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Reportage
22 febbraio 2014 - Esteri - Ucraina - Il Giornale
In Ucraina vince la piazza. L’intesa sbriciola i regime
A pochi chilometri dall’aeropor­to, 
verso il centro di Kiev, la ca­pitale ucraina, si incappa nel primo posto di blocco, che fa scorrere il traffico. Non è la polizia, dopo due giorni di guerra civile e 100 morti nelle strade, ma un centinaio di gio­vani con caschi, mazze passamon­tagna e tanta eccitazione. L’opposi­zione ha vinto e nella capitale le for­ze dell’ordine sembrano essersi li­quefatte. I temibili
 Berkut , i corpi speciali, accusati di ogni nefandez­ze, che hanno sostenuto gli scontri più duri negli ultimi tre me­si sono spari­ti. «É una spe­cie di anar­chia. Le forze dell’ordine si sono volatiliz­zate. Nei din­torni del pa­lazzo presi­denziale si ag­girano i mili­ziani. Ogni de­cisione sulla sicurezza adesso va pre­sa con il c­omi­tato di autodi­fesa di piazza Maidan» stig­matizza una fonte diplo­matica che ha vissuto l’esca­lation di vio­lenza. I pochi poliziotti ri­masti a Kiev, che si fanno vedere in giro, portano sul braccio i colo­ri della ban­diera ucraina, come i manife­stanti in piaz­za, per dimo­strare che stanno dalla parte del po­polo ed evitare rappresaglie.
Il presidente Viktor Yanukovich ha firmato ieri con i tre maggiori rap­pr­esentanti dell’opposizione un ac­cordo, che è in pratica la capitolazio­ne dopo il bagno di sangue. Amni­stia generale, ritorno immediato al­la costituzione del 2004 che ridi­mensiona i suoi poteri, governo di coalizione ed elezioni non oltre fine anno. Solo i duri e puri di «
pravi sek­tor » (l’ala destra), che negli ultimi giorni si sono distinti negli scontri armati hanno bollato l’accordo co­me «specchietto per le allodole». Il loro sogno è riservare a Yanukovich la fine del colonnello Gheddafi.
L’accordo è stato firmato dall’ex pugile Vitaly Klitschko, il medico e
 leader ultranazionalista Oleh Tiahnybok e il moderato che piace agli americani Arseniy Yatsenyuk. E tenuto a battesimo dai pezzi gros­si di questa partita geostrategica: i ministri degli esteri polacco Rado­slaw Sikorski, il tedesco Frank-Wal­ter Steinmeyer, il francese Laurent Fabius ed il rappresentante russo Vladimir Lukin.
Il Parlamento ha silurato il mini­stro d­egli Interni e approvato una ri­forma del codice penale che potreb­be aprire le porte del carcere a Yulia Timoshenko, l’ex premier e discus­sa eroina, dietro le sbarre, della rivo­luzione ucraina.
In piazza Maidan si festeggia la vit­toria, ma l’incredibile sparizione del regime a Kiev è crollo totale nel­la parte occidentale del Paese.
 Ales­sandro Gardini, un italiano che vive e lavora nella capitale, è rientrato ie­ri­sera in macchina dopo essere sta­to a Leopoli, la«capitale»dell’ovest. «Mai visto nulla del genere. Lungo la strada non c’era un solo poliziot­to o soldato- racconta a il Giornale­I posti di blocco fissi sono in mano ai ragazzetti con le mazze e le bandie­re rosse e nere ( delle formazioni na­zionaliste anti russe nda). All’in­gresso di Kiev idem». Nell’Ucraina occidentale i milita­ri hanno lasciato le caserme, interi reparti della polizia sono passati con i ribelli e addirittura l’Sbu,il ser­vizio segreto che doveva lanciare la caccia ai «terroristi» ha cambiato ca­sacca. La Casa Bianca gongola, co­me la Ue e vigila sull’accordo. L’Ucraina ha evitato, per ora, di sprofondare nel baratro della guer­ra civile, ma si sta aprendo un altro pericoloso capitolo pericoloso. L’est del paese,filo russo,è schocca­to dal cedimento del regime a Kiev. Oggi a Kharkov,la seconda città del­l’Ucraina, si riunirà chi non vuole abbandonare l’abbraccio con Mo­sca per discutere di una possibile se­cessione. 

