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Reportage
09 marzo 2014 - Esteri - Ucraina - Il Giornale
La Russia pronta a rompere il patto nucleare con l’America
La Russia potreb­be sospendere le ispezioni al suo arsenale nucleare previste dagli accordi con gli Usa come rappresaglia alle sanzioni occi­dentali per la crisi in Crimea. Nel frattempo Stati Uniti e Fran­cia pensano di adottare, «in as­senza di passi avanti, nuove mi­sure » nei confronti di Mosca.
Una miscela esplosiva, men­tre a Simferopoli, capitale della penisola contesa sono riappar­si, dopo l’occupazione dei solda­ti del Cremlino, i manifestanti che non vogliono l’annessione alla Russia gridando «la Crimea è Ucraina».
Lo spettro della guerra fredda risorge con l’intenzione russa di cancellare le ispezioni agli arse­nali strategici previst­e dal tratta­to Start sulla riduzione dei missi­li nucleari.
 «Le irragionevoli mi­nacce alla R­ussia dagli Stati Uni­ti e dalla Nato sulla linea politica inUcrainasonoconsideratedei gesti ostili che ci costringono ad annunciare forti misure» secon­do una fonte anonima del mini­stero della Difesa russo.
Mosca e Washington si erano
 accordati per limitare il numero dei missili balistici capaci di col­pi­re i rispettivi territori a 800 en­tro il 2018. Il trattato prevede 18 ispezioni ogni anno alle basi nu­cleari nei due Paesi, che la Rus­sia potrebbe bloccare.
Neanche gli osservatori del­l’Orga­nizzazione per la sicurez­za e cooperazione in Europa rie­scono ad entrare nella penisola.
Ieri, al terzo tentativo, i 35 milita­ri disarmati, compresi due uffi­ciali italiani, sono stati ricacciati indietro da raffiche di mitra spa­rate in aria.
Il quotidiano russo
 Novaya Gazeta rivela che fra Ucraina e Crimea sono state piazzate del­le mine ed il super virus «serpen­te », forse lanciato dagli hacker russi, ha colpito decine di reti in­formatiche di Kiev.
Ieri l’ordine di Mosca in Crimea è stato per la prima volta contestato, dopo la presa del po­tere dei filo
 russi, da un migliaio di manifestanti pro Maidan. Molte le donne con i fiori dell’8 marzo compresa una ragazza mascherata che ha due rubini verdi al posto degli occhi. In pri­ma fila dei ragazzotti che si illu­dono di ripetere le imprese dei rivoluzionari di Kiev. «Non vo­glio che la Crimea faccia parte della Russia. Deve rimanere in Ucraina» dichiara orgoglioso Alexander che ha solo 16 anni. Il corteo sfiora pericolosamente qualche centinaio di filo russi con scudi e bracciali rossi di sa­moobarona, la milizia pro Mo­sca. Partono urla ed invettive che si ripetono davanti al parla­mento presidiato dai cosacchi, ma a parte «Russia, Russia» da una parte e «gloria all’Ucraina» dall’altra, nessuno si spara ad­dosso.
Chi arriva in treno da Kiev vie­ne controllato dai miliziani. Igor, che parla russo e torna dal­la madre a Yalta, denuncia di es­sere stato «picchiato perché non volevo mostrare il docu­mento. Mi hanno accusato di es­sere un provocatore
 ». Il corteo pro Maidan arriva ad una caserma ancora in mano dei militari ucraini, che frater­nizzano con i manifestanti e scattano sull’attenti quando tut­ti cantano l’inno nazionale.
Il capo della minoranza tarta­ra, Refat Chubarov, chiede «al­l’Onu di inviare truppe di pace in Crimea per prevenire il con­flitto ». Alcune case della comu­nità musulmana sono state im­brattate da scritte oltraggiose e croci disegnate sulle porte.
Difficile convincere i cosac­chi del Don arrivati a dar man forte ai filo russi, che devono la­sciare il posto ai caschi blu. Un atamano che comanda un po­sto di blocco tira fuori con orgo­glio la sua pistola Beretta cali­bro nove «in onore del made in Italy».
 

video
02 luglio 2014 | SKYTG24 | reportage
Gli uomini neri sul fronte dell'Est
La guerra civile in Ucraina sempre più sanguinosa e dimenticata schiera in prima linea un reparto fedele a Kiev, che arruola volontari provenienti da paesi europei come Italia, Svezia, Finlandia e Francia. Il battaglione Azov, accusato di simpatie naziste, sta combattendo con i suoi 250 uomini sul fronte di Mariupol, una città costiera nell’Est dell’Ucraina. Una dozzina di volontari stranieri, che sostengono di non venir pagati, hanno già prestato giuramento. Altri 24 stanno arrivando e su Facebook, il veterano francese della guerra in Croazia, Gaston Besson, ha lanciato da Kiev un appello all’arruolamento. Per giorni abbiamo seguito dalla base di Berdyansk, nell’est dell’Ucraina, il battaglione Azov, che è sotto il controllo del ministero dell’Interno. Fra i volontari europei, l’italiano Francesco F. ha lasciato la vita da manager per combattere al fianco degli ucraini contro i ribelli filo russi. Il cecchino svedese, Mikael Skillt, uno dei pochi a parlare a viso scoperto, ha una taglia dei separatisti sulla testa. E fra loro c’è pure un russo che vorrebbe abbattere il governo di Mosca. Per il colore della divisa e la provenienza dall’estrema destra ucraina ed europea sono conosciuti come “gli uomini neri”.

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01 febbraio 2014 | MezziToni | reportage
Sulle barricate di Kiev
Piazza Maidan, l'Ucraina e le mille facce della rivolta contro il regime del presidente Viktor Yanukovich.

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07 marzo 2014 | TG5 | reportage
In Crimea arrivano i volontari serbi
SEBASTOPOLI - Folti barboni, mimetiche, coltellacci alla cintola e sulla spalla il teschio con le tibie incrociate, simbolo del sacrificio in nome del popolo slavo. Si presenta così una ventina di cetnici, i paramilitari serbi, arrivati in Crimea per dare man forte ai filo russi. Non è stato facile trovare l’avanguardia dei “lupi” come vengono chiamati i volontari giunti dalla Serbia.

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radio

27 marzo 2014 | La notte di radio uno | intervento
Ucraina
Crimea, i trenta giorni che sconvolsero l'Europa


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26 maggio 2014 | RadioVaticana | intervento
Ucraina
Il nuovo presidente ucraino e la guerra civile nell'Est
I rapporti con Mosca, la crisi economica, la secessione del Donbas e lo spettro della guerra civile sempre più sanguinosa.

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16 aprile 2014 | Radio IES | intervento
Ucraina
Una nuova Crimea


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