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Reportage
24 marzo 2014 - Esteri - Ucraina - Il Giornale
La Nato: “Mosca ora vuole un pezzo di Moldavia”
L’accampamento è una via di mez­zo fra un campeggio dei boy scout e un a base di rudi cosacchi.Nell’Ucrai­na orientale i filo russi in mimetica, ma senza armi bloccano uno dei più importanti arsenali del paese scava­to a 150 metri di profondità nelle mi­niere di Volodarskij. «I soldati hanno tentato di trasferire armi e munizio­ni. Abbiamo fermato i camion e fatto scaricare tutto. Non vogliamo che ser­vano agli estremisti dell’ovest come Pravi sektor» dice Anatoly Alexandro­vich. Il presidio scatta all’arrivo di qualsiasi veicolo più grande di un’uti­litaria. I miliziani fanno cordone in mezzo alla strada e controllano che nessuno porti via un proiettile. «Se ci proveranno di nuovo siamo in grado di mobilitare in mezz'ora 5mila perso­ne » sostiene il baffuto Alexandrovi­ch. Grazie a un sistema di 19 presidi e vedette nella regione fra Donetsk e Lugansk, i filo Mosca controllano l’area non lontana dal confine con la Russia. Pneumatici, tronchi, ma fra un po’ arriveranno blocchi di cemen­to, sono pronti a bloccare l’unica stra­da di ingresso all’arsenale. Non sia­mo in Crimea in mano ai russi, ma nel­l’Ucraina dell’Est, dove dei civili ten­gono in scacco un deposito di armi.
I militari che fanno la guardia si dan­no il cambio disarmati per evitare spargimenti di sangue. Il Cremlino at­tende solo un pretesto per tirare altre zampate. Il segretario del consiglio di sicurezza nazionale ucraino, Andriy Parubli, ha annunciato ieri che trup­pe russe sono ammassate ai confini pronte ad attaccare. Il generale Phi­lip Breedlove del Comando Nato in Europa rivela che «la forza russa sul confine ucraino, che corre parallelo alla Transnistria è sufficiente e in­quietante ». Da Mosca il vice ministro della difesa, Anatoli Antonov, assicu­ra che non ci sarà alcuna invasione.
In realtà i russi mostrano i muscoli sia sulla frontiera orientale, che quella occidentale dell’Ucraina. Ad ovest le truppe del Cremlino già stanziate in Transnistria, repubblica secessioni­sta della Moldova, stanno conducen­do esercitazioni organizzate ad arte. La striscia di territorio che nessuno ri­conosce ha chiesto, come la Crimea,l’annessione alla Russia.
In questo delicato contesto arriva in Europa il presidente americano Ba­rack Obama, che oggi sarà al summit de L’Aia. Secondo il capo della com­missione di intelligence del Congres­so di Washington, Mike Rogers, gli Usa dovrebbero fornire armi e tecno­logia militare all’Ucraina.
A Donetsk i filo russi raccolgono ogni fine settimana, sotto la statua di Lenin, migliaia di persone, ma non riescono a dare una spallata di piazza definitiva. Il nerboruto comunista che sentenzia «no pasaran», contro il governo di Kiev, mostra orgoglioso il medaglione con la falce e martello dell’ex Urss ed il bracciale della nuo­va milizia locale, «Scit», lo scudo. Rais­sa, che ha lavorato 9 anni come ba­dante a Livorno dice che non vuole «pulire il sedere all’Unione euro­pea ». Una folla di oltre 5mila persone ammaina la bandiera ucraina davan­ti al municipio di Donetsk presidiato da un cordone di poliziotti, che non muove un dito quando viene issato il vessillo di Mosca. Lo slogan più getto­nato non a caso è «Crimea, Donbass (l’Ucraina orientale nda), Russia».

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20 luglio 2014 | Russia 1 | reportage
Gli uomini neri
La guerra civile in Ucraina sempre più sanguinosa e dimenticata schiera in prima linea un reparto fedele a Kiev, che arruola volontari europei provenienti da Italia, Svezia, Finlandia, paesi Baltici e Francia. Il battaglione Azov, accusato di simpatie naziste, sta combattendo con i suoi 250 uomini sul fronte orientale dell'Ucraina contro i ribelli filo russi. Una dozzina di volontari stranieri, che giurano di non venir pagati, hanno già prestato giuramento. Altri 24 stanno arrivando e su Facebook, il veterano francese della guerra in Croazia, Gaston Besson, ha lanciato da Kiev un appello all'arruolamento. Per giorni abbiamo seguito dalla base di Berdyansk, nell'est del paese, il battaglione Azov, che è sotto il controllo del ministero dell'Interno. Fra i volontari europei, l'italiano Francesco F. ha lasciato la vita da manager per combattere al fianco degli ucraini contro i ribelli filo russi. Il cecchino svedese, Mikael Skillt, uno dei pochi a parlare a viso scoperto, ha una taglia dei separatisti sulla testa. E fra loro c'è pure un russo che vorrebbe abbattere il governo di Mosca. Per il colore della divisa e la provenienza dall'estrema destra ucraina ed europea sono conosciuti come "gli uomini neri".

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03 marzo 2014 | TG5 | reportage
In Crimea ultimatum dei russi alle basi ucraine


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14 marzo 2014 | TG5 | reportage
Gli italiani di Crimea
Gli italiani di Crimea, emigrati nella penisola oltre duecento anni fa, furono deportati in Siberia e decimati da Stalin, che li considerava una spina nel fianco durante la seconda guerra mondiale. Poi sono tornati a Kerch, vicino all'ex confine con la Russia. Gli italiani di origine sono ancora 500.

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radio

26 maggio 2014 | RadioVaticana | intervento
Ucraina
Il nuovo presidente ucraino e la guerra civile nell'Est
I rapporti con Mosca, la crisi economica, la secessione del Donbas e lo spettro della guerra civile sempre più sanguinosa.

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27 marzo 2014 | La notte di radio uno | intervento
Ucraina
Crimea, i trenta giorni che sconvolsero l'Europa


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16 aprile 2014 | Radio IES | intervento
Ucraina
Una nuova Crimea


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