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02 luglio 2014 | SKYTG24 | reportage
Gli uomini neri sul fronte dell'Est
La guerra civile in Ucraina sempre più sanguinosa e dimenticata schiera in prima linea un reparto fedele a Kiev, che arruola volontari provenienti da paesi europei come Italia, Svezia, Finlandia e Francia. Il battaglione Azov, accusato di simpatie naziste, sta combattendo con i suoi 250 uomini sul fronte di Mariupol, una città costiera nell’Est dell’Ucraina. Una dozzina di volontari stranieri, che sostengono di non venir pagati, hanno già prestato giuramento. Altri 24 stanno arrivando e su Facebook, il veterano francese della guerra in Croazia, Gaston Besson, ha lanciato da Kiev un appello all’arruolamento. Per giorni abbiamo seguito dalla base di Berdyansk, nell’est dell’Ucraina, il battaglione Azov, che è sotto il controllo del ministero dell’Interno. Fra i volontari europei, l’italiano Francesco F. ha lasciato la vita da manager per combattere al fianco degli ucraini contro i ribelli filo russi. Il cecchino svedese, Mikael Skillt, uno dei pochi a parlare a viso scoperto, ha una taglia dei separatisti sulla testa. E fra loro c’è pure un russo che vorrebbe abbattere il governo di Mosca. Per il colore della divisa e la provenienza dall’estrema destra ucraina ed europea sono conosciuti come “gli uomini neri”.

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20 luglio 2014 | Russia 1 | reportage
Gli uomini neri
La guerra civile in Ucraina sempre più sanguinosa e dimenticata schiera in prima linea un reparto fedele a Kiev, che arruola volontari europei provenienti da Italia, Svezia, Finlandia, paesi Baltici e Francia. Il battaglione Azov, accusato di simpatie naziste, sta combattendo con i suoi 250 uomini sul fronte orientale dell'Ucraina contro i ribelli filo russi. Una dozzina di volontari stranieri, che giurano di non venir pagati, hanno già prestato giuramento. Altri 24 stanno arrivando e su Facebook, il veterano francese della guerra in Croazia, Gaston Besson, ha lanciato da Kiev un appello all'arruolamento. Per giorni abbiamo seguito dalla base di Berdyansk, nell'est del paese, il battaglione Azov, che è sotto il controllo del ministero dell'Interno. Fra i volontari europei, l'italiano Francesco F. ha lasciato la vita da manager per combattere al fianco degli ucraini contro i ribelli filo russi. Il cecchino svedese, Mikael Skillt, uno dei pochi a parlare a viso scoperto, ha una taglia dei separatisti sulla testa. E fra loro c'è pure un russo che vorrebbe abbattere il governo di Mosca. Per il colore della divisa e la provenienza dall'estrema destra ucraina ed europea sono conosciuti come "gli uomini neri".

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07 marzo 2014 | TG5 | reportage
In Crimea arrivano i volontari serbi
SEBASTOPOLI - Folti barboni, mimetiche, coltellacci alla cintola e sulla spalla il teschio con le tibie incrociate, simbolo del sacrificio in nome del popolo slavo. Si presenta così una ventina di cetnici, i paramilitari serbi, arrivati in Crimea per dare man forte ai filo russi. Non è stato facile trovare l’avanguardia dei “lupi” come vengono chiamati i volontari giunti dalla Serbia.

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radio

16 aprile 2014 | Radio IES | intervento
Ucraina
Una nuova Crimea


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27 marzo 2014 | La notte di radio uno | intervento
Ucraina
Crimea, i trenta giorni che sconvolsero l'Europa


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26 maggio 2014 | RadioVaticana | intervento
Ucraina
Il nuovo presidente ucraino e la guerra civile nell'Est
I rapporti con Mosca, la crisi economica, la secessione del Donbas e lo spettro della guerra civile sempre più sanguinosa.

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