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Articolo
14 febbraio 2014 - Esteri - India - Il Giornale |
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Ecco quanto ci costano le Nazioni Unite |
Quanto ci costano l’Onu e le missioni in suo nome? L’Italia è il settimo Paese contributore del carrozzone internazionale e nel mondo partecipiamo a 7 missioni con 1378 caschi blu, che ci sono costate oltre 2 miliardi di euro solo negli ultimi sette anni. Per il bilancio del Palazzo di Vetro, 2013-2014, sborsiamo 90 milioni di euro secondo fonti della Farnesina. A questa cifra vanno aggiunti altri 282,5 milioni come contributo per le missioni di pace delle Nazioni Unite comprese quelle che non ci coinvolgono direttamente. E il segretario dell’Onu Ban Ki Moon si permette di far spallucce sul caso marò. Ieri sembrava aver inforcato la retromarcia dicendosi preoccupato, ma se così non fosse ritiriamoci immediatamente dalle missioni dell’Onu e cominciamo a chiudere i rubinetti al carrozzone delle Nazioni Unite. Su 21 missioni all’estero italiane,un terzo è targata Onu. La più consistente è quella in Libano, che schiera 1351 uomini dove abbiamo il comando con il generale degli alpini Paolo Serra. Ai suoi ordini c’è pure un battaglione di caschi blu indiani. L’obiettivo è mantenere una volatile pace fra Israele e gli Hezbollah in Libano. Nel 2006 siamo sbarcati nel Paese dei cedri con l’operazione Leonte ed in soli tre mesi, da settembre a dicembre, abbiamo tirato fuori quasi 187 milioni di euro, secondo i documenti sul sito della Difesa. Queste cifre non conteggiano gli stipendi base dei militari, ma solo le diarie di missione. In sette anni abbiamo fatto di tutto: consegnato mezzi all’esercito libanese per milioni di euro, dispiegato navi ed elicotteri e attuato interventi di cooperazione civile-militare per la popolazione. La cifra totale del costo italiano della missione Onu, fino a dicembre 2012, era di oltre 1,8 miliardi di euro. Se aggiungiamo il costo medio degli ultimi anni per il 2013 arriviamo quasi ai 2 miliardi autorizzati dal Parlamento. In tempi di ristrettezza economiche non è male, soprattutto se l’Onu ci prende per il naso sui marò.Le altre missioni impiegano pochi uomini, ma sono sempre sotto la bandiera dei caschi blu e in alcuni casi durano da mezzo secolo. A Nicosia, la capitale cipriota, abbiamo ancora 4 militari che devono «supervisionare le linee del cessate il fuoco» del conflitto oramai sopito con i turchi del 1974. Dal 2006 l’Unficyp ci è costata poco meno di 2 milioni di euro.Grazie all’Onu una piccola botta l’abbiamo presa con l’Unamid, per il Darfur, quando fra il 2008 e 2009 mandammo oltre 100 paracadutisti. Ora sono rimasti 7 militari, ma la missione ci è costata oltre 17 milioni. I nostri soldati con il basco blu sono dispiegati dal 1991 anche nel Sahara occidentale per il cessate il fuoco fra Marocco e Fronte Polisario (292mila euro all’anno calcolando un costo giornaliero per militare indicato dalla Difesa). Nel Sud Sudan, l’ultimo Stato indipendente, già sprofondato nella guerra civile, abbiamo un solo uomo per l’Onu (58.400 euro all’anno). Nella storica missione Unmogip, fra India e Pakistan, che dura dal 1959, spendiamo per 4 caschi blu 220mila euro all’anno. E per 7 uomini fra Egitto, Israele, Siria e Giordania il costo è di 390mila euro all’anno, ma ci siamo dal 1958. Non solo: l’Italia è il settimo contributore Onu e solo dal primo gennaio 2013 siamo stati superati dalla Cina. Garantiamo il 4,4% del bilancio, su 193 Paesi, secondo fonti della Farnesina. Ban Ki Moon farebbe bene a tenerne conto prima di aprir bocca sui nostri marò. |
[continua] |
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03 luglio 2013 | Uno Mattina | reportage
E se i marò fossero innocenti?
E se i marò non avessero mai sparato sul peschereccio St. Anthony, dove la morte di due pescatori indiani ha fatto esplodere una crisi senza precedenti fra Italia e India? Se fossero totalmente innocenti? Lo sostiene Toni Capuozzo in una nuova ricostruzione degli eventi sul fatidico 15 febbraio 2012.
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18 marzo 2013 | TG5 | reportage
Caso marò: documento esclusivo pubblicato dal Giornale
Il 15 marzo con la nota verbale 100/685, l’ambasciata italiana ricordava al “ministero degli Esteri indiano gli obblighi alla protezione dei diplomatici derivanti dalla Convenzione di Vienna”. Nella nota si chiede al governo di Delhi di “riassicurare che nessuna autorità indiana possa applicare misure restrittive alla libertà di Sua Eccellenza l’ambasciatore”. Alla fine si invita pure a garantire la “personale sicurezza” di Mancini e tutti i nostri diplomatici in India.
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10 febbraio 2014 | La vita in diretta | reportage
Marò candidati alle europee?
Se destra e sinistra candidassero un fuciliere di Marina a testa per le elezioni di Strasburgo sarebbe un segnale di unità e dignità nazionale.
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15 gennaio 2014 | Zapping | intervento |
India
I marò e la solita Italietta
I marò forse eviteranno la spada di Damocle della legge che prevede la pena di morte, ma in questo caso potrebbero rischiare di tornare fra le grinfie del Kerala per venir giudicati. Lo scrive l’agenzia indiana Press Trust, mentre l’Italia ha chiesto alla Corte suprema di rimandare a casa i marò «in attesa del processo».
Nel frattempo a Milano si festeggerà con un galà la 65 ª Giornata nazionale della Repubblica dell'India. Ed il 26 gennaio, il consolato di Delhi e l’orchestra sinfonica Giuseppe Verdi hanno organizzato un concerto «dedicato all’India in occasione della Festa nazionale »all’auditorio della Fondazione Cariplo. Pecunia non olet, ma in pratica suoneremo per gli indiani che da due anni trattengono Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.
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21 gennaio 2014 | Radio24 Melog cronache meridiane | intervento |
India
I marò rischiano la pena di morte?
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18 febbraio 2014 | Radio Radio | intervento |
India
Unità e Giornale d'accordo sui marò
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