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Reportage
02 febbraio 2014 - Prima - Ucraina - Il Giornale
Kiev, ecco come si prepara una guerra civile in Europa
«Ucraina!» grida un giovane incappucciato e vestito di nero in piedi sulle barricate attorno a piazza Maidan, nel centro di Kiev. « Slava nazii ( gloria alla na­zione) »e« smert vorogam ( mor­te ai nemici) » rispondono in co­ro i ribelli antigovernativi die­tro i sacchetti di sabbia e le car­casse dei mezzi carbonizzati dalle molotov. A 20 sotto zero non mollano la barricata di uli­ca Hrushevsgoko, teatro di fu­riosi scontri con la polizia anti­sommossa fino ad una settima­na fa. E si preparano al peggio. Anastasia, occhi splendidi, infa­gottata nel giaccone militare è una giovane pasionaria arruola­ta in un gruppo di cosacchi ucraini. A 20 anni non ha dubbi: «Non crediamo alle promesse pacifiche del governo. Sono del­le trappole. Noi ci stiamo prepa­rando alla guerra. Siamo pronti e pure io, che sono donna, com­batterò ». Molti ribelli indossano la mi­metica e altri portano giubbotti antiproiettile, veri o improvvisa­ti. Tutti hanno un casco in testa, dall’elmetto militare in stile so­vietico a quello da muratore e una spranga, un bastone, un manganello o una catena in ma­no. Da un edificio sfregiato dal­la battaglia sulla prima linea del­le barricate ogni tanto escono dei miliziani in tenuta paramili­tare con tanto di giberne porta munizioni, per ora vuote.
A poche decine di metri i poli­ziotti anti sommossa non muo­vono un passo, allineati dietro gli scudi. Al momento è in atto
 una fragile tregua,ma l’ala dura degli oppositori di Maidan si prepara alla battaglia. Su un mu­ro hanno dipinto con lo spray rosso un bersaglio. Da lontano lanciano bottiglie piene di neve per centrarlo. Un allenamento per tirare le molotov.
Pravi Sektor (Ala destra) e Spi­lna Prava (Causa comune), che non rispecchiano proprio l’Eu­ropa unita dei burocrati, voglio­no prima di tutto buttar giù l’odiato presidente Viktor Yanukovich. I militanti ultrana­zionalisti sfilano in ranghi serra­ti. Al posto dei fucili tengono in spalla dei bastoni e marciano ur­lando «gloria agli eroi». Non so­lo le vittime ribelli negli scontri di piazza Maidan,ma pure gli in­dip­endentisti dell’Esercito di li­berazione
 ucraino di Stepan Bandera, che durante la secon­da guerra mondiale hanno com­battuto contro i sovietici. Non a caso sulle barricate di Hrushev­sgoko sventola solo una sfilac­ciata bandiera europea con le stelline, in mezzo a tanti vessilli rossi e neri degli ultranazionali­sti, che si ispirano all’eroe Ban­dera.
Un déjà vu negli anni Novan­ta alla vigilia della mattanza che fece a pezzi la Jugoslavia. In Ucraina il detonatore è la pro­fonda spaccatura fra l’Est filo russo e l’Ovest,che non vuole sa­perne
 di Mosca. Nel centro di Kiev i ribelli han­no occupato marmorei edifici pubblici, come Casa Ucraina, per piazzare i loro comandi. Al­l’ingresso, protetto da sacchetti di sabbia, sentinelle in mimeti­ca, elmetto e passamontagna calato sugli occhi controllano il via vai.L’edificio è sfruttato non solo come dormitorio. Nel sot­terraneo medici volontari han­no mes­so in piedi un pronto soc­corso e c’è la mensa per i militan­ti che serve pasti di continuo. In molti vengono da fuori, dalla zo­na ovest da sempre anti russa.
Nicola, biondino e tarchiato, è una sentinella delle barricate appena rientrato a riposarsi con casco e spranga in mano, che ha lavorato a Bologna come giardiniere. Natalj, laureata, parla italiano, ha due figli, ma presta servizio come volontaria a Casa Ucraina «per la rivoluzio­ne ».
Il secondo piano è proibito ai giornalisti. Il sospetto è che da qualche parte siano nascoste le armi.
I ribelli possono contare sul­l’esperienza di inaspettati vete­rani. Alexander è orgoglioso di farsi fotografare con la bandie­ra degli ex combattenti ucraini nell’invasione sovietica dell’Af­ghanistan. Si chiamano afghan­zi ed in molti avrebbero aderito alle proteste. Nel 1979 Alexan­der, capelli corti e barbetta in­colta, era un giovane Spetsnaz, i corpi speciali sovietici. A Kabul ha aperto la strada all’invasio­ne dell’Armata rossa. «In Afgha­nistan mi sono beccato un pro­iettile - racconta il veterano - . Adesso non ho neppure una pensione da ex combattente.
 Mi hanno dato l’equivalente di 54 euro per la Festa della vitto­ria della seconda guerra mon­diale. Una vergogna». Forse esa­gera, ma sostiene che gli afghan­zi di Maidan sono 400. «Non ab­biamo spazi per un addestra­mento vero e proprio - spiega l’ex Spetsnaz-ma diamo consi­gli ai giovani sulle barricate e nella difesa degli edifici in base alla nostra esperienza di guer­ra ».
Ad un chilometro in linea d’aria, i filo governativi hanno messo in piedi l’«Anti Maidan», una tendopoli protetta dalla po­lizia di fronte al Parlamento. «Ho paura solo di nostro Signo­re. Siamo qui contro gli estremi­sti che occupano­gli edifici pub­blici e vogliono imbracciare il fu­cile
 per scatenare un bagno di sangue» sostiene Alexander Zinchenko, comandante del campo. L’omaccione vestito di nero con la radio portatile si ap­pella alla pacificazione, ma am­mette i contatti con i Berkut, i re­parti speciali della po­lizia.
Nel campo non so­no in molti. Sotto una tenda bivaccano i mi­litanti giunti da Seba­stopoli, roccaforte fi­lo russa. «Non voglia­mo la guerra civile, ma dimostrare al mondo che non esi­ste solo Maidan. Quel­li ci porteranno i missi­li della Nato in Ucrai­na » tuona Nina Prud­nikova, rappresentan­te del partito del presi­dente in Crimea. Su una tenda sventola una bandiera con il gladio, lo scudo e la stella al centro. Manca solo la falce e martello e sarebbe identico al simbolo del vecchio Kgb, il servizio segreto sovieti­co. Gli ospiti della tenda non ci lasciano entrare,ma fanno capi­re­che fanno parte di un’associa­zione di ex combattenti.
Non è un caso che ieri da Mo­naco, l’ex pugile Vitaly Klit­schko, uno dei leader dell’oppo­sizione politica, abbia lanciato l’allarme:«L’Ucraina è sull’orlo
 della guerra civile». 
www.gliocchidellaguerra.it
 
