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Reportage
25 febbraio 2014 - Esteri - Ucraina - Il Giornale |
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Il ruggito di Mosca su Kiev: “Minaccia i nostri interessi” |
L’orso russo si risveglia dal letargo delle Olimpiadi invernali e comincia a ringhiare sull’Ucraina con toni da ultimatum. Il leader del partito ultranazionalista Svoboda denuncia addirittura movimenti di truppe diMosca ai confini. Mancano conferme, ma il sito vicino all’intelligence israeliana «Debka file»aggiunge dettagli allarmanti: le truppe che avevano garantito la sicurezza delle olimpiadi di Sochi sarebbero state mobilitate. Intanto l’ex presidente Viktor Yanukovich è rincorso da un mandato di cattura per la strage dei rivoluzionari uccisi dai cecchini. Kiev rischia la bancarotta e non è chiaro chi comandi al ministero della Difesa. Il premier russo Dmitri Medvedev ha contestato senza mezzi termini «la legittimità» del nuovo potere rivoluzionario a Kiev. E aggiunto che la situazione in Ucraina «rappresenta una minaccia per i nostri interessi e per la vita dei nostri cittadini». Il capo del governo russo riferendosi ai rivoluzionari sottolinea che «la gente armata e a volto coperto non è un partner con cui poter dialogare». In un duro comunicato il ministero degli Esteri russo denuncia che a Kiev stanno emergendo tendenze «dittatoriali » e «metodi terroristici». Mosca evidenzia gli «inviti a bandire la lingua russa, eliminare partiti, organizzazioni e chiudere le testate giornalistiche dissenzienti ». I russi forse esagerano, ma assestano un colpo secco anche al Vecchio continente: «Nella posizione di alcuni politici europei si intravede non preoccupazione per il destino del Paese, ma interessi geopolitici». Oleh Tyahnybok, leader ultranazionalista di Svoboda, ha chiesto al ministero della Difesa di controllare le notizie di ammassamento di truppe russe al confine ucraino. Le guardie di frontiera non hanno notato, però, movimenti sospetti. A Sebastopoli, nella base in Crimea della flotta russa nel Mar Nero, sta arrivando una nave con 200 commandos, secondo Tyahnybok. La Marina di Mosca ha pieni poteri, anche se il territorio è ucraino. Non a caso l’ex presidente Yanukovich è stato segnalato a Balaclava, in Crimea, presso una residenza privata da dove si sarebbe spostato verso Sebastopoli con un aiutante e la scorta. Sulla sua testa è stato emesso un mandato di cattura per la strage in piazza Maidan. E ieri è trapelato immancabile il gossip sulle foto trovate nella tenuta presidenziale a 20 chilometri da Kiev di Yanukovich con Liubov Polezhai, l’amante di 24 anni più giovane dell’ex capo dellostato. Yanukovich non ha mai divorziato dalla moglie Liudmila sposata nel 1972, ma la donna vive da tempo lontano dal marito. Anche il ministro della Difesa, Pavlo Lebedev, voluto dall’ex presidente, si è trasferito proprio a Sebastopoli sua città natale «per motivi di salute». Il parlamento rivoluzionario ha nominato come facente funzioni il generale Volodymyr Zamana, ex capo di stato maggiore silurato da Yanukovich, ma non si capisce bene chi comandi. Al vertice resta l’ammiraglio Yuri Ilin che il presidente deposto aveva chiamato al posto di Zamana a capo delle forze armate. La strada del nuovo governo rivoluzionario, che dovrebbe venir annunciato oggi, è tutta in salita. Il premier incaricato potrebbe essere Arseniy Yatsenyuk uno dei leader dell’opposizione, gradito agli Usa, che ha tenuto in piedi il partito Patria di Yulya Timoshenko durante la sua carcerazione. Se così fosse la discussa eroina ucraina avrebbe piazzato i suoi uomini nei posti chiave: premier, capo dello stato ad interim e ministro dell’Interno. Tutto pronto in vista delle elezioni presidenziali del 25 maggio. Anche gli utranazionalisti stanno organizzando le loro pedine: ieri il parlamento ha nominato Oleg Makhnitski, membro di Svoboda, nuovo procuratore generale. La vera mannaia è il rischio di un crac economico. L’Ucraina ha bisogno urgente di 25 miliardi di euro. La Russia ha già fato sapere che non erogherà gli ulteriori 8 promessi a Yanukovich. In soccorso ai rivoluzionari sta arrivando l’Europa, che ha promesso 20 miliardi. Non a caso l'ex ministro dell’Economia di Kiev, Bohdan Danylyshyn, è a Bruxelles per preparare un accordo di associazione dell’Ucraina all’Ue. |
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01 febbraio 2014 | MezziToni | reportage
Sulle barricate di Kiev
Piazza Maidan, l'Ucraina e le mille facce della rivolta contro il regime del presidente Viktor Yanukovich.
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03 marzo 2014 | TG5 | reportage
In Crimea ultimatum dei russi alle basi ucraine
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02 luglio 2014 | SKYTG24 | reportage
Gli uomini neri sul fronte dell'Est
La guerra civile in Ucraina sempre più sanguinosa e dimenticata schiera in prima linea un reparto fedele a Kiev, che arruola volontari provenienti da paesi europei come Italia, Svezia, Finlandia e Francia. Il battaglione Azov, accusato di simpatie naziste, sta combattendo con i suoi 250 uomini sul fronte di Mariupol, una città costiera nell’Est dell’Ucraina. Una dozzina di volontari stranieri, che sostengono di non venir pagati, hanno già prestato giuramento. Altri 24 stanno arrivando e su Facebook, il veterano francese della guerra in Croazia, Gaston Besson, ha lanciato da Kiev un appello all’arruolamento. Per giorni abbiamo seguito dalla base di Berdyansk, nell’est dell’Ucraina, il battaglione Azov, che è sotto il controllo del ministero dell’Interno.
Fra i volontari europei, l’italiano Francesco F. ha lasciato la vita da manager per combattere al fianco degli ucraini contro i ribelli filo russi. Il cecchino svedese, Mikael Skillt, uno dei pochi a parlare a viso scoperto, ha una taglia dei separatisti sulla testa. E fra loro c’è pure un russo che vorrebbe abbattere il governo di Mosca.
Per il colore della divisa e la provenienza dall’estrema destra ucraina ed europea sono conosciuti come “gli uomini neri”.
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26 maggio 2014 | RadioVaticana | intervento |
Ucraina
Il nuovo presidente ucraino e la guerra civile nell'Est
I rapporti con Mosca, la crisi economica, la secessione del Donbas e lo spettro della guerra civile sempre più sanguinosa.
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27 marzo 2014 | La notte di radio uno | intervento |
Ucraina
Crimea, i trenta giorni che sconvolsero l'Europa
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16 aprile 2014 | Radio IES | intervento |
Ucraina
Una nuova Crimea
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