica fino a quando non viene ri­solto il caso marò. 
RIUNIONI INTERNAZIONA­LI.
Militari, diplomatici, funzio­nari governativi continuano a partecipare a riunioni interna­zionali a tutti i livelli assieme agli india­ni. L’Italia potrebbe condizionare ogni volta la sua presen­za chiedendo che al­l’ordine del giorno sia inserito il caso marò e condannan­do lo stallo indiano. BOICOTTAGGIO. 
In Italia nessun rap­presentante istitu­zionale dovrebbe partecipare ad ini­ziative organizzate dall’ambasciata o dal consolato india­ni o con la presenza, come ospiti, di rap­presentanti di Delhi.
PROCESSO . Selasi­tuazione precipitasse e venisse applicata la legge che prevede il patibolo la strada obbligata è l’arbitrato internazionale, che andava percorsa da tempo. Nel braccio di ferro con l’India non sono da escludere neppure ri­torsioni come quelle adottate recentemente da Delhi contro l’ambasciata americana sulle multe ai diplomatici e il ritiro dei tesserini delle corsie vip per viaggiare. E come extrema ratio possiamo sempre ritirare il no­stro ambasciatore ed espellere quello indiano. 
www.gliocchidellaguerra.it

[continua]

video
19 febbraio 2014 | Rai 1 mattina | reportage
Ennesimo rinvio per i marò. L'Italia richiama l'ambasciatore, ma non basta


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08 marzo 2012 | Uno Mattina | reportage
Il caso dei marò "ostaggi" degli indiani


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10 febbraio 2014 | La vita in diretta | reportage
Marò candidati alle europee?
Se destra e sinistra candidassero un fuciliere di Marina a testa per le elezioni di Strasburgo sarebbe un segnale di unità e dignità nazionale.

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[altri video]
radio

21 gennaio 2014 | Radio24 Melog cronache meridiane | intervento
India
I marò rischiano la pena di morte?


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15 gennaio 2014 | Zapping | intervento
India
I marò e la solita Italietta
I marò forse eviteranno la spada di Damocle della legge che prevede la pena di morte, ma in questo caso po­trebbero rischiare di tornare fra le grinfie del Kerala per venir giudicati. Lo scrive l’agenzia indiana Press Trust, mentre l’Italia ha chiesto alla Corte suprema di rimandare a casa i marò «in attesa del processo». Nel frattempo a Milano si festegge­rà con un galà la 65 ª Giornata naziona­le della Repubblica dell'India. Ed il 26 gennaio, il consolato di Delhi e l’or­chestra sinfonica Giuseppe Verdi hanno organizzato un concerto «de­dicato all’India in occasione della Fe­sta nazionale »all’auditorio della Fon­dazione Cariplo. Pecunia non olet, ma in pratica suoneremo per gli india­ni c­he da due anni trattengono Massi­miliano Latorre e Salvatore Girone.

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18 febbraio 2014 | Radio Radio | intervento
India
Unità e Giornale d'accordo sui marò


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