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Articolo
08 novembre 2013 - Esteri - India - Il Giornale |
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Bonino boicotterà l’India “Insoddisfatti per i marò” |
Il ministro degli Esteri, Emma Bonino, tira fuori le unghiette decidendo di non andare a Delhi per il summit Europa-Asia.«Non riteniamo opportuno essere presenti a livello politico per ribadire - specie in questa occasione di incontro che ha una importante valenza multilaterale - la nostra insoddisfazione a fronte dei lunghi ritardi che hanno caratterizzato da parte indiana la gestione del caso dei fucilieri di Marina» precisa la Farnesina con ilGiornale . Il 4 novembre avevamo sollevato su queste pagine il problema dellapresenza dell’Italia alla riunione dei ministri degli Esteri di 51 Paesi europei ed asiatici nella capitale indiana. Il vertice si terrà l’11 e il 12 novembre.E proprio lunedì potrebbero essere interrogati via videoconferenza, dall’ambasciata indiana a Roma, i quattro marò rientrati in patria che facevano parte del nucleo anti pirateria assieme a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone trattenuti in India da un anno e mezzo con l’accusa,ancora tutta da provare, di aver ucciso due pescatori. Al vertice Europa-Asia, proprio per dare un segnale chiaro all’India, «non saremo presenti a livello politico, ma ci saremo a livello funzionari: (…) per rimarcare il ruolo dell’Italia nella collaborazione internazionale, specie con riferimento alla lotta alla pirateria e pretendere tutto il riguardo che tale nostro impegno merita - spiega la Farnesina - . La ministeriale di Delhi saràdedicataallesfide non tradizionali alla sicurezza fra le quali la pirateria. Come affrontarle se si verificano episodi come quello della Enrica Lexie?», la petroliera difesa da Latorre, Girone e gli altri quattro marò,cheèrimastacoinvoltanell’incidente del 15 febbraio 2012. All’ex ministro della Difesa non basta. «Rimango allibito di frontealleparoledelministroBonino che dice che non andrà in India e fa la politica dei risultati, non degli annunci, quando in realtà sono mesi che sentiamo annunci e non vediamo risultati- sostiene Ignazio La Russa - . Come Fratelli d’Italia probabilmente chiederemo di non partecipare alle missioni internazionali contro la pirateria fino a quando non ritorneranno in Italia i marò. La pazienza è finita». La Farnesina sottolinea che «abbiamo da tempo sollevato il caso in ambito europeo e stiamo lavorando molto anche in queste ore nei nostri contatti con Bruxelles ». In vista del summit indiano, l’inviato speciale del governo sui marò, Staffan De Mistura, è in missione nelle capitali europee per sollecitare l’appoggio degli alleati, che andranno con i loro ministri degli Esteri a Delhi. Fino ad oggi l’Europa ha fatto orecchie da mercante sul caso marò. I funzionari italiani presenti al summit hanno l’incarico di sollevare in qualsiasi occasione la vicenda di Latorre e Girone ribadendo che i nostri militari impegnati all’estero vanno «tutelati e rispettati da tutti e in ogni circostanza ». Altrestoccatediplomatiche verranno assestate alla «settimana sull’anti pirateria di Gibuti », che inizierà domenica con la presenza degli indiani. «L’Italia denuncerà con forza il caso dei marò anche in questa sede» rivela De Mistura. L’«offensiva»dovrebbe coincidere con il superamento dell’ultimo ostacolo alla conclusione dell’inchiesta della polizia antiterrorismo (Nia) sui marò. Gli altri quattro fucilieri di marina rientrati a casa potrebbero venire interrogati lunedì, in videoconferenza, dopo che l’Italia si è rifiutata di spedirli a Delhi. Per l’India esiste il precedente del 1995, quando un testimone straniero fu interrogato con questo sistema dall’ambasciata di Delhi in Inghilterra. Lo stesso verrebbe fatto con i marò dalla sede diplomatica indiana a Roma. Conferme ufficiali non ce ne sono, ma ieri Bonino ha dichiarato: «Mi auguro che De Mistura possa dare buone notizie nell’audizione parlamentare in programma il 13 novembre».Il presidente della commissione Difesa della Camera, Elio Vito, ha presentato un ordine del giorno bipartisan che chiede al governo “di assumere tutte le iniziative necessarie per ottenere un rapido e onorevole rientro in Italia dei due marò». |
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08 gennaio 2014 | Vita in diretta | reportage
Il caso marò nella palude giudiziaria indiana
Gli indiani vogliono i marò alla sbarra, forse per torchiarli, anche se l’antiterrorismo non ha ancora presentato il voluminoso rapporto d’accusa contro Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Il processo «speciale» ai fucilieri di Marina è partito ieri con un rinvio al 30 gennaio. Il pubblico ministero aggiunto, Siddharth Luthra, a nome della polizia antiterrorismo (Nia), voleva obbligare i marò a presentarsi in aula. Non solo: gli investigatori pretendono che vengano intrapresi «i passi appropriati per garantire la custodia» di Latorre e Girone, secondo il giornale The Hindu .
Il pm ha poi precisato: «Non sto dicendo che devono essere fisicamente presi in custodia», ma passare sotto la completa tutela della corte speciale del giudice Darmesh Sharma e venire alla sbarra. Fonti italiane a Delhi gettano acqua sul fuoco, ma gli indiani fanno sapere al Giornale che la Nia «vuole interrogare ancora i fucilieri di Marina». E non escludono ulteriori sviluppi. I marò non si sono presentati all’udienza di ieri e attraverso i loro legali hanno chiesto di venir esentati anche in futuro.
L’unico dato certo è che l’antiterrorismo non ha ancora consegnato il rapporto d’accusa. Staffan De Mistura, inviato speciale del governo, volato a Delhi, haprecisato che l’ulteriore rinvio «non è stato subito ma voluto dai nostri legali per l'esistenza di troppe zone grigie ed ambiguità da parte indiana».De Mistura ribadisce: «Non possiamo accettare di procedere senza un capo di accusa chiaro e la certezza che non venga evocata la legge sulla repressione della pirateria» che prevede la pena di morte. L’ex ministro degli Esteri Giulio Terzi ribadisce che il processo a Delhi «è illegittimo. Affidare la sorte dei nostri ragazzi all’India è profondamente sbagliato sia giuridicamente che politicamente». Secondo fonti indiane la Nia presenterà «l’atto d’accusa entro la fine del mese» e sarà pesante. I fucilieri di Marina, in servizio anti pirateria, sono accusati di aver ucciso due pescatori il 15 febbraio del 2012 al di fuori delle acque territoriali indiane.
L’aspetto paradossale è l’esempio che ci sta dando Delhi verso la superpotenza americana «colpevole» dell’arresto per qualche ora della console indiana a New York. Dopo immediate proteste e rappresaglie il governo indiano ha intimato ieri la chiusura di tutti gli esercizi commerciali e la palestra gestita da locali nel compound dell’ambasciata degli Stati Uniti. Non solo: le macchine con targa diplomatica americana potranno venir multate se violano le norme del traffico.
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03 luglio 2013 | Uno Mattina | reportage
E se i marò fossero innocenti?
E se i marò non avessero mai sparato sul peschereccio St. Anthony, dove la morte di due pescatori indiani ha fatto esplodere una crisi senza precedenti fra Italia e India? Se fossero totalmente innocenti? Lo sostiene Toni Capuozzo in una nuova ricostruzione degli eventi sul fatidico 15 febbraio 2012.
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19 febbraio 2014 | Rai 1 mattina | reportage
Ennesimo rinvio per i marò. L'Italia richiama l'ambasciatore, ma non basta
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12 marzo 2013 | Radio 24 - Melog | intervento |
India
I due Marò
La storia di Massimilianno Latorre e Salvatore Girone i fucilieri di Marina trattenuti in India per un anno con l'accusa di aver ucciso due pescatori scambiati per pirati. Sul Giornale.it è raccontata nell'e book "I NOSTRI MARO'", che ripercorre la vicenda attraverso documenti esclusivi, testimonianze, foto e video inediti. Un anno di sgarbi diplomatici, interpretazioni arbitrarie del diritto e umiliazioni, ma anche un anno di retroscena e di battaglie per riportarli a casa. Latorre e Girone restano in Italia, ma la storia non è finita. Ora è sotto tiro il nostro ambasciatore in india, Daniele Mancini, come rappresaglia per il mancato rientro a Delhi dei marò.
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26 marzo 2013 | Radio24 | intervento |
India
I Marò rispediti in India
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26 marzo 2013 | Radio Città | intervento |
India
Caso marò: Terzi si dimette. Il ministro della Difesa no
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