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Reportage
27 febbraio 2014 - Esteri - Ucraina - Il Giornale
La Crimea si ribella. Musulmani in campo contro i russi
«Gloria all’Ucraina, gloria agli eroi»e«Al­lah o akbar » gridano i rivoluzionari filo Maidan ed i ta­tari, una mino­ranza di origine turca decimati da Stalin nel 1944. Dall’altra parte i pro Mosca rispondono «Crimea alla Rus­sia » con i cosac­chi in prima fila che considerano «criminale» il nuovo potere a Kiev. Inevitabile lo scontro al­l’esterno del Par­lamento della re­pub­blica autono­ma di Crimea a Si­mferopoli. I tata­ri per la rivoluzio­ne lanciano pie­tre, granate assor­danti e lacrimoge­ni. I pro russi a lo­ro volta combattono a colpi di bastone, ma vengono travolti su­be­ndo una decina di feriti da cin­quemila tatari. Anche i cordoni di polizia davanti al Parlamento non resistono ed i manifestanti lo invadono facendo saltare il possibile voto che non avrebbe riconosciuto il nuovo potere a Kiev.
I pro russi giurano di aver vi­sto fra i tatari le bandiere rosse e nere di Pravi Sektor,i paramilita­ri di piazza Maidan e dell’Eserci­to di liberazione ucraino, che combatté contro i sovietici du­rante la seconda guerra mondia­le. «Ucraina mai con la Russia» è uno degli slogan più gettonati, ma secondo testimoni oculari fra i giovani tatari di fede musul­mana molti gridano, «Allah o ak­bar ».
In serata i pro russi riconqui­st­ano la piazzetta davanti al Par­lamento, ma oggi si teme che gli scontri ricomincino. «La prossi­ma volta porteremo le armi, co­me
 hanno fatto loro», dichiara alGiornale Pavel Shperov, uno dei capi della milizia filorussa a Simferopoli. «I politici ci hanno venduto. Temo che scoppierà la guerra civile», aggiunge l’omo­ne in giaccone nero.
Mentre a Simferopoli, dove ci sarebbero stati un morto per un malore e 20 feriti, scoppiano gli scontri, a Sebastopoli, 75 chilo­metri più a sud, va in scena l’al­tra faccia della medaglia. «Be­rkut, berkut, berkut» grida la fol­la filo russa di fronte alla caser­ma dei famosi corpi speciali del­la polizia ucraina accusati di aver massacrato i ribelli di piaz­za Maidan. Dalla capitale han­no ordinato lo scioglimento del­l’unità di seimila uomini. Nel grande porto della Crimea, base della flotta russa del Mar Nero, non ne vogliono sentir parlare. I miliziani di Samooborona, la di­fesa popolare che sta sorgendo dopo l’avvento al potere dei rivo­luzionari nella capitale, si schie­rano
 davanti alla caserma. Le donne e le persone più anziane fanno da cordone umano «per difendere i nostri berkut» tuona­no in coro. Gran parte degli agenti antiterrorismo provengo­no proprio dalla Crimea. Un uffi­ciale delle teste di cuoio con ba­sc­o amaranto e mimetica grigia­stra, come quella russa, esce dal comando per parlare con la fol­la, che lo accoglie con un’ovazio­ne. «Grazie per il vostro appog­gio, che ci dà forza - esordisce l’agente dei corpi speciali- .Non abbiamo paura di nessuno e sia­mo dalla vostra parte. In altre cit­tà dell’Ucraina i Berkut si sono schierati con il nuovo governo, ma non a Sebastopoli». Alla do­manda del Giornale dachi rice­vano ordini, risponde senza ten­tennare: «Dal capo della polizia locale, non più da Kiev».
A Sebastopoli non si vede trac­cia dei rivoluzionari di Maidan. Alexander, che partecipa al cor­done umano attorno ai Berkut, ribadisce: «Non accetteremo mai le loro leggi. Il potere lo han­no preso con un colpo di Stato. Noi vogliamo far parte della Rus­sia ».
A Bruxelles i ministri della Di­fesa della Nato ribadiscono che sosterranno «la sovranità, indi­pendenza, integrità territoriale, e sviluppo democratico del­l’Ucraina ». I russi annunciano che «prenderanno tutte le misu­re necessarie per la sicurezza della flotta del mar Nero» a Seba­stopoli. Non solo: il Cremlino ha ordinato manovre con 150mila uomini, che potrebbero svolger­si vicino all’Ucraina.
Nel frattempo a 30 chilometri da Sebastopoli i pro russi hanno organizzato un posto di blocco con tanto di blindato e camion di traverso con la bandiera di Mosca che sventola. Le armi non si vedono, ma ragazzotti
 mezzi mascherati in mimetica controllano le targhe della mac­chine. Un prete ortodosso in tu­nica nera distribuisce i santini della madre Russia e si racco­manda di tenerli vicini al cuore. 

video
03 marzo 2014 | TG5 | reportage
In Crimea ultimatum dei russi alle basi ucraine


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07 marzo 2014 | TG5 | reportage
In Crimea arrivano i volontari serbi
SEBASTOPOLI - Folti barboni, mimetiche, coltellacci alla cintola e sulla spalla il teschio con le tibie incrociate, simbolo del sacrificio in nome del popolo slavo. Si presenta così una ventina di cetnici, i paramilitari serbi, arrivati in Crimea per dare man forte ai filo russi. Non è stato facile trovare l’avanguardia dei “lupi” come vengono chiamati i volontari giunti dalla Serbia.

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20 luglio 2014 | Russia 1 | reportage
Gli uomini neri
La guerra civile in Ucraina sempre più sanguinosa e dimenticata schiera in prima linea un reparto fedele a Kiev, che arruola volontari europei provenienti da Italia, Svezia, Finlandia, paesi Baltici e Francia. Il battaglione Azov, accusato di simpatie naziste, sta combattendo con i suoi 250 uomini sul fronte orientale dell'Ucraina contro i ribelli filo russi. Una dozzina di volontari stranieri, che giurano di non venir pagati, hanno già prestato giuramento. Altri 24 stanno arrivando e su Facebook, il veterano francese della guerra in Croazia, Gaston Besson, ha lanciato da Kiev un appello all'arruolamento. Per giorni abbiamo seguito dalla base di Berdyansk, nell'est del paese, il battaglione Azov, che è sotto il controllo del ministero dell'Interno. Fra i volontari europei, l'italiano Francesco F. ha lasciato la vita da manager per combattere al fianco degli ucraini contro i ribelli filo russi. Il cecchino svedese, Mikael Skillt, uno dei pochi a parlare a viso scoperto, ha una taglia dei separatisti sulla testa. E fra loro c'è pure un russo che vorrebbe abbattere il governo di Mosca. Per il colore della divisa e la provenienza dall'estrema destra ucraina ed europea sono conosciuti come "gli uomini neri".

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radio

26 maggio 2014 | RadioVaticana | intervento
Ucraina
Il nuovo presidente ucraino e la guerra civile nell'Est
I rapporti con Mosca, la crisi economica, la secessione del Donbas e lo spettro della guerra civile sempre più sanguinosa.

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16 aprile 2014 | Radio IES | intervento
Ucraina
Una nuova Crimea


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27 marzo 2014 | La notte di radio uno | intervento
Ucraina
Crimea, i trenta giorni che sconvolsero l'Europa


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