[continua]

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20 luglio 2014 | Russia 1 | reportage
Gli uomini neri
La guerra civile in Ucraina sempre più sanguinosa e dimenticata schiera in prima linea un reparto fedele a Kiev, che arruola volontari europei provenienti da Italia, Svezia, Finlandia, paesi Baltici e Francia. Il battaglione Azov, accusato di simpatie naziste, sta combattendo con i suoi 250 uomini sul fronte orientale dell'Ucraina contro i ribelli filo russi. Una dozzina di volontari stranieri, che giurano di non venir pagati, hanno già prestato giuramento. Altri 24 stanno arrivando e su Facebook, il veterano francese della guerra in Croazia, Gaston Besson, ha lanciato da Kiev un appello all'arruolamento. Per giorni abbiamo seguito dalla base di Berdyansk, nell'est del paese, il battaglione Azov, che è sotto il controllo del ministero dell'Interno. Fra i volontari europei, l'italiano Francesco F. ha lasciato la vita da manager per combattere al fianco degli ucraini contro i ribelli filo russi. Il cecchino svedese, Mikael Skillt, uno dei pochi a parlare a viso scoperto, ha una taglia dei separatisti sulla testa. E fra loro c'è pure un russo che vorrebbe abbattere il governo di Mosca. Per il colore della divisa e la provenienza dall'estrema destra ucraina ed europea sono conosciuti come "gli uomini neri".

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02 luglio 2014 | SKYTG24 | reportage
Gli uomini neri sul fronte dell'Est
La guerra civile in Ucraina sempre più sanguinosa e dimenticata schiera in prima linea un reparto fedele a Kiev, che arruola volontari provenienti da paesi europei come Italia, Svezia, Finlandia e Francia. Il battaglione Azov, accusato di simpatie naziste, sta combattendo con i suoi 250 uomini sul fronte di Mariupol, una città costiera nell’Est dell’Ucraina. Una dozzina di volontari stranieri, che sostengono di non venir pagati, hanno già prestato giuramento. Altri 24 stanno arrivando e su Facebook, il veterano francese della guerra in Croazia, Gaston Besson, ha lanciato da Kiev un appello all’arruolamento. Per giorni abbiamo seguito dalla base di Berdyansk, nell’est dell’Ucraina, il battaglione Azov, che è sotto il controllo del ministero dell’Interno. Fra i volontari europei, l’italiano Francesco F. ha lasciato la vita da manager per combattere al fianco degli ucraini contro i ribelli filo russi. Il cecchino svedese, Mikael Skillt, uno dei pochi a parlare a viso scoperto, ha una taglia dei separatisti sulla testa. E fra loro c’è pure un russo che vorrebbe abbattere il governo di Mosca. Per il colore della divisa e la provenienza dall’estrema destra ucraina ed europea sono conosciuti come “gli uomini neri”.

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01 febbraio 2014 | MezziToni | reportage
Sulle barricate di Kiev
Piazza Maidan, l'Ucraina e le mille facce della rivolta contro il regime del presidente Viktor Yanukovich.

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27 marzo 2014 | La notte di radio uno | intervento
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Crimea, i trenta giorni che sconvolsero l'Europa


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26 maggio 2014 | RadioVaticana | intervento
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I rapporti con Mosca, la crisi economica, la secessione del Donbas e lo spettro della guerra civile sempre più sanguinosa.

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16 aprile 2014 | Radio IES | intervento
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Una nuova Crimea


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