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Reportage
13 marzo 2014 - Esteri - Ucraina - Il Giornale |
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Kharkiv campo di battaglia delle due Ucraine |
«Per evitare la guerra civile ed il bagno di sangue vogliamo che le truppe russe intervengano come forze di pace nell’Ucraina orientale » annuncia, come se fosse normale, Ghennadi Makarov. Secondo lui l’armata di Mosca, dopo la Crimea, dovrebbe invadere l’est del Paese occupandone metà fino al fiume Dniepr. Ovviamente come se fossero caschi blu dell’Onu. Il leader del Movimento russo a Kharkiv, la seconda città ucraina non ha dubbi:«Negli ultimi vent’anni dal crollo dell’Urss abbiamo vissuto in un regime di occupazione». Makarov, che parla sotto l’enorme statua di Lenin al centro della città, esagera, ma l’indipendenza della Crimea sta aprendo il fronte orientale del separatismo al confine con la Russia, un focolaio più ampio e pericoloso. La popolazione è russofona, anche se meno compatta contro il governo di Kiev rispetto alla penisola che si sta staccando dall’Ucraina. Nelle ultime settimane si susseguono manifestazioni a favore di Mosca in 11 città del sud est a cominciare da Donetsk, Lugansk, Dnipropetrovsk e Odessa. A Kharkiv, «Milano» dell’Est, la più grande piazza d’Europa è il campo di battaglia delle opposte fazioni. I filo russi presidiano la statua di Lenin sventolando bandiere con la falce e martello, ma pure gli stemmi degli utranazionalisti che vedono Mosca come loro capitale. Qualche centinaio di metri più in là, sotto la sede del governatore, presidiata dalla polizia, fanno capolino i pro Maidan decisi a non mollare la piazza agli avversari. Quando si scontrano sono scintille e stanno spuntando le prime armi. I filorussi vogliono il referendum nell’Est per un federalismo spinto, la lingua parificata all’ucraino e la cancellazione delle frontiere grazie all’unione doganale con Mosca. La gente in piazza, senza tanti giri di parole, urla «Putin vieni a salvarci» e spiega che l’unica speranza«contro i fascisti di Kiev è unirsi alla Russia». Vladimir Cistilin, animatore della Maidan di Kharkiv, vuole sbarrargli il passo:«Domenica saremo in ventimila a difendere l’unità del Paese e ribadire che la Crimea fa parte dell’Ucraina ». L’armata russa dopo la Crimea «non oserà invadere l’Ucraina orientale. La Nato e gli Usa sono con noi e scoppierebbe la terza guerra mondiale ». Nella seconda città del Paese si gioca una partita cruciale. Il governatore, Mikhail Dobkin, è stato arrestato lunedì per «separatismo». In combutta con il sindaco ancora in carica, Hennadiy Adolfovych Kernes, cavalcava la tigre della rabbia filorussa. Il ministro dell’Interno del nuovo potere,Arsen Avakov, è di Kharkiv, come quello dell’Agricoltura, Ihor Shvaika, pezzo forte del partito ultranazionalista Svoboda puntello della rivolta di Maidan. Una scenario a chiazza di leopardo, che rischia di esplodere. I filorussi hanno già organizzato la milizia samoobarona , come in Crimea. Secondo Makarov, che vuole le truppe di Mosca fino alle porte di Kiev, serve solo «per difendere gli attivisti e le loro famiglie. I nostri sono inquadrati militarmente dai cosacchi» che arrivano dalle sponde del fiume Kuban, in Russia. Da Rostov sono segnalati i «turisti del conflitto», che prendono l’autobus in giornata e vengono a far casino nelle manifestazioni pro Mosca dell’Ucraina orientale. I più pericolosi fra i filorussi sono i membri di Oplot, «Baluardo», un’organizzazione che prende il nome da un carro armato. Qualche centinaio di palestrati, esperti di arti marziali, che secondo il loro capo Evgeny Zhilin, ricercato dalla procura ucraina e riparato in Russia, «si preparano ad una possibile guerra». Nella«capitale»dell’Est ci sono anche 200- 300 paramilitari di Pravy Sektor (l’ala destra), che a Kiev sono stati cruciali nelle battaglie di piazza, ma nell’est non amano farsi scoprire dai giornalisti. «Sono pronti a combattere. Se i filorussi alzeranno la testa più di tanto la schiacceranno», spiega alGiornale un giovane che è stato con loro in piazza. A Donetsk, l’ex feudo del presidente Yanukovich fuggito in Russia, sotto l’immancabile statua di Lenin,si alza una voce in italiano:«Giornalisti,vergognatevi non raccontate la verità sull’Ucraina ». Maria, ucraina di passaporto ma russa nel cuore, è venuta a trovare l’anziana madre. Con lei c’è Giuseppe, il marito italiano, che annuisce. La coppia vive nell’Italia del nord ed è convinta che «la Crimea e l’Ucraina orientale staranno megliocon la Russia». |
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20 luglio 2014 | Russia 1 | reportage
Gli uomini neri
La guerra civile in Ucraina sempre più sanguinosa e dimenticata schiera in prima linea un reparto fedele a Kiev, che arruola volontari europei provenienti da Italia, Svezia, Finlandia, paesi Baltici e Francia. Il battaglione Azov, accusato di simpatie naziste, sta combattendo con i suoi 250 uomini sul fronte orientale dell'Ucraina contro i ribelli filo russi. Una dozzina di volontari stranieri, che giurano di non venir pagati, hanno già prestato giuramento. Altri 24 stanno arrivando e su Facebook, il veterano francese della guerra in Croazia, Gaston Besson, ha lanciato da Kiev un appello all'arruolamento. Per giorni abbiamo seguito dalla base di Berdyansk, nell'est del paese, il battaglione Azov, che è sotto il controllo del ministero dell'Interno.
Fra i volontari europei, l'italiano Francesco F. ha lasciato la vita da manager per combattere al fianco degli ucraini contro i ribelli filo russi. Il cecchino svedese, Mikael Skillt, uno dei pochi a parlare a viso scoperto, ha una taglia dei separatisti sulla testa. E fra loro c'è pure un russo che vorrebbe abbattere il governo di Mosca. Per il colore della divisa e la provenienza dall'estrema destra ucraina ed europea sono conosciuti come "gli uomini neri".
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01 febbraio 2014 | MezziToni | reportage
Sulle barricate di Kiev
Piazza Maidan, l'Ucraina e le mille facce della rivolta contro il regime del presidente Viktor Yanukovich.
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14 marzo 2014 | TG5 | reportage
Gli italiani di Crimea
Gli italiani di Crimea, emigrati nella penisola oltre duecento anni fa, furono deportati in Siberia e decimati da Stalin, che li considerava una spina nel fianco durante la seconda guerra mondiale. Poi sono tornati a Kerch, vicino all'ex confine con la Russia. Gli italiani di origine sono ancora 500.
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radio
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16 aprile 2014 | Radio IES | intervento |
Ucraina
Una nuova Crimea
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27 marzo 2014 | La notte di radio uno | intervento |
Ucraina
Crimea, i trenta giorni che sconvolsero l'Europa
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26 maggio 2014 | RadioVaticana | intervento |
Ucraina
Il nuovo presidente ucraino e la guerra civile nell'Est
I rapporti con Mosca, la crisi economica, la secessione del Donbas e lo spettro della guerra civile sempre più sanguinosa.
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