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18 ottobre 2013 - Cronache - Venezuela - Il Giornale
Dalle acque di Los Roques i resti di Missoni e degli amici
«I resti di Vittorio Missoni, del­la compagna, di due amici italiani e del copilota venezuelano sono stati recuperati dal relitto del loro aereo a circa 70 metri di profondi­tà a largo di Los Roques» confer­maGiorgioSerloni, altelefonodal Venezuela.L’imprenditore italia­no che vive e lavora nell’arcipela­go delle vacanze ha dato per pri­mo la notizia inviando una mail al Giornale alle 4.41 di ieri mattina, ora italiana. Il 4 gennaio il piccolo aeroplano ad elica che riportava Missoni, Maurizia Castiglioni, Guido Foresti ed Elda Scalvenzi verso Caracas, dopo una vacanza di fine anno, era sparito. Sembra­va un giallo perché il pilota non aveva fatto in tempo a lanciare l’Sos. In questi mesi sono saltate fuori le ipotesi più strampalate:se­questro, omicidio, compreso un telefoninodeidispersichesquilla­vadopolascomparsa. Ilrelittodel­l’aereo era già stato individuato il 27 giugno a nord di Los Roques.
Lunedì sono iniziate le opera­zioni di recupero dei corpi o di quello che resta dopo 10 mesi in
 fondo la mare. «Ho parlato con un sommozzatore che ha partecipa­to all’operazione - rivela Serloni -Lihannotrovatiancoraaggancia­ti alle cinture di sicurezza. C’era anche il copilota venezuelano Juan Carlos Ferrer Milano, ma non il pilota. Dal suo lato il sedile era divelto e dev’essere stato espulso». Hernan Josè Marchan, al comando del Britten Norman BN-2a Islander, aveva 72 anni enon avrebbe dovuto più volare a causa dell’età.
La Farnesina è più cauta e con­ferma a il Giornale solo «il ritrova­mento di ossa e resti, ma nessun corpointatto. LunedìaCaracasar­riveranno i familiari e ci sarà una riunione per l’identificazione at­traverso il dna». L’operazione è condotta da unità navali della Ma­rina militare venezuelana e som­mozzatori «che stanno facendo
 avanti e indietro per scattare foto e recuperare campioni da analiz­zare ».
Dalla capitale fonti anonime ipotizzano che i resti appartengo­no a sole tre persone. Serloni spie­ga che «hanno utilizzato procedu­re complesse di recupero per ren­dere possibile l’identificazione. Quello che resta dei corpi è stato fattoemergerecondeipallonipie­ni d’aria ». IngiugnoHugoMa­rino, imprenditore di origini napoletane, aveva individuato il relittodiMissoniede­glialtri8turistiitaliani
precipitati nel 2008, sempre a Los Ro­ques. La sua società, Sea corporation, fa parte del gruppo che ha recuperato il som­mergibile russo Kur­sk­inabissato con tut­to l’equipaggio. Per la tragedia di Missoni è stata utilizzata una tecnologia simile.
«Devono essere morti all’impatto, al­trimenti
avrebbero provato a sganciare la cintura di sicurezza ed i corpi sarebbero venuti a gal­la » spiega Serloni che a Los Ro­quesgestisceunaposadaesioccu­pa di trasporti aerei. «È stato un in­cidente. Inventarsi sequestri, complotti o chissà cosa prolunga solo l’agonia ed il dolore. L’aereo deve essere precipitato veloce­mente forse si è staccata la pala di un’elica»osserva Serloni.
Seilrelittoediprobabilirestidel­le vittime sono in fase di recupero, giustizia non è stata fatta. Per ora sembra averla scampata Asdru­bal Remigio Bermudez Gonza­lez, titolaredellacompagniaTran­saero5074, proprietariadelvelivo­lo. L’Istituto nazionale aeronauti­co (Inac) di Caracas conferma che«Transaereo 5074 aveva avvia­to un processo di certificazione co­me richiesto dall’aviazione ve­nezuelana, ma il certificato non era ancora stato emesso perché il processo non risulta completato. Questo significa che la società nonèautorizzataadoperareservi­ziditrasportoaereo ». Indiscrezio­ni indicano un alto funzionario dell’ente volo venezuelano, che
 punta ad insabbiare il caso. 

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07 gennaio 2013 | Mattino5 | reportage
Il mistero della scomparsa di Missoni
L’aereo con Missoni, la moglie ed i suoi amici che si infila in una cumulo di nuvole e non ne esce più. La strana compagnia con solo due velivoli uguali, che ha ottenuto le licenze in novembre e prima volava a Los Roques “grazie alla compiacenza di funzionari locali e agenzie di viaggio”. Questi e altri sono i tasselli del puzzle della scomparsa del Britten Norman BN-2a Islander con i quattro italiani a bordo e due piloti. Un buon aereo, bimotore, che “vola sempre” dicono gli esperti, se la manutenzione è perfetta.

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