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16 aprile 2014 - Esteri - Ucraina - Il Giornale
Kiev lancia il blitz contro i filorussi
Cacciabombardieri, elicotte­ri che sbarcano truppe, colonne di blindati e notizie, non confer­mate, dei primi morti negli scon­tri scoppiati fra soldati ucraini e miliziani filorussi.
Questa volta Kiev ha lanciato veramente un’operazio­ne militare contro i separa­tisti
 nell’Est del Paese ri­conquistando l’aeroporto di Kramatorsk, ma sarà molto dura che rie­scanoadavan­zare e liberare gli edifici pubblici occupati in una decina di città dai paramilitari filo russi. Nono­stante le dichiarazioni truculen­te del generale Vladimir Krutov, nuovo numero due dei servizi se­greti di Kiev e comandante dell' operazione militare: i miliziani che «non deporranno le armi sa­ranno liquidati » ha annunciato il generale. Se accadrà Mosca è pronta a cogliere il casus belli per intervenire nell’Ucraina orienta­le in difesa dei russofoni. «I caccia sfrecciavano a volo radente e sono arrivati gli elicotteri. Secondo testi­moni locali sparavano, ma l’aeropor­to non è stato bombardato» racconta al te­lefono Freddy Paxton, un fre­elance inglese a Kramatorsk. Le forze invia­te da Kiev si so­no scontrate con i miliziani filorussi che con­trollavanoloscalo. Secondonoti­zie di agenzia non confermate i morti sarebbero 4 o 11, ma po­trebbe essere anche un sistema per ingigantire le notizie. Non a caso da Mosca è trapelata subito la «profonda preoccupazione per le notizie delle vittime».Il pri­mo ministro russo Dmitry Me­dvedev ha dichiarato che «l’Ucraina si trova sull’orlo della guerra civile. È spaventoso».
Il giornalista britannico sul po­sto non ha visto cadaveri, ma «una folla inferocita di filo russi premere al cancello d’ingresso dell’aeroporto militare».I soldati ucraini che lo presidiano sono in tenuta di combattimento e han­no sparato in aria per disperdere i manifestanti. Non riusciranno ad avanzare senza scontri a fuo­co su Slaviansk, la cittadina occu­pata dai miliziani filorussi in ar­mi, che hanno eretto barricate e posti di blocco ad ogni via d’in­gresso. Una colonna di 10 blinda­ti e 10 carri arm­ati con 350 uomi­ni della Guardia nazionale è stata
 avvistata a 40 chilometri dalla cit­tà, ma pur avvicinandosi non ha sferrato fino a ieri sera alcun attac­co.
Nella roccaforte un’intercetta­zione dei servizi segreti di Kiev avrebbe individuato un ufficiale del Gru, i servizi segreti militari russi, Igor Strelkov, che parlava con il suo comando. Un video sco­vato dal Giornale su YouTube mostra un ufficiale giunto da Si­mferopoli, capitaledellaCrimea, che arringa un gruppo di poliziot­ti passati con i filorussi a Gor­lowka. «Sono un tenente colon­nello dell’armata russa e da que­sto momento il vostro coman­dante è Drusgenko Alexandr Fio­dorovic » spiega l’ufficiale in mi­metica verde, ma disarmato.
L’impressione è che sarà mol­to
 dura, senza provocare un ba­gno di sangue, riconquistare i nu­merosi edifici pubblici occupati dai separatisti. Lo stesso presi­dente ucraino, Oleksandr Tur­chynov, ha parlato di un’opera­zione «che si svilupperà a tappe» per contrastare il tentativo russo di «incendiare non soltanto Do­netsk e la sua regione ma tutto il sud-est, da Kharkiv a Odessa».
Il pericolo maggiore, come de­nunciano i filorussi, è l’impiego degli ultranazionalisti che han­no combattuto a Maidan per ro­vesciare il regime precedente vi­cino a Mosca. Fra i 350 uomini della guardia nazionale inviati nell’Est ci sono anche«veterani»
 della rivolta. Le truppe sono af­fiancate da unità speciali del mi­nistero dell’Interno, come i repar­ti Alfa, pronte ad ingaggiare batta­glia.
La notte precedente all’inter­vento militare il presidente russo Vladimir Putin aveva chiamato al telefono Barack Obama alla Ca­sa Bianca. Il colloquio è stato du­ro, con il capo del Cremlino che smentiva la presenza di truppe di Mosca in Ucraina ed il presiden­te americano che gli intimava di «far deporre le armi ai filorussi».
L’offensiva separatista scatta­ta sabato e la svolta militare di Kiev mette a rischio il vertice di domani a Ginevra fra Usa, Rus­sia, Ucraina e Ue, che doveva tro­vare una soluzione diplomatica alla crisi. E nella serata di ieri Pu­tin ha chiesto al segretario del­l’Onu, Ban ki Moon,un’improba­bile condanna dell’intervento militare di Kiev.
 
[continua]

video
07 marzo 2014 | TG5 | reportage
In Crimea arrivano i volontari serbi
SEBASTOPOLI - Folti barboni, mimetiche, coltellacci alla cintola e sulla spalla il teschio con le tibie incrociate, simbolo del sacrificio in nome del popolo slavo. Si presenta così una ventina di cetnici, i paramilitari serbi, arrivati in Crimea per dare man forte ai filo russi. Non è stato facile trovare l’avanguardia dei “lupi” come vengono chiamati i volontari giunti dalla Serbia.

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20 luglio 2014 | Russia 1 | reportage
Gli uomini neri
La guerra civile in Ucraina sempre più sanguinosa e dimenticata schiera in prima linea un reparto fedele a Kiev, che arruola volontari europei provenienti da Italia, Svezia, Finlandia, paesi Baltici e Francia. Il battaglione Azov, accusato di simpatie naziste, sta combattendo con i suoi 250 uomini sul fronte orientale dell'Ucraina contro i ribelli filo russi. Una dozzina di volontari stranieri, che giurano di non venir pagati, hanno già prestato giuramento. Altri 24 stanno arrivando e su Facebook, il veterano francese della guerra in Croazia, Gaston Besson, ha lanciato da Kiev un appello all'arruolamento. Per giorni abbiamo seguito dalla base di Berdyansk, nell'est del paese, il battaglione Azov, che è sotto il controllo del ministero dell'Interno. Fra i volontari europei, l'italiano Francesco F. ha lasciato la vita da manager per combattere al fianco degli ucraini contro i ribelli filo russi. Il cecchino svedese, Mikael Skillt, uno dei pochi a parlare a viso scoperto, ha una taglia dei separatisti sulla testa. E fra loro c'è pure un russo che vorrebbe abbattere il governo di Mosca. Per il colore della divisa e la provenienza dall'estrema destra ucraina ed europea sono conosciuti come "gli uomini neri".

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14 marzo 2014 | TG5 | reportage
Gli italiani di Crimea
Gli italiani di Crimea, emigrati nella penisola oltre duecento anni fa, furono deportati in Siberia e decimati da Stalin, che li considerava una spina nel fianco durante la seconda guerra mondiale. Poi sono tornati a Kerch, vicino all'ex confine con la Russia. Gli italiani di origine sono ancora 500.

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radio

16 aprile 2014 | Radio IES | intervento
Ucraina
Una nuova Crimea


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26 maggio 2014 | RadioVaticana | intervento
Ucraina
Il nuovo presidente ucraino e la guerra civile nell'Est
I rapporti con Mosca, la crisi economica, la secessione del Donbas e lo spettro della guerra civile sempre più sanguinosa.

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27 marzo 2014 | La notte di radio uno | intervento
Ucraina
Crimea, i trenta giorni che sconvolsero l'Europa